WoO 33/a/b Cinque pezzi per Flötenuhr o per strumento meccanico

WoO 33a – I) Adagio assai
WoO 33a – II) Scherzo
WoO 33a – III) Scherzo
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WoO 33b – IV) Allegro non più molto
WoO 33b – V) Allegretto

Titolo ufficiale: WoO 33a Drei Stücke (F-dur, G-dur, G-dur) für Flötenuhr Widmung: — NGAVI/1 AGA-SBG VII/6-8 (Hess 103-105)

Origine e pubblicazione: pezzi composti probabilmente nel 1799 per il “Müllersche Kunst- und Wachsfigurenkabinett mit seinen zahlreichen mechanischen Instrumenten”. Le prime edizioni apparvero postume: la n. 1 fu pubblicata nel 1902 come supplemento alla rivista Die Musik, la n. 2 nel 1921 nei Beethoven-Studien di Gustav Beckings e la numero 3 nel 1963 come parte della SBG presso Breitkopf & Härtel aWiesbaden.

Albert Kopfermann spiegò per la prima volta nel 1902 che questi tre brani, annotati per primi nel manoscritto “Grasnick 23” furono scritti per un organo meccanico, un cosiddetto Flötenoder Spieluhr. In particolare, la notazione del n. 1 (su quattro righi, tre in chiave di violino e uno in chiave di basso) mostra una sorprendente concordanza con le due opere per lo stesso strumento di Mozart, le KV 594 e 608, le cui copie furono ritrovate nella “Successione Beethoven (vedere copie di Beethoven da opere di altri compositori). Mozart li aveva scritti per il Müllersche Kunst- und Wachsfigurenkabinett gestito dal conte Joseph Deym von Stritzer. Secondo Ernst Simon Beethoven avrebbe ricevuto i manoscritti dal conte Deym come modello per nuove opere per la sua collezione; un frammento di 35 battute di un arrangiamento beethoveniano della fuga dalla parte conclusiva del KV 608 di Mozart fu segnalato dalla ditta Stargardt a Marburg nel 1958, descritto come  „verschiedene für Klavier unmögliche Stellen“. Oltre a WoO 33a, il manoscritto “Grasnick 23” contiene quattro variazioni della serie WoO 74, che Beethoven annotò anche nel libro di famiglia delle sorelle Therese e Josephine von Brunsvik nel maggio 1799. Poiché lo Scherzo WoO 33a n. 2 è scritto sulla stessa carta delle quattro variazioni di WoO 74, fu probabilmente composto contemporanenamente a WoO 74. Con ogni probabilità i numeri 1 e 3 furono composti prima. Douglas Johnson non fornisce ulteriori indicazioni quando restringe la datazione del n. 1 a „probably in 1799“. La fusione contenuta nel KH con altre due composizioni (vedere sotto WoO 33b) in cinque pezzi per Flötenoder Spieluhr come numero WoO 33 si basa sull’edizione del 1940 di Georg Schünemann, che erroneamente combinava le opere in una collezione unica di Spieluhr. Prima esecuzione sconosciuta.

Titolo ufficiale: WoO 33a Drei Stücke (F-dur, G-dur, G-dur) für Flötenuhr Widmung: — NGAVI/1 AGA-SBG VII/6-8 (Hess 103-105)

Origine e pubblicazione: pezzi composti probabilmente nel 1799 per il “Müllersche Kunst- und Wachsfigurenkabinett mit seinen zahlreichen mechanischen Instrumenten”. Le prime edizioni apparvero postume: la n. 1 fu pubblicata nel 1902 come supplemento alla rivista Die Musik, la n. 2 nel 1921 nei Beethoven-Studien di Gustav Beckings e la numero 3 nel 1963 come parte della SBG presso Breitkopf & Härtel aWiesbaden.

