Trattato di armonia e composizione – Parte prima
CAPITOLO I –
Tutti i segni che si impiegano nell’accompagnamento diconsi numeri: eccone alcuni esempi:
Le decime, undecime, tredicesime considerate quanto al loro effetto, altro non sono che le ottave della terza, della quarta e della sesta: esse sono indicate dai numeri 10, 11 e 13, quando si succedono per gradi: ma negli altri casi loro si sostituiscono i numeri tre, 4, 6 che più facilmente saltano all’occhio.
quando i segni di alterazione sono necessari agli intervalli non conformi al tuono, devono essere scritti. L’intervallo è naturale, quando è conforme alla natura del tuono; è accidentalmente eccedente o diminuito, ovvero maggiore o meno che minore, per mezzo della giunta dei segni di alterazione. Una linea attraverso il numero o un diesis postogli accanto prima o dopo, alza l’intervallo di un semituono.
un numero accompagnato da un bemolle è il segno di un intervallo abbassato nella stessa proporzione.
un numero accompagnato da un bequadro di intervallo della sua posizione naturale.
due lineette a traverso di un numero o due diesis, o un doppio diesis o infine un numero tagliato e accompagnato da un diesis alzano l’intervallo di un tuono intero.
Nei tuoni bemollizzati, l’intervallo abbassato di un tuono intero può essere rappresentato da un bemolle grande o due piccoli.
i segni di abbassamento o di innalzamento in seguito alle doppie alterazioni sono:
alcuni autori, e specialmente antichi compositori, usavano altresì qualche volta, dei tuoni bemollizzati alla chiave, gli intervalli eccedenti per rappresentanti da un diesis può da una lineetta a traverso del numero, e viceversa. Ne tuoni che portano diesis, le alterazioni sono espresse da bemolli.
la quinta falsa (quinta minore), la settima minore e la settima diminuita rappresentansi di ordinario con un bemolle. Di presente ponsi abitualmente questo segno dopo un numero: e così per la risoluzione del bemolle o bequadro, come…….. tuttavia non di rado si sostituisce al bequadro una vignetta attraverso il numero come………….. la terza può essere indicata da un semplice segno che altera la nota o che rimette nel tuono naturale.
Né minore attenzione si presta ad essi necessarii d’alterazione (degli altri intervalli), poiché ciò è, per così dire, ancor più utile ad una rapida lettura della musica (nell’accompagnamento): così si scrive b2, b4, b5, ……: tuttavia ad evitare qualsiasi maliintelligenza, giova meglio notarle in questo modo: 2b, 4b, 5b ……. nell’ottava e nella nona, il tagliare il numero è più raro, e collocansi diesis e altri segni di alterazione prima o dopo la nota. Lo stesso ha luogo per l’unisono. Le elevazioni o abbassamenti di un tuono intero, come pure il ritorno alla primitiva intonazione, sono indicati nel modo seguente:………………………………………., e così degli altri. Se il segno di alterazione è poco solo al di sopra di una nota fondamentale, senza indicare altra nota, appartiene come si è detto, alla terza. I segni e numeri devono essere posti al sopra la parte del basso, poiché all’atto delle note o al di sotto vengono notate le indicazioni di piano, di forte eccetera. Quando due parti sono collocate una sopra l’altra una pel violoncello, l’altra per il contrabbasso o per l’organo, od eziandio nella fuga, di cui le entrate del tema sono segnate nella parte dell’accompagnatore, non si eseguisce se non ciò che è scritto nella notazione, e si riempiono gli accordi solamente quando esistono i numeri. se la mano dritta a un passo obbligato, si scrive con piccole note nel modo seguente:
gli accordi con gli intervalli i cui numeri non sono posti al di sopra della nota, ma trovansi alquanto da un lato verso la dritta, non hannosi a far sentire in uno con la nota di basso, ma si debbono rendere sulla metà o su un terzo del suo valore.
ogni armonia indicata allo stesso valore della nota su cui essa è posta: così, nel esempio seguente, si conserva l’accordo di sesta sulla seconda misura, sino a che si trovi indicazione di un nuovo accordo.
lo stesso avviene quando la nota di basso ascende o discende di una ottava, può quando le note di passaggio e le diverse note dell’armonia si fanno intendere successivamente.
se due numeri sono poste successivamente sopra una nota divisa in due parti uguali, ogni armonia indicata acquista per ciò la metà della durata di essa nota.
se tre numeri sono collocati successivamente sopra una simile nota, La prima armonia prende la metà del suo valore, gli altri due accordi dividono in seguito per metà il resto della nota.
quattro numeri posti l’uno dopo l’altro significano che ogni armonia indicata dee prendere la quarta parte del valore della nota.
