WoO 99 Numero 1 Bei labbri che amore
Duetto per Soprano e tenore
N. 1 “Bei labbri che amore” tratto dal testo della prima aria della cantata “La gelosia” di Pietro Metastasio. Duetto per Soprano e Tenore. Manoscritto (p. 46) e versione originale (con correzioni del Salieri; pagina 9): D-B, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 166a.
Hess 211 – Canzone 4: Duetto ”Bei labbri che Amore”; per Soprano e Tenore; in mi bemolle maggiore. Scrive J. Green nel suo ”Il nuovo catalogo Hess delle opere di Beethoven” : Canzone 4: Duetto “Bei labbri che Amore”; per soprano e tenore; in mi bemolle maggiore; 24 battute e da capo; Thayer, canzone 4. [WoO 99, n 1] Testo tratto dalla cantata di Metastasio “La gelosia”. Composta intorno al 1792-4. [ PubbIicata da Hess in SBG, vol. I, 1959, p. 9.] Questa canzone risale al periodo 1792-1793. Manuscript Artaria 166a S.46. Il testo in italiano è tratto da ”Il ritorno”): ”Bei labbri che amore formò per suo nido, non ho più timore. Vi credo, mi fido: Giuraste d’amarmi; mi basta così. Se torno a lagnarmi che Nice mi offenda, per me più non splenda la luce del dì”.
Versione Il – Artaria 166 pagina 9
Versione I – Artaria 166 pag. 46
E’ stato catalogato da W. Hess come Hess 211 e da Biamonti come Biamonti 58. Di questo Canto esistono 2 versioni, entrambe conservate a Berlino nella Biblioteca di Stato, manoscritto Artaria 166a; la prima è a pagina 46 (versione I) e la seconda a pagina 9 (versione 11); entrambe occupano tutta la pagina. Contrariamente a quanto affermato da W. Hess, e confermato anche dallo studio della dott.ssa Ronge, la versione di pagina 9 (considerata la versione 11) è quella più pasticciata, mentre la versione di pagina 46 (considerata la versione I) è quella più pulita. La versione che troviamo nella Gesamtausgabe corrisponde alla versione definitiva, la versione II con le correzioni di Salieri.
Nell’appendice al primo volume della Gesamtausgabe Willy Hess ci informa che “Il primo è più fugace del secondo e differisce da esso solo in due punti” […] “Per il resto, i testi musicali di entrambe le trascrizioni concordano, a parte il fatto che nella prima mancano molte legature e alterazioni.” Tra le due versioni, a parte qualche minima differenza, spicca la mancanza del “da capo al fine”, che troviamo invece nella versione II. Nella versione II, quella corretta da Salieri, notiamo che durante la correzione, Salieri in alcuni punti (misure 1, 5, 15, 19) non cancella le crome ribattute nella parte del tenore mentre invece le cancella nella parte del Soprano; per me le cancellazione sono sottintese per cui ho eliminato le note anche al tenore.
Il testo è tratto dalla seconda strofa della poesia ”la Gelosia” di Pietro Metastasio.
Perdono, amata Nice,
bella Nice, perdono. A torto, è vero,
dissi che infida sei:
detesto i miei sospetti, i dubbi miei.
Mai più della tua fede,
mai più non temerò. Per que’ bei labbri
lo giuro, o mio tesoro,
in cui del mio destin le leggi adoro.
Bei labbri, che Amore
formò per suo nido,
non ho più timore,
vi credo, mi fido:
giuraste d’amarmi;
mi basta così.
Se torno a lagnarmi
che Nice m’offenda,
per me più non splenda
la luce del dì.
Son reo, non mi difendo:
puniscimi, se vuoi. Pur qualche scusa
merita il mio timor. Tirsi t’adora;
io lo so, tu lo sai. Seco in disparte
ragionando ti trovo: al venir mio
tu vermiglia diventi,
ei pallido si fa; confusi entrambi
mendicate gli accenti; egli furtivo
ti guarda, e tu sorridi. .. Ah quel sorriso,
quel rossore improvviso
so che vuol dir! La prima volta appunto
ch’io d’amor ti parlai, così arrossisti
sorridesti così, Nice crudele.
Ed io mi lagno a torto?
E tu non mi tradisci? Infida! ingrata!
barbara! … Aimè! Giurai fidarmi, ed ecco
ritorno a dubitar. Pietà, mio bene,
son folle: in van giurai; ma pensa al fine
che amor mi rende insano
che il primo non son io che giuri in vano.
Giura il nocchier, che al mare
non presterà più fede,
ma, se tranquillo il vede,
corre di nuovo al mar.
Di non trattar più l’armi
giura il guerrier tal volta,
ma, se una tromba ascolta
già non si sa frenar.
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