Albert Kopfermann spiegò per la prima volta nel 1902 che questi tre brani, annotati per primi nel manoscritto “Grasnick 23” furono scritti per un organo meccanico, un cosiddetto Flötenoder Spieluhr. In particolare, la notazione del n. 1 (su quattro righi, tre in chiave di violino e uno in chiave di basso) mostra una sorprendente concordanza con le due opere per lo stesso strumento di Mozart, le KV 594 e 608, le cui copie furono ritrovate nella “Successione Beethoven (vedere copie di Beethoven da opere di altri compositori). Mozart li aveva scritti per il Müllersche Kunst- und Wachsfigurenkabinett gestito dal conte Joseph Deym von Stritzer. Secondo Ernst Simon Beethoven avrebbe ricevuto i manoscritti dal conte Deym come modello per nuove opere per la sua collezione; un frammento di 35 battute di un arrangiamento beethoveniano della fuga dalla parte conclusiva del KV 608 di Mozart fu segnalato dalla ditta Stargardt a Marburg nel 1958, descritto come  „verschiedene für Klavier unmögliche Stellen“. Oltre a WoO 33a, il manoscritto “Grasnick 23” contiene quattro variazioni della serie WoO 74, che Beethoven annotò anche nel libro di famiglia delle sorelle Therese e Josephine von Brunsvik nel maggio 1799. Poiché lo Scherzo WoO 33a n. 2 è scritto sulla stessa carta delle quattro variazioni di WoO 74, fu probabilmente composto contemporanenamente a WoO 74. Con ogni probabilità i numeri 1 e 3 furono composti prima. Douglas Johnson non fornisce ulteriori indicazioni quando restringe la datazione del n. 1 a „probably in 1799“. La fusione contenuta nel KH con altre due composizioni (vedere sotto WoO 33b) in cinque pezzi per Flötenoder Spieluhr come numero WoO 33 si basa sull’edizione del 1940 di Georg Schünemann, che erroneamente combinava le opere in una collezione unica di Spieluhr. Prima esecuzione sconosciuta.

Titolo ufficiale: WoO 33b Zwei Stücke (C-dur) unbekannter Besetzung Widmung: — NGAVI/1 AGA-SBG VII/10 (Hess 106)

Origine e pubblicazione: Le due opere furono composte prima del 1795. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1940 da Schott a Magonza e a Lipsia. Secondo i ritrovamenti del manoscritto nella partitura autografa, Douglas Johnson data questi due brani a prima del 1795. Lo stesso Beethoven non ci ha fornito alcuna informazione sulla strumentazione. Mentre esistono molte indicazioni nel gruppo WoO 33a indicanti che Beethoven abbia composto i tre pezzi nel 1799 per uno strumento musicale meccanico (Flötenuhr ) conservato nel Müllers Kunstkabinett, il manoscritto (“Artaria 186”)dell’Allegro e l’Allegretto WoO 33b, non specifica l’ organico. I cinque movimenti furono pubblicati per la prima volta assieme, in due serie, da Georg Schünemann nel 1940 come „wahrscheinlich für eine Spieluhr bestimmt“ (in un arrangiamento per pianoforte). Schünemann inserì i due brani tratti dall’ “Artaria 186” nella sua edizione come seconda serie, probabilmente perché nell’indice autografo della casa editrice Artaria erano segnati come „wahrscheinlich für eine Spieluhr bestimmt“. Apparentemente Hans Halm seguì Schünemann quando i cinque pezzi furono combinati in un numero WoO nel catalogo Kinsky – Halm nel 1955. Georg Kinsky, d’altra parte, aveva già respinto questa attribuzione dei due brani come errata nel 1927. All’asta della “Successione Beethoven” tenutasi nel novembre 1827, WoO 33b fu forse acquistato da Artaria con il numero 157 come „Zwey vollständige kleine Stücke frühere Zeit für Pianoforte“. Ernst Simon sospetta che possa trattarsi del primo e del terzo movimento di una sonata per pianoforte incompleta.  Egon Voss dubita che la partitura sia per pianoforte a causa della chiave utilizzata e di un passaggio nella misura 38 del n.1 (quarto della serie) che non può essere eseguito al pianoforte. Jose Alberto Ubach considera i due brani composizioni per chitarra terzina. Prima esecuzione sconosciuta.

WoO 33a/1 Adagio assai in fa maggiore per musica meccanica, 1799, descritto e pubblicato la prima volta da A. Kopfermann in Musik, appendice al 20° quaderno del marzo 1902; in redazione per pianoforte (insieme con lo Scherzo, l’Allegro, l’Allegro non più molto e Allegretto di cui ai seguenti nn. 198, 199 e 200) da G. Schünemann, Mainz, Schott, 1940; secondo la redazione originale da W. Hess nel settimo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1963. B. 284 – H. 103 – KH. (WoO)33 – P. 110.

