Bernhard Rainer In Search of a Lost Composition by Beethoven: The Equale in A-LId-49
(Alla ricerca di una composizione perduta di Beethoven: L’ Equale nel manoscritto A-LId-49)
Glöggl aveva inviato l’autografo degli Equali al suo ex allievo e collaboratore Tobias Haslinger, presumibilmente per consentire un’integrazione dei pezzi nel suo progetto di opera omnia di Beethoven in autografo.[7] Non senza orgoglio Haslinger fu quindi in grado di farlo e si riferì esplicitamente a questa fonte nella prima edizione degli Equali 1 e 3 pubblicati dopo il funerale per coro maschile confermando nella prefazione che ne possedeva l’autografo.[8] Tuttavia l’affermazione di Glöggl secondo cui si fosse trattenuto un pezzo funebre desta meraviglia. Potrebbe avere Beethoven composto a Linz nel 1812 un quarto Equale, oggi perduto? L’analisi dell’autografo di WoO 30 sembra confermare questa congettura. Come già spiegato nel 2002 da Howard Weiner, il manoscritto è composto da tre fogli, con i fogli 1 e 3 che formano un doppio foglio in cui era inserito il foglio 2 (ora rilegato). I tre Equali sono scritti solo sui fogli 1 e 2; il foglio 3 è rimasto inutilizzato.[9] Si può affermare quindi anche i tre equali conosciuti solo scritti semplicemente doppio foglio e quel foglio 2 originariamente consisteva in un doppio foglio da quale un foglio fu ablato. Così, o Beethoven effettivamente scrisse un quarto uguale sulla seconda parte del foglio 2, oppure Glöggl rimosse la carta lasciata in bianco per usarla ad altri scopi. In ogni caso, il folio 3 apparentemente vuoto aveva la funzione di una copertina, come evidenziato dalle linee di piega ben visibili su tutte le parti. Se il secondo foglio del bifoglio 2 fosse stato vuoto, avrebbe potuto servire altrettanto bene a questo scopo; tuttavia, l’ipotesi di un quarto Eguale scritto su di esso è supportato dalla dichiarazione del primo testimone Glöggl.[10]
Figura 1: Equale in La -LId-49
Come già detto, questo foglio lasciato in bianco è stato utilizzato come copertina. Il foglio con l’ Eguale di Linz, a sua volta, riporta i numeri CCCCIX (vedere figura 5) ed era originariamente utilizzato anch’ esso come a copertina,[18] che solleva il sospetto che entrambi i manoscritti siano stati originariamente inventariati da Glöggl. Ulteriori ricerche negli archivi storici della cattedrale di Linz hanno rivelato che ce ne sono ancora diversi funziona con le vecchie designazioni di inventario che iniziano con CCCC, tutte presumibilmente numerate da Glöggl. Se si intendono i numeri come numerus currens sotto l’intestazione CCCC, è evidente che i primi numeri di questa sezione di inventario sono ancora ampiamente presenti e che il Berlino L’autografo di Beethoven di WoO 30 appartiene senza dubbio ad esso. Questi sono probabilmente i frammenti di il repertorio dei cortei funebri a Linz intorno al 1820 (vedi tabella 1).
Figura 4: Ludwig v. Beethoven, Equale no. 1, D-B, Mus.ms.autogr. Beethoven, L.v.,
Grasnick 9, f. 1r (detail)
Figura 5: Equale, A-LId-49 (dettaglio)
Figura 6: Ludwig v. Beethoven, Equale no. 1, D-B, Mus.ms.autogr. Beethoven, L.v., Grasnick 9, f. 3v (dettaglio)
Come già detto, questo foglio lasciato in bianco è stato utilizzato come copertina. Il foglio con l’ Eguale di Linz, a sua volta, riporta i numeri CCCCIX (vedere figura 5) ed era originariamente utilizzato anch’ esso come a copertina,[18] che solleva il sospetto che entrambi i manoscritti siano stati originariamente inventariati da Glöggl. Ulteriori ricerche negli archivi storici della cattedrale di Linz hanno rivelato che ce ne sono ancora diversi funziona con le vecchie designazioni di inventario che iniziano con CCCC, tutte presumibilmente numerate da Glöggl. Se si intendono i numeri come numerus currens sotto l’intestazione CCCC, è evidente che i primi numeri di questa sezione di inventario sono ancora ampiamente presenti e che il Berlino L’autografo di Beethoven di WoO 30 appartiene senza dubbio ad esso. Questi sono probabilmente i frammenti di il repertorio dei cortei funebri a Linz intorno al 1820 (vedere tabella 1 sottostante).
CCCC: Laudate pueri by Schiedermayr, autograph (score), dat. 1820, TTB (A-LId-44)
CCCCIII: Equali a4 by Beethoven, autograph (score), dat. 1812, 4 trbs. AATB (present loc.:
D-B, Mus.ms.autogr.Beethoven, L.v., Grasnick 9)
CCCCV: Miserere mei by F. A. Hoffmeister, autograph (score), SATB (A-LId-45)
CCCCVII: Quoties diem illum by “Kellner” (parts), SATB (A-LId-20)
CCCCVIII: Quantus tremor by Schiedermayr (score), SATB/4 trbs. ATTB (A-LId-48)
CCCCIX: Liber scriptus I, scribe: Glöggl (score), SATB/4 trbs. AATB, and: Equal/Parce mihi,
4 trbs. AATB/ATB (A-Lld-49)
CCCCX: Laudate pueri, anon. (parts), SATB (A-LId-16)
CCCCXI: Liber scriptus II, scribe: Glöggl (score), SATB/4 trbs. AATB (A-LId-50)
CCCCXXIV: Miserere “di Hoffmeister per Schiedermayer arrangè,” scribe: Glöggl (score),
TTBB (A-LId-46); arrangement of A-LId-45
Tabella 1: Frammenti del repertorio dei cortei funebri a Linz intorno al 1820. Ciò può essere confermato dalle osservazioni di Glöggl nella sua pubblicazione Kirchenmusik-Ordnung del 1828. Vi si legge sui cortei funebri:
“Le cerimonie funebri (Conducten) si svolgono diversamente a seconda dell’usanza stabilita in ogni luogo…. In prima classe, all’arrivo del clero, un breve brano di musica funebre (Equale) con tromboni o altro fiato strumenti dà il segnale per la cerimonia spirituale di lutto per i presenti, dopodiché la processione per il funerale inizia a muoversi, il che è nuovamente indicato dagli strumenti a fiato, con i quali la musica corale, cantando un Miserere a tre o quattro parti, poi si alterna durante la processione fino all’ingresso in chiesa o alla sepoltura luogo, dove si canta il verso Requiem Aeternam prima che venga impartita la benedizione. Dopo la benedizione e la preghiera generale, si canta un mottetto funebre. In seconda classe, se sono stati ordinati strumenti a fiato, si dà anche loro il segnale per la cerimonia funebre; durante il corteo funebre, al contrario, si canti solo il Miserere, accompagnato dagli strumenti a fiato posto in sezioni fino alla tomba o alla chiesa, dove si canta di nuovo il versetto Requiem Aeternam. In terza classe si canta il Miserere durante la processione. Ai funerali dei fanciulli che non hanno ancora ricevuto il santissimo sacramento all’altare, cantano il salmo Laudate Pueri o al posto del Miserere si canta un discreto inno tedesco”.[19]
La lettura del libro dimostra che le informazioni del Kirchenmusik-Ordnung si riflettono nel resti dell’antico repertorio funebre di Linz. Così, sia il Miserere che l’equale citati in esso si possono trovare in Glöggl, così come diversi brani musicali riconoscibili come mottetti funebri attraverso il testo e in parte attraverso la designazione “Motetto ad funera”. Due Laudate Pueri, che apparentemente erano usati per i funerali dei bambini, sono sopravvissuti. Il versetto Requiem Aeternam è stato probabilmente cantato all’unisono da un libro di preghiere e quindi non compare.[20] Secondo Glöggl, l’equale strumentale e il Miserere vocale venivano eseguiti alternativamente, e infatti solo tra i mottetti funebri appaiono solo brani con la combinazione tra coro e tromboni. Che questi fossero eseguiti solo in occasione di funerali di prima classe è confermato dal passaggio sul Liber scriptus A-LId-50, “Mottetto ad funera soleniora”. La maggior parte dei brani superstiti nell’inventario ricostruito sono a quattro voci, sebbene Glöggl parli esplicitamente di un Miserere a tre o quattro voci nella Kirchenmusik-Ordnung.
