Skizzenbuch “Kafka” (Kafka Sketchbook)
Autograph Miscellany from circa 1786 to 1799
British Museum additional Manuscript 29801, ff 39-162. Edited by Joseph Kerman, Professor of Music, University of California at Berkley. London 1970
Autograph Miscellany from circa 1786 to 1799
British Museum additional Manuscript 29801, ff 39-162. Edited by Joseph Kerman, Professor of Music, University of California at Berkley. London 1970
La grande raccolta conservata alla British Library e comunemente chiamata “Miscellanea Kafka” è costituita da singole pagine di appunti musicali, bifogli e quaderni, per un totale di 124 fogli risalenti agli anni compresi tra il 1786 ed il 1799. Beethoven la utilizzò, secondo il suo costume, come canovaccio per appunti di opere che avrebbe completato o inteso completare, nonché come quaderno di appunti e di abbozzi. In questa autentica “miniera del pensiero” sono stipate circa 300 opere, note e sconosciute e altre notazioni di vario