WoO 210 Quartetto per archi in si minore Pencarrow Quartet

Allegretto

Nel 1817, Beethoven stava lavorando su piccoli movimenti di fuga affinché fossero inseriti in un’ipotetica raccolta completa di sue opere. Questo diede luogo alla Fuga per quintetto per archi Opus 137, e anche a questo manoscritto per quartetto d’archi recentemente scoperto. Beethoven scrisse questo breve “Allegretto” per un visitatore venuto dall’Inghilterra, Richard Ford, che evidentemente lo ha portato via senza lasciare alcun’altra traccia della sua esistenza. Il manoscritto è ritornato alla luce nel corso di una vendita all’asta del 2000. Di sole 22 misure di lunghezza, è nondimeno una piccola composizione molto interessante. Da quando è stato – per così dire – riscoperto, è diventato generalmente noto come il “Pencarrow Quartet”, prendendo il nome da Casa Pencarrow, in Cornwall (Cornovaglia), dove fu trovato nel 1999. Ford scrisse sul manoscritto: “questo quartetto fu composto per me in mia presenza da Ludwig v. Beethoven, venerdì, a Vienna, il 28 novembre 1817.”

Questo breve quartetto in si minore ha affinità molto strette a lavori fugati. Quest’affinità è chiarita dalla data riportata da Ford dell’autografo: venerdì, Vienna, 28 novembre 1817. Quello fu l’anno della composizione della Fuga per Quintetto, op. 137, creata appunto per essere inserita nella collana – solamente progettata – delle “Opere Complete di Ludwig van Beethoven”, che sarebbero dovute essere pubblicate dall’amico editore Tobias Haslinger.

Particolare interessante e unico, il manoscritto del quintetto, conservato nella Bibliothèque Nationale de France a Parigi, porta la data 28 novembre 1817. Grazie al resoconto di Gustav Nottebohm circa i contenuti dell’album di schizzi detto “Boldrini” ora perduto, sappiamo che gli abbozzi per l’op. 137 erano stati concepiti quasi simultaneamente al Preludio e Fuga per Quintetto in Re minore, Hess 40 e precisamente alle pagine 1, 2 e 7 dell’album perduto, che conteneva anche le ultime quattro misure dell’op. 137 a pagina 5.

Come ci indica il musicologo Richard Kramer nel suo libro “Unfinished Music” a pagina 291, il Gesellschaft der Musikfreunde (o Musikfeinde) a Vienna possiede un manoscritto, segnato con la sigla Beethoven Sig. Autogr. 81, composto da due bifolia raggruppati, di cui solo tre pagine usate da Beethoven. Il Folio 1v e il Folio 2r contengono una copia della Fuga in si minore dal “Clavicembalo ben temperato” di J.S. Bach, e le due ultime righe al fondo del folio 2r contengono schizzi per Hess 40. Il fatto che Beethoven stesse studiando la Fuga di Bach in si minore, e scrisse la fuga di Ford in quella stessa chiave, tonalità assai inusuale per Beethoven, non può essere una mera coincidenza.

Infatt, il manoscritto di Vienna è scritto sullo stesso tipo di carta, la cosiddetta “filigrana Johnson tipo 33”, esattamente la stessa del Pencarrow. Possiamo quindi affermare con sicurezza che tutti questi materiali sono stati scritti durante il mese di novembre del 1817, e con ogni probabilità parte della loro preparazione si interseca con gli studi di fuga per la Sonata Hammerklavier. Il rimanente del quaderno di abbozzi Boldrini fu dedicato in gran parte agli schizzi per l’op. 106, nata dalla stessa fonte di ispirazione di questo quartetto.

Chi fosse interessato, può contattarci per avere la copia fotografica di questa composizione.

Qui di fianco un altro manoscritto dell’Allegretto.

La descrizione della casa d’aste è questa:

Autograph manuscript of the “Allegretto” in B minor for string quartet WoO 210, composed for an English visitor to Vienna in 1817. ink on paper. the complete piece twenty-three bars long, a fair copy notated in dark brown ink, on four systems of four staves each, with a contemporary attestation written at the bottom of the page (“composed &written by Beethoven himself November 29th 1817 at Vienna.”) 1 page, oblong 4to (c.24 x 30.5cm), 16-stave paper, watermark letter “K” in lower corner of integral blank, uncut, [Vienna], 29 November 1817, foxing, creasing along folds,

Provenance:  Rev. John Abbiss (c.1790-1883): his inscription at the foot of the page (1817).  Frances Celia Blomefield (who married Dr Arnold van Niekirk in Cape Town in 1922); from whom the manuscript has come down to the present owner by direct descent.

