WoO 198 Wir irren allesamt, (sbagliamo tutti quanti), canone
WoO 198 – “Wir irren allesamt”, (sbagliamo tutti quanti), canone per Holz, principio di dicembre 1826, pubblicato nella Briefe Beethovens di Nohl, pagina 131 numero 385 (1865); poi da altri; recentemente da M.A., pagina 114 e da Hess nel quinto fascicolo dei supplemente zur GA, 1962. Bruers 336 – Hess 280 – KH. (WoO) 198. Thayer 277.
Il manoscritto originale era contenuto in una lettera scritta ad Holz da Beethoven che, caduto malato subito dopo il disastroso viaggio di ritorno da Gneixendorf e nella vana attesa di un dottore, aveva mostrato il desiderio di vedere l’amico. Un abbozzo a matita in chiave di violino riferito dal catalogo Thayer, esistente nella Nationalbibliothek di Vienna e con qualche leggera variante nel testo, è di dubbia autenticità. Il testo: “Wir irren allesamt, nur jeder irret anders” (sbagliamo tutti, soltanto uno sbaglia in modo diverso) è preso da quello di un canone pubblicato sulla vignetta-titolo dell’opera didattica: “Die Kunst des reinen Satzes in der Musik” (L’arte della pura frase nella musica) di Johann Philipp Kirnberger (Berlino 1771). Sui vari modi di soluzione (il canone è enigmatico) vedere M.A., pagine 114-115.
Titolo ufficiale: WoO 198 Wir irren allesamt Musikalischer Scherz (Rätselkanon?; C-dur) Widmung: — NGAXII/2 AGA- SBG V/53 (2. Auflage: 54; Hess 280)
Origine e pubblicazione: Scritto intorno al 3 dicembre 1826, contenuto in una lettera indirizzata a Karl Holz (BGA 2234). La prima edizione fu pubblicata postuma nell’edizione delle lettere a cura di Ludwig Nohh del 1865. Nohl considera il canone come uno scritto di riconciliazione, che Beethoven „bei ähnlicher Veranlassung auch sonst noch aufgeschrieben“ (Nohl/Liszt p. 110). Hugo Riemann considera la trascrizione del canone „mit einem Takt Abstand“ (TDR V p. 418). Willy Hess accetta questa soluzione e ne propone un’ altra con ingresso alla quarta inferiore (SBG V, 2a edizione, p . 98). Ludwig Misch e Rudolf Klein non considerano la composizione come canonica (Misch/Pseudokanons p. 27f, Klein/Kanons p. 50«). Testo: presumibilmente basato sul canone enigmatico allegato all’ illustrazione del titolo del libro „Die Kunst des reinen Satzes in der Musik“ di Johann Philipp Kirnberger (Vol. 1, Berlino 1771).
Fonti: autografo ed abbozzi perduti. Testo tramandato da Ludwig Nohl, che possedeva la trascrizione autografa perduta (BGA 2234). Provenienza: Barone Fritz von Reden, Danzica (Nohl/Briefe Nr. 385).
Alexander W. Thayer cita una „Zettel in der K. K. Bibliothek in Wien [= A-Wn]“, auf dem die Noten in teilweise abweichender Lesart im Violinschlüssel mit Bleistift notiert sind” (Thayer/1865 n. 277, cfr. anche Hess /Green p. 161). Willy Hess osserva (SBG V, 2a edizione, p. 95) che Ludwig Nohl nella prima edizione „mitteilt, Beethoven habe dieses kleine Tonstück noch öfters aufgeschrieben, so steht nichts der Annahme im Wege, daß diese andere Lesart ebenfalls auf eine Notierung Beethovens zurückgeht“.
Prima Edizione 1865. In: Nohl/Briefe pagina 332 n.385 (copia chiusa). Documento su lettera: BGA 2234. Bibliografia: Klein/Kanons p.50. — Misch/Pseudokanons p.27f. — Nohl/Briefe n. 385. — Nohl/Liszt p. 110. – SBG V, 2a edizione, p. 98. – TDR V p. 417f. Directory: Thayer/1865 n. 277 (pag. 167).
Johann Philipp Kirnberger (Saalfeld/Saale, 24 aprile 1721 – Berlino, 27 luglio 1783) fu un violinista, clavicembalista e compositore tedesco. Fu anche un eminente teorico musicale.
Studiò clavicembalo con Johann Peter Kellner a Gräfenroda. Tra il 1738 e il 1739 fu allievo di Ernst Ludwig Gerber a Sondershausen ed infine di Johann Sebastian Bach per due anni, a Lipsia. Dal 1741 al 1750 esercitò la mansione di clavicembalista e di maestro di cappella presso molti ricchi signori in Polonia
e nel Monastero di Leopoli, prima di rientrare in Germania l’anno successivo. Dopo alcuni brevi soggiorni a Coburgo e a Gotha, decise di perfezionarsi a Dresda con il violinista Fickler, suonando prima nell’orchestra reale di Potsdam, e nel 1754 in quella del margravio di Rheinsberg.
Perfezionatosi in composizione con Carl Heinrich Graun, a partire dal 1758 fino alla sua morte, fu musicista di corte e insegnante di composizione al servizio della principessa Anna Amalia di Prussia, una sorella di Federico II il Grande.
Ormai anziano collaborò con Carl Philipp Emanuel Bach nella raccolta e nella pubblicazione di parecchi corali bachiani a 4 voci. Kirnberger fu una tra le più significative figure nello sviluppo delle teorie armoniche durante il XVIII secolo. Alla sua enorme ammirazione per Bach sono collegate la raccolta e la sistemazione di alcune composizioni bachiane per la biblioteca di Anna Amalia
(102 volumi manoscritti, come la partitura autografa dei Concerti brandeburghesi di Johann Sebastian Bach e la raccolta di preludi corali che da lui prendono il nome).
Una sua celebre composizione si intitola La Birichina, ed è un breve pezzo solistico in La maggiore per clavicembalo; esso è suddiviso in due parti, ognuna delle quali deve essere ripetuta al termine, secondo la formula del ritornello.