Unvollendete 12 Fantasia per Pianoforte. (Sonata?)
(Già Biamonti 213)
Forse poco prima di partire per Vienna o forse già a Vienna, Beethoven lasciò questo lungo abbozzo per pianoforte che prefigura una Sonata con tre movimenti: un Allegro quasi completo, un Andante che lo è già un po’ meno e un Finale Allegro, assai frammentario.
Si tratta di musica di alto livello e, se fosse stata completata, si potrebbe affermare che senza dubbio è quanto di più importante Beethoven avesse raggiunto, nella musica per pianoforte solo, fino a quel momento.
La domanda che sorge spontanea è dunque: perché Beethoven non lo terminò o riprese in tempi successivi, come avvenne per altre musiche? Ovviamente non si può avere alcuna risposta certa, ma non si può non notare che, se l’insieme dell’abbozzo svela un Beethoven già più avanti, musicalmente parlando, rispetto alle sue opere contemporanee di almeno 10 anni, il Finale, assai frammentario ed instabile da un punto di vista armonico, tocca il confine dell’atonalità, proiettandosi addirittura, verso i suoi massimi capolavori degli ultimi anni. Forse fu per questo motivo che l’abbozzo rimase tale: troppo prematuro per i tempi.
Il professor Giovanni Biamonti, nel 1968, fu il primo ad inserirlo nel suo catalogo delle opere beethoveniane, liquidandolo però come un “Pezzo per pianoforte. (Abbozzo)”[1]. Seppur con alcune riserve, a definirla una “Fantasie fur Klavier”[2] fu per primo Joseph Kerman nel 1970. Dopo di lui, Adolf Fecker[3] nel 1973, ricostruì completamente questo abbozzo e, secondo Luca Chiantore la sua edizione: «(…) è seria e rigorosa, ed è caduta in un ingiusto oblio.(…)».[4] Nei primi anni del nostro secolo, a seguito di una maggiore attenzione verso i frammenti beethoveniani, il compositore olandese Albert Willem Holsbergen ne ha fatto una nuova versione che fu presentata in pubblico da diversi interpreti tra cui Massimo Anfossi a Settimo Torinese nel 2006 e fu registrata, in prima mondiale, nel luglio 2005 dal giovane pianista americano Steven Beck per la Monument Records mentre, Il pianista inglese John Kersey, l’ha registrata per la Romantic Discoveries Recordings, nella versione originale, con il Finale frammentario.
Più recentemente, nel dicembre 2011, la casa discografica Inedita ha presentato la prima edizione critica e filologica relativa ai due primi movimenti e nel 2014 il nostro pianista Massimo Anfossi, l’ha eseguita alla Beethoven-haus di Bonn, registrandola.
Nel frattempo, nel 2012 il musicologo e compositore olandese Cornelius Wilhelmus (Cees) Nieuwenhuizen, ha anche lui fatto un completamento della Sonata ed è interessante comprendere come ha lavorato con il frammentario terzo movimento: «(…) La ferocia e l’atmosfera della terza parte è simile al terzo e ultimo movimento del Sonata per pianoforte n. 14 in do diesis minore, Opus 27 no 2 (…). Il terzo movimento è stata la vera sfida perché il compositore l’ha lasciato in maniera assai frammentaria. Ci sono anche parti completamente elaborate dal compositore, ad esempio l’intera Coda. Tuttavia volevo usare tutte le note e tutte nello stesso posto in cui Beethoven le ha scritte. Quindi tutti i temi del manoscritto sono usati. È principalmente la mano sinistra che ho dovuto aggiungere(…)».[5] Il 21 ottobre, il pianista Martin Oei, ha eseguito presso il Concertgebouw di Amsterdam, in prima mondiale questa versione della Sonata.
Qui di seguito i tre tempi della sonata nella versione Cees Nieuwenhuizen a cura di Francesco Gussago al pianoforte. Seguiranno tutte le altre versioni conosciute.
Biamonti 213 / Unv. 12 fa parte del progetto “La ricerca diventa Arte”
Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Francesco Gussago
Qui a lato la Versione di Cornelius Wilhelmus (Cees) Nieuwenhuizen a cura di Francesco Gussago
[1] Giovanni Biamonti: Catalogo cronologico e tematico delle opere. ILTE editore
[2] Joseph Kermann: (ed) Ludwig van Beethoven The Kafka Sketchbook
[3] Adolf Fecker: (hrsg) Ludwig van Beethoven: Unbekannte Klavierstücke, nach dem Autograph übertragen, ergänzt und für den praktischen Gebrauch eingerichtet. Möseler, Wolfenbüttel
[4] Luca Chiantore: Beethoven al pianoforte, Improvvisazione, composizione e ricerca sonora negli esercizi tecnici. Il Saggiatore editore
[5] Traduzione dal sito ufficiale del compositore Cornelius Wilhelmus (Cees) Nieuwenhuizen