WoO 99 Numero 3 E pur fra le tempeste – Melodia per Tenore.
Hess 232 – Canzone 25: Melodia per tenore solo “E pur fra le tempeste”; in mi bemolle maggiore; 20 battute. Testo tratto dalla cantata di Metastasio La tempesta. Cfr. il numero 230 del presente catalogo (canzone 23) per la data di composizione. [Pubblicata da Hess in SBG, vol. I, 1959, p. 28, con un possibile accompagnamento scritto da Hess.] “E pur fra le tempeste la calma io ritrovai: ah, non ritorni mai più sereno il di. Questo dei giorni miei, questo è il più chiaro giorno, viver così vorrei, vorrei così morire, vivere così vorrei, vivere morire così si”.
Presente nel catalogo Hess con il numero 232 e nel catalogo di Giovanni Biamonti con il numero 217.
Ne esistono 2 versioni: la prima, in fa maggiore, è a Berlino nella Biblioteca di Stato, manoscritto Artaria 166(a) pagina 45 righi 1-4, mentre la seconda, in mib maggiore, è a Vienna nell’archivio della Gesellschaft der Musikfreunde nel manoscritto A 75 III, foglio 2. Scrive Biamonti: “Scoperta, insieme con le due precedenti [“Giura il nocchier”, Hess 230 e “Sei mio ben” Hess 231], da W. Hess e da lui pubblicata in fac-simile in Musica, ottobre 1954; a stampa, con un suo accompagnamento, ivi stesso, dicembre 1954, e nel primo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1959.” Il testo, così come quello del numero precedente, è tratto da “La tempesta” di Pietro Metastasio. Sarà utilizzato anche per WoO 92a – No, non turbarti, scena ed aria per soprano e orchestra d’archi
No non turbarti o Nice io non ritorno
A parlarti d’amor so che ti spiace
Basta così. Vedi che il ciel minaccia
Improvvisa tempesta alle capanne
Se vuoi ridurre il gregge io vengo solo
Ad offrir l’opra mia. Che non paventi
Osserva che a momenti
Tutto s’oscura il ciel che il vento in giro
La polve inalza e le cadute foglie
Al fremer della selva al volo incerto
Degli augelli smarriti a queste rare
Che ci cadon sul volto umide stille
Nice io preveggo ah nol te dissi o Nice
Ecco il lampo ecco il tuono or che farai
Vieni senti ove vai? Non è più tempo
Di pensar alla greggia in questo speco
Riparati fra tanto io sarò teco.
Ma tu tremi o mio tesoro
Ma tu palpiti cor mio
Non temer con te son io
Né d’amor ti parlerò.
Mentre folgora e balena
Sarò teco amata Nice
Quando il ciel si rassereni
Nice ingrata io partirò.
Siedi sicura sei nel sen di questa
Concava rupe in fin ad or giammai
Fulmine non percosse
Lampo non penetrò l’adombra intorno
Folta selva d’allori
Che prescrive del ciel limiti all’ire
Siedi bell’idol mio siedi e riposa.
Ma tu pure al mio fianco
Timorosa ti stringi e come io voglia
Fuggir da te per trattenermi annodi
Fra le tue la mia man rovini il cielo
Non dubitar non partirò brami
Sempre un sì dolce istante ah così fosse
Frutto dell’amor tuo non del timore
Ah lascia o Nice ah lascia
Lusingarmene almen chi sa mi amasti
Sempre forse finor fu il tuo rigore
Modestia e non disprezzo e forse questo
Eccessivo spavento
È pretesto all’amor parla che dici?
M’appongo al ver? Tu non rispondi? Abbassa
Vergognosa il sguardo
Arrossisci sorridi intendo intendo
Non parlar mia speranza
Quel riso quel rossor dice abbastanza.
E pur fra le tempeste
La calma ritrovai
Ah non ritorni mai
Mai più sereno il dì.
Questo de giorni miei
Questo è il [più] chiaro giorno
Viver così vorrei
Vorrei morir così.
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