Ne potrebbe esser stata scritta una variante in tre parti con i numeri di inventario CCCCI, CCCCII o CCCCIV, che oggi non esistono più. Inoltre potrebbero esser esistiti anche altri equali a quattro parti così come a tre i numeri di inventario in questione. La rielaborazione dell’ equale anonimo a quattro voci in A-LId-49 in un mottetto funebre a tre voci, tuttavia, non ci fa propendere a favore di versioni in tre parti. Molto più semplicemente Glöggl avrebbe probabilmente preferito scrivere ex novo da un testo già esistente un equale in tre parti invece di intraprendere un arrangiamento difficoltoso. Il processo mostra altresì che furono usati anche brani a tre parti, probabilmente per ragioni pragmatiche.[21] Un’ulteriore osservazione sull’inventario di musica funebre frammentario di Linz parzialmente ricostruibile: quasi tutti i brani sono sopravvissuti in partitura. Da ciò si può presumere che il materiale per le esecuzioni fosse stato preparato in parti per l’uso quotidiano sulla base della partitura. Il repertorio conservato e l’inventario ricostruito, che tra l’altro anche contiene autografi di Schiedermayr e Hoffmeister oltre agli eguali di Beethoven, dovrebbe quindi probabilmente essere inteso come una raccolta e come una copia di archivio per le esecuzioni.
Figure 7: Franz Xaver Glöggl, Kirchenmusik-Ordnung: Erklärendes Handbuch des musikalischen Gottesdienstes für Kapellmeister, Regenschori, Sänger und Tonkünstler; Anleitung, wie die Kirchenmusik nach Vorschrift der Kirche und des
Staates gehalten werden soll (Vienna: Wallishausser, 1828); per gentile concessione della Wienbibliothek im Rathaus
Beethoven o non Beethoven?
La questione cruciale è se l’ Equale ritrovato a Linz sia il quarto equale perduto di Beethoven. A prima vista, la risposta è chiaramente no. Stilisticamente, un confronto tra i Tre Equali WoO 30 con la copia scoperta non rivela somiglianze di sorta. Il brano contenuto nel manoscritto LA-LId-49 è un semplice movimento corale nello stile del diciottesimo secolo, mentre gli equali di Beethoven contengono tecniche polifoniche , cromatismi e modulazioni. Tuttavia, si possono fare alcune osservazioni da cui si potrebbe trarre una paternità beethoveniana alla composizione. Tutti e tre gli equali conosciuti sono impostati in una tonalità diversa. Il primo Eguale è in re minore ma alla fine va alla tonalità di Re maggiore, ovvero la tonalità del secondo uguale. Non esistono dichiarazioni contemporanee esplicite sul carattere tonale di re minore nella musica sacra, ma Glöggl, riferendosi a Christian Friedrich Daniel Schubart, descrive il Re maggiore nella sua Kirchenmusik-Ordnung come il “tono del trionfo, dell’alleluia” (“Ton des Triumphes, des Halleluja”).[22] Secondo Glöggl, la tonalità del terzo eguale, ovvero si bemolle maggiore, contiene “amore allegro, buona coscienza, speranza” (“heitere Liebe, gutes Gewissen, Hoffnung”)[23] – ambedue sembrano così corrispondere perfettamente all’occasione consolatorio-sacrale dei cortei funebri.
Come è noto, anche alcune opere di Beethoven possono essere associate alla teoria delle tonalità chiave.[24] Si adatterebbe quindi molto bene a questa teoria le caratteristiche di questo presunto quarto Eguale di Linz, dalla tonalità di mi bemolle maggiore, che secondo Glöggl era “il tono della devozione, della lugubre conversazione con Dio, che si esprime attraverso i suoi tre Si bemolle la triade sacra.”[25] La somiglianza più sorprendente tra l’ Equale di Linz e WoO 30, tuttavia, sta nell’ armatura di chiave. Di solito le parti di trombone sono annotate in chiave di contralto, tenore e basso secondo i rispettivi registri. Nell’ eguale anonimo la parte nel registro del trombone tenore è notata in chiave di contralto come la prima voce. La stessa identica ed insolita chiave che si trova anche nell’autografo di Beethoven per i tre Eguali WoO 30. L’ estensione delle prime tre voci sono identiche in tutti i quattro i pezzi. Al contrario si deve notare che la parte bassa dell’ equale anonimo ha un’estensione inferiore (Mi bemolle 2–Sol 3) rispetto alla parte corrispondente nei tre Pezzi di Beethoven (G 2 – D 4). Howard Weiner e David Guion notarono già nella loro analisi degli Equali WoO 30 che la successione dei brani sembra contrarsi sia in lunghezza che in elaborazione compositiva.[26] Se il primo equale numera ancora 50 battute o 100 mezze note e, oltre alla designazione del movimento “Andante”, dà precise indicazioni dinamiche ed esecutive, il secondo uguale (“Poco Adagio”) è considerevolmente più breve (38 misure o 76 minime e ha solo “dolce” come a designazione della performance nella prima battuta). Nel terzo movimento, “Poco sostenuto”, che è estremamente abbreviato a 16 misure in 3/2 e 48 minime, non esistono ulteriori indicazioni agogiche. La motivazione a comporre che scema in Beethoven durante il processo creativo è ben evidente anche nell’autografo. Dalla prima pagina (41m.; 7–9m./riga) alla quarta pagina (16m.; 3–4m./riga), la notazione diventa sempre più inquieta e frenetica, come se Beethoven volesse finire la commissione in fretta. La semplicità dell’ Eguale anonimo (20 battute o 40 minime) che lo porta ad esser il più breve dei quattro, – potrebbe quindi essere ben vista come una naturale prosecuzione di una complessità decrescente dei tre brani noti.
In questo contesto, la provenienza della fonte è probabilmente significativa. Come sappiamo, Tobias Haslinger acquisì l’autografo direttamente da Glöggl, ovviamente per potersi integrare con le composizioni del suo progetto di opera omnia di Beethoven. Tutti i pezzi nell’Haslinger… Rudolfinische Sammlung sono state personalmente autorizzate, come risulta da allegata dichiarazione del compositore: “Che tutti i brani contenuti in questa raccolta completa delle mie opere, curata dal sig. Tobias Haslinger, sono stati composti da me, confermo fedelmente firmando questo certificato di mia mano e a mio nome. Ludwig van Beethoven m.[anu] p.[ropria].[27] Potrebbe essere questa la spiegazione per lo strano processo della presunta conservazione di questa quarta da parte di Eguale da parte di Glöggl? Se davvero Beethoven avesse scritto un pezzo compositivamente così primitivo, analogo all’ Eguale anonimo Linz sulla parte staccata del foglio 2 nell’autografo di WoO 30, certamente non sarebbe stato incluso nella collezione da lui autorizzata. È possibile, quindi, che quando il manoscritto fu consegnato ad Haslinger, ne fu staccata la parte contenente il quarto Eguale che ritornò a Glöggl.
Conclusione
Sebbene esistano alcuni indizi, allo stato attuale non è certo affermare che Beethoven possa avere composto nel 1812 un quarto Eguale. Sulla base dell’ analisi comparativa, l’identificazione del pezzo presumibilmente perduto con l’Eguale anonimo conservato nel manoscritto A-LId-49 sembra improbabile. Piuttosto, potrebbe essere un esemplare di uno periodo più antico, non ancora documentato, probabilmente di repertorio.[28] Tuttavia sin quando non apparirà una concordanza certa di questo misterioso pezzo, i risultati presentati in questo studio suggeriscono di considerarne anche la paternità Beethoveniana.[29] Dopotutto, si potrebbero fare nuove scoperte filologiche riguardo all’autografo di WoO 30: è quasi certo che le aggiunte al manoscritto non provengano da Beethoven – e quindi anche la designazione del genere come “Equale” – provengono da Franz Xaver Glöggl.
L’ articolo originale di Bernhard Rainer in “Musicologica Austriaca”
Figura 2: Equal 4 A-Lld 49 (vecchio inventario CCCCIX)
Figura 3: Parce Mihi a tre A-Lld (Vecchio inventario CCCCIX)