Literature: K. Dorfmüller, N. Gertsch & J. Ronge, Ludwig van Beethoven, Thematisch-bibliographisches Werkverzeichnis, 2 volumes (Munich, 2014); volume 2, pages 549 (“Allegretto” WoO 210), 640 (re Bach BWV 869) and 588 (re LvB Hess 40); cf also volume 1, p.905 (re op.137).

D. Johnson, A. Tyson & R. Winter, The Beethoven Sketchbooks (Oxford 1986), pages 347-350 (re the string quintets Hess 40 & op.137) & 535-538 (re op.106).

L. van Beethoven, Allegretto in h-moll. Faksimile des Autographs und Erstausgabe eines bisher unbekannten Werks, edited by the Biblioteca Bodmeriana Cologny, with an introduction by S. Roe (Munich, 2001)

Catalogue Note:
This is a complete albeit brief work dating from the beginning of Beethoven’s “Late” period.  It is a second and unrecorded autograph manuscript of Beethoven’s farewell present given to one of three Englishmen who visited Beethoven in Vienna in November 1817.  This bagatelle for string quartet was completely unknown until another copy, written the previous day for Richard Ford, was discovered at Pencarrow House in Cornwall in 1999 (see Sotheby’s sale, London 8 December 1999, lot 189), now in the Bodmer Library in Geneva-Cologny.  Ford’s attestation on that manuscript is similar to the one found here: “This quartet was composed for me in my presence by Ludwig v Beethoven at Vienna Friday 28th November 1817”.  Ford’s two compatriots on his Beethovenian pilgrimage were John Abbiss and the book dealer David Constable, but there is nothing here to indicate which received this parting gift from the composer. It was apparently Constable who, through several letters of introduction, secured the agreement of Beethoven to this visit.

Although this is primarily an occasional work, it also forms part of Beethoven’s intensive studies in fugue, undertaken during his work on the “Hammerklavier” Sonata op.106.  It fits neatly into a nexus of pieces that evolved from these studies in late November 1817, including transcriptions of Bach fugues and fugal chamber music of his own.  The whole period from the end of 1816 until the spring of 1819 was largely devoted to the “Hammerklavier” Sonata, arguably Beethoven’s most substantial new project since the Seventh and Eighth Symphonies.  This monumental sonata has contrapuntal writing throughout, with a fugue dominating the final movement.  On the days immediately preceding this “Allegretto”, Beethoven produced several short works and unfinished drafts, including a transcription of the B minor fugue in Book 1 of J.S. Bach’s Das Wohltemperierte Clavier BWV 869; B minor is otherwise very rare in Beethoven’s output and it seems unlikely to be merely coincidental that the present “Allegretto” is in the same key.  The Bach copy is written on the same manuscript, now in Vienna, as his draft for an unfinished Prelude & Fugue for String Quintet in D minor (Hess 40).  We know that this quintet was sketched alongside the String Quintet in D major op.137, the fair copy of which is dated 28 November 1817, ie the very same day as the Bodmer manuscript of the “Allegretto”, and the day before this one.

Beethoven’s slightly more polished script here, compared with the Bodmer copy of the “Allegretto”, confirms that this is the later of his two autographs.  Musically identical, the two manuscripts are also physically very similar, both being written on a bifolium with an integral blank.  The paper here is not recorded by The Beethoven Sketchbooks, or by Schmidt-Görg (1977); it is rather similar to Tyson type 41, but lettered “K” rather than “GK”.  It probably comes from the Kiesling mill in Bohemia, whereas the Bodmer copy bears a “Welhartiz” watermark (both have 16 staves with a total span of 194.5mm).  Beethoven did not keep a desk sketchbook whilst engaged on the “Hammerklavier” Sonata and used a variety of paper-types, including type 41.  The small pocket sketchbook (“Boldrini”) that he habitually took on his walks around Vienna is lost.  However, from Gustav Nottebohm’s description (1879), we know that it included sketches for the “Hammerklavier”, excerpts from Bach’s fugues (including the B minor fugue mentioned above), and the two string quintets Hess 40 and op.137.

Dopo attente analisi, il manoscritto è stato giudicato non originale.