Cinque numeri divideranno così il valore della nota:
Di due numeri posti l’un dopo l’altro sopra una nota del valore ternario, la prima armonia appartiene alle due prime parti della nota puntata; soltanto la terza parte del valore di questa nota spetta al secondo numero.
Nelle misure ternarie, ciascun numero prende la metà del valore della nota principale.
Se tre numeri son posti sopra una nota di queste misure ineguali, a ciascun accordo appartiene il terzo del valore di questa nota.
Allorché v’ hanno quattro numeri in una misura di questa specie, a ciascuno de’ due primi appartiene uno de’ tre primi tempi della misura: l’ultimo tempo è diviso fra i due ultimi numeri
Cinque numeri posti un dopo l’altro dividono la misura nella stessa maniera.
I punti dopo i numeri prolungano la durata del loro impiego.
Tuttavia una lineetta orizzontale — fa a un dipresso il medesimo effetto.
Se i numeri sono collocati al disopra de’ punti, si fa intendere l’ armonia da essi indicata e che spetta alla nota seguente durante il punto medesimo.
La stessa cosa ha luogo sulla durata della pausa.
Quando un numero è posto sopra una pausa di corta durata, l’ accordo debb’ essere percosso su questa pausa e le note di basso che seguono, gli appartengono.
Nullameno l’ armonia di certi numeri che veggonsi collocati su pause di valore più lungo, benché essa sia del pari percossa su questa pausa, si riferisce alla nota intesa precedentemente.
Una linea orizzontale indica che nell’ accompagnamento le note dell’ accordo precedente, od anco un solo intervallo di quest’ accordo debbono essere conservati.
Tuttavia in certe circostanze, e specialmente in un movimento lento l’accordo o l’intervallo può essere percosso una seconda volta. Tutte le note di passaggio che fanno dissonanza coll’ accordo e dan luogo ad una alterazione irregolare, notansi con una lineetta obliqua; quelle che, per lo contrario, appartengono all’armonia, e formano un’alterazione regolare, si esprimono per mezzo di una lineetta orizzontale, o non s’indicano punto.
Quanto più numeri son disposti gli uni sopra degli altri, son seguiti (se l’ accordo non è alterato) da altrettante linee orizzontali.
Se si vuol scortarsi dalle regole precedentemente stabilite, e dare a ciascuna nota il proprio accordo, esprimesi il prolungamento della terza per mezzo di una linea orizzontale collocata fra i due numeri.
Nelle note cambiate (note di passaggio per anticipazione) la line obliqua / indica che l’ accordo espresso dai numeri debb’ essere percosso per anticipazione al principio del tempo.
Per mezzo di ua mezzaluna chiamata Arco di Tekemann dal nome del suo inventore,clcuni compositori esprimono: 1) l’ accordo perfetto diminuito, colla terza e la quinta minori.
2) certi accordi incompleti, ai quali manca un intervallo.
3) diverse specie di ritardi come:
4) delle armonie di passaggio. Tutti i passi che non devono essere accompagnati che a due parti. Tuttavia giova assai più, quado il compositore non vuol collocare accordi completi, scrivere la parole “a due“.
Le voci unisono, unis, all’ unisono, all’ ottava, indicano che la mano diritta deve suonare all’ ottava del basso, ma quando l’ accompagnatore debbe far intendere nuovamente accordi intieri, a queste note sostituisconsi i numeri.
Tasto solo, o le lettere TS indicano che la nota debb’ essere sostenuta senz’ accompagnamento sino all’ apparire de’ numeri.
In generale indicar potrebbersi il silenzio dell’ accompagnamento per mezzo di un zero, il quale darebbe a conoscere all’ accompagnatore ch’ egli dee lasciare inattiva la mano dritta, sia che i numeri sorvengano a condurlo di nuovo all’ accompagnamento.
Pagina tratta da : Ludwig van Beethoven – Studi ossia Trattato di armonia e di composizione; prima versione italiana con note di F.G. Fétis (1784-1871) e L.F. Rossi (1805 – 1863) Milano, Luigi Ricordi & C. 1855, traduzione da Ignaz Xaver von Seyfried Ludwig van Beethoven’s Studien im Generalbasse, Contrapunkte und in der Compositions=Lehre , Wien, Tobias Haslinger, 1832. (traduttore Luigi Felice Rossi)