Trattato di armonia e composizione – Parte terza
CAPITOLO I – Dell’ imitazione
Chiamar potrebbesi questo ramo della musica l’introduzione dello stile fugato. I mezzi qui impiegati non sono gran fatto severi al pari di quelli impiegati nelle vere fughe e nei canoni. Vi si riproduce liberamente un tema in una o più parti, senza essere costretti ad osservare le regole concernenti i salti, le successioni per gradi congiunti, e si può altresì introdurvi idee nuove, purché esse abbiano dell’ analogia; questa figura può essere impiegata in tutte le parti dello stile elegante; essa serve a sviluppare un motivo tematico, e a dare per la somiglianza delle idee principali una unità sistematica in tutto“. (Beethoven)
“Questa imitazione, parziale o periodica, può essere impiegata in tutti gli intervalli“. (Beethoven)
“V’ ha ancora un gran numero di altre imitazioni, delle quali i nostri predecessori facean gran caso: l’ imitazione rivoltata liberamente o severamente, l’ imitazione retrograda, l’ imitazione a rovescio, l’aggravata, la diminuita, l’interrotta: l’imitazione a contrattempo(in arsis et Thesis). Siccome io amava sapere qualche cosa di queste follie, il mio maestro mi ha consigliato di consultare Marpurg; io non ne sono curioso. Ne farò uso quando si presenterà l’occasione, se la mia frase è di tal natura che, imitata per movimento retrogrado, ne risulta un buon effetto, alla buon’ ora; altrimenti non ci sarà male egualmente“. (Beethoven)
Pagina tratta da: Ludwig van Beethoven – Studi ossia Trattato di armonia e di composizione; prima versione italiana con note di F.G. Fétis (1784-1871) e L.F. Rossi (1805 – 1863) Milano, Luigi Ricordi & C. 1855, traduzione da Ignaz Xaver von Seyfried Ludwig van Beethoven’s Studien im Generalbasse, Contrapunkte und in der Compositions=Lehre , Wien, Tobias Haslinger, 1832. (traduttore Luigi Felice Rossi)