“Steinway to Heaven” : “Beethoven e le melodie popolari”
Padova 14 aprile 2022. Sala “Store Zin strumenti musicali” concessionario ufficiale Steinway & Sons
Riecheggiano le magiche “melodie” di L.v.Beethoven. Antonietta Cappelli, Eleonora Zambon, Michelle Candian, Eva Maria Soceanu e Mattia Fattoretto hanno condiviso emozioni uniche sul Palco “Steinway to Heaven”. Uno strabiliante coda “Steinway & Sons”, presso lo Store di strumenti musicali di Zin (a Padova), le pareti in cristallo e una bellissima sala contornata da pianoforti e strumenti di vario tipo. “Beethoven e le melodie popolari”, così intitolato l’evento perché il compositore, amato da grandi e piccini, utilizza costruzioni sonore che catturano l’essere umano di ogni rango sociale e nazionalità. Le nove danze tedesche, tutte scritte in tonalità maggiori, donano allegria e voglia di divertirsi.
Le ho pensate molto semplici. L’inizio pacato e via via sempre in crescendo, strutturate così: prima e seconda molto vicine, terza e quarta da sole, quinta molto eterea e delicata, 6 e 7 insieme e 8-9 ravvicinate e confidenziali. Mi son concessa una “licenza interpretativa” per le danze 6 e 7: le ho pensate come unico brano “immaginando” la forma così cara al Classicismo della sonata, ABA. Le due danzette sono costruite in tonalità di Do maggiore ma, hanno caratteri contrastanti: la prima è vivace e richiama un andamento circolare (tipico delle danze contadine) e la seconda più pacata e tranquilla come se il cerchio aprendosi veda i ballerini (li uni di fronte agli altri) disporsi su due file che, tendendo le braccia creano un ponte all’interno del quale scorrono le coppie ad una a una (le scalette discendenti) per poi riprendere il cerchio più incalzante della prima volta.
A queste danze sono seguite “Gavotta” e la “Marzia lugubre” Anhang 08, più signorili delle prime. La prima rispecchia le caratteristiche formali (metro binario, incipit in levare e velocità moderata, stile elegante e leggiadro) e la seconda che richiama una danza marciata lentamente e ostentata. L’appellativo “lugubre” mi riporta alla mente le scene delle ‘piagnone’, per gli antichi greci e latini prefiche. A tratti mi sembra un brano tragico e a tratti quasi comico, inespressivo e surreale. Mi sembra quasi di sentire le grancasse che forgiano il ritmo funerario e questi piagnucolii continui, che incalzano dopo il ritornello della prima parte, per poi spegnersi piano piano fino alla fine. A seguire: il “Presto”, terzo tempo della celebre sonata op.2 n.1, che mi richiama alla mente una danza infernale addolcita qua e là con elementi lirici e luminosi; “alla tedesca” il primo tempo della sonata op.79 che ci regala temi popolari e ritmi danzanti; la dolcezza della “Barcarola” (Biamonti 816) che in poche battute regala malinconia e voglia di rinascita e il Rondò op.51 n.1 al quale dedico alcune considerazioni. Pubblicato nel 1797 da Artaria, a Vienna.
Potrebbe essere stato scritto molto tempo prima, vista la ricchezza tematica e l’incertezza formale. Il primo tema ricorre con frequenza e giustifica perché chiamato Rondò, ma tutti gli altri temi hanno carattere proprio e riportano quasi alla forma Canzone. In effetti mi sembra quasi un connubio tra Rondò e Canzone. Innegabile la bellezza di questo brano e la ricchezza di elementi tematici, tanto ricco che potrebbe essere l’ispirazione di un’intera opera lirica. A tal proposito, mentre Eva lo eseguiva, ho sentito che (dal secondo movimento di battuta 60 al primo movimento di battuta 66) potrebbe esserci una vaga somiglianza con la celebre aria “la donna è mobile” del Rigoletto di Giuseppe Verdi. Il temino parte da battuta 60 e termina a battuta 62 e per le successive 4 battute viene variato e modulato per poi spiegarsi in una scaletta di semicrome.
Sicuramente è un inciso breve per poter dire che Giuseppe Verdi abbia potuto prendere spunto dal Rondò di Beethoven ma, potrebbe aver studiato/ascoltato il brano e involontariamente, memorizzato il passaggio oppure… le melodie
beethoveniane costituiscono il patrimonio genetico umano! Da qui la tesi di “melodie popolari”.
Antonietta Cappelli
Eleonora Zambon
Eva Maria Soceanu e Antonietta Cappelli
Eva Maria Soceanu
Mattia Fattoretto
Michelle Candian
Per approfondire la conoscenza di questi brani sono disponibili sul Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it ulteriori notizie e documenti:
Opus 2 Sonate (3) in fa minore, la maggiore, do maggiore per pianoforte
Anhang 8 Tre pezzi per pianoforte a quattro mani
Articoli – Anhang 8 Tre pezzi per pianoforte a quattro mani – Uno studio – A cura di Graziano Denini
Articoli – Kozeluch La ritrovata figlia di Ottone II – Balletto Opera 39
Anhang 9 Danze tedesche (9) per pianoforte a 4 mani. Attribuzione dubbia.
Care Antonietta, Michelle, Eleonora, Eva Maria e caro Mattia,
Gli esempi musicali, i testi e i video di questa pagina sono curati da Antonietta Cappelli. Chi volesse contattare l’ autrice, lo può fare tramite il nostro modulo di contatto.