Il manoscritto originale è conservato, insieme con quelli di cui ai seguenti nn. 198 e 199, nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. I tre pezzi furono probabilmente scritti da Beethoven per il Flötenhur (organo meccanico) della Galleria d’arte del conte Deym (lo «Hofstatuarius Müller») a Vienna. La loro attrattiva doveva consistere nell’effetto timbrico del particolare strumento, ricco d’arpeggi, di fioriture e di volate intorno alla semplice melodia.

Di varie trascrizioni di questo Adagio, per violoncello e pianoforte, violino e pianoforte, quartetto d’archi, quintetto e altri complessi di strumenti a fiato, ci dà parimenti notizia Hess nel suo catalogo, pagg. 34 e 35.

WoO 33a/2 Scherzo in sol maggiore per musica meccanica (Spielhur, Carillon), 1799, pubblicato per pianoforte insieme con l’Allegro di cui al seguente n. 199 da Chantavoine (Deux airs pour boite à musique), Parigi, Heuge. au Ménestrel, 1902; e nei Sudeten Monatsheften, giugno 1936; insieme con l’Adagio assai, l’Allegro e l’Allegro non più molto e l’Allegretto di cui al precedente n. 197 e ai seguenti 199 e 200 da G. Schiinemann, Mainz, Schott, 1940; secondo il manoscritto originale: da E. Becking, Das Scherzo Thema, ecc., 1921 e da W. Hess nel settimo fascicolo (Appendice) dei Supplemente zur GA., 1963.H. 104 – KH. (WoO)33/2.

Il manoscritto originale (a due righe, in chiave di violino) è conservato anch’esso nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino.

WoO 33a/3 Scherzo pubblicato da Chantavoine, Parigi, Heugel, pz; e nei Sudeten Monatsheften, giugno 1936, insieme all’Adagio, lo Scherzo e l’Allegro non più molto e l’Allegro di cui ai nn. 197, 198 da G. Schünemann, Mainz, Schott, 1940; secondo la redazione originale da W. Hess in Ricordiana, Milano, maggio 1957 e nel primo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1963.H. 105 – KH. (WoO)33/3. Scritto per la stessa destinazione di cui ai nn. 197 e 198 dello stesso carattere.

WoO 33b/1 (quarto della serie WoO 33) Allegro non più molto in do maggiore, senza indicazione di strumento, 1799, pubblicato da G. Schünemann, insieme all’Adagio, allo Scherzo e all’Allegro di cui ai precedenti nn. 197, 198, 199, Mainz, Schott, 1940, e da W. Hess nel settimo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1963. B. 317 – H. 106 – KH. (WoO)33/4 e 5 – T. 29.

Il manoscritto originale, conservato già nella Preussische Staatsbibliothek di Berlino, è scomparso dopo la fine della guerra 1939-1945; ne esiste però la fotocopia presso la Beethovenhaus. E’ scritto originalmente in due righi, rispettivamente in chiave di contralto e di tenore. È possibile, dice Hess nel suddetto numero di catalogo, che questi due pezzi siano stati scritti a Bonn e nel Supplemente aggiunge “o nei primi tempi di Vienna per uno Spielhur;” ma non ne sappiamo niente di preciso. Anche il catalogo Thayer accenna con qualche dubbio al periodo di Bonn. Per contro il catalogo KH. li assegna al 1799.

WoO 33b/2 (quinto della serie WoO 33) Allegretto (Minuetto con Trio) in do maggiore, senza indicazione di strumento, 1799, pubblicato da G. Schünemann, insieme all’Adagio, lo Scherzo e l’Allegro di cui ai precedenti nn. 197, 198, 199, Mainz, Schott, 1940, e da W. Hess nel settimo fascicolo dei Supplemente zur GA., 1963. B. 317 – H. 106 – KH. (WoO)33/4 e 5 – T. 29.

Il manoscritto originale, conservato già nella Preussische Staatsbibliothek di Berlino, è scomparso dopo la fine della guerra 1939-1945; ne esiste però la fotocopia presso la Beethovenhaus. E’ scritto originalmente in due righi, rispettivamente in chiave di contralto e di tenore. È possibile, dice Hess nel suddetto numero di catalogo, che questi due pezzi siano stati scritti a Bonn e nel Supplemente aggiunge “o nei primi tempi di Vienna per uno Spielhur;” ma non ne sappiamo niente di preciso. Anche il catalogo Thayer accenna con dei dubbi al periodo di Bonn. Per contro il catalogo KH. li assegna al 1799.

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