The Pencarrow Collection of Autographs Including the Newly Discovered Beethoven Quartet Movement: December 8,1999 Hardcover – January 1, 1999

Titolo ufficiale: WoO 210 Allegretto (h-moll) für zwei Violinen, Viola und Violoncello Widmung: – NGAVI/5 AGA-SBG –

Creazione e pubblicazione: Composto il 28 novembre 1817 a Vienna. La prima edizione è stata pubblicata postuma nel 2001 in partitura intera e parti in appendice al facsimile di Verlag K. G. Saur a Monaco di Baviera. La partitura autografa reca la seguente iscrizione del proprietario: „This quartette was composed for me in my presence by Ludwig v Beethoven at Vienna / Friday, 28— November 1817. Richard Ford.“ L’autore, scrittore di viaggi e d’arte e critico Richard Ford (1796-1858), dopo la laurea al Trinity College di Oxford, viaggiò tra il giugno 1817 e il maggio 1818 in Germania, Svizzera, Austria e Italia. La sua permanenza a Vienna è provata nel tardo autunno 1817 ove giunse il 12 ottobre 1817 (nota nella Wiener Zeitung del 15 ottobre 1817). Insieme al manoscritto, Ford aveva ricevuto un ritratto firmato da Beethoven (incisione su rame di Blasius Höfel da Louis Letronne; pubblicata nel 1814 da Artaria a Vienna; illustrazione come frontespizio in Roe/Wo0210). Tranne le fonti autoreferenziali, non esistono prove di un incontro tra Beethoven e Ford. Il suo nome non compare né in lettere né nei quaderni di conversazione. Ford stava viaggiando con i connazionali John Abbiss e David Constable. Il libraio Constable aveva molte lettere di raccomandazione, una delle quali potrebbe aver aperto la strada che portava a Beethoven. Ford lasciò Vienna il 29 novembre 1817.

Tuttavia, la data nel passaporto (Illustration Roe/Wo0210 p. 8) sembra esser stata corretta. Apparentemente Ford voleva partire il 28 novembre, ma lo stesso giorno incontrò Beethoven. L’Allegretto sarebbe quindi una composizione d’addio, omaggio di Beethoven. Gli schizzi per il quartetto WoO 210 non sono noti. Beethoven abbozzò la partitura autografa della Fuga per quintetto d’archi op.137 lo stesso giorno. Questo motivo e le innumerevoli somiglianze tra l’Allegretto e l’op. 137 portano Sieghard Brandenburg a dire „fast als ein Abfallprodukt des Quintetts“ (Brandenburg/Wo0210 pagina 57).

Prima esecuzione sconosciuta. La prima ufficiale il 3 marzo 2001 da parte del Quartetto Hagen nell’ambito del festival “Les Sommets musicaux de Gstaad”. L’Allegretto era stato precedentemente eseguito il 7 ottobre 1999 (Eroica String Quartet presso la casa d’aste Sotheby’s, Londra) e il 23 novembre 1999 (Orion String Quartet a New York). Immediatamente dopo che Gaspard Bodmer acquistò la partitura autografa, il 1° aprile 2000 fu eseguita un’esibizione privata presso lo stesso Bodmer da parte del Quartetto Concertante Carl Stamitz.

Abbozzi perduti (ma avrebbero potuto essere stati scritti nel perduto taccuino di appunti detto “Boldrini”). Partitura: CH-CObodmer. Datazione: 28 novembre 1817. Titolo: Iscrizione di Richard Ford su foglio 1 versus: „This quartette was composed for me in my presence by Ludwig v Beethoven at Vienna / Friday, 28— November 1817. Richard Ford.“ 2 fogli; una pagina di testo musicale a 2recto (originariamente prima pagina del doppio foglio), Foglio 1 recto e 2 versus vuoti. Carta: formato orizzontale, 24 x 30,5 cm, 16 righe. Provenienza: Album di Mary Ford – Passato in possesso della famiglia Molesworth-St Aubyn di Pencarrow, Cornovaglia, nel 1910. – Sotheby’s, Londra (asta dell’8 dicembre 1999, lotto 189). – Acquisita da Gaspard Bodmer nel 1999. Facsimile e descrizione: Roe/Wo0210. Prima edizione (partitura e parti) 2001. Supplemento a: Roe/Wo0210. Bibliografia: Roe/Wo0210. – Brandeburg/Wo0210. – Cooper/Wo0210.

WoO 210 fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del quartetto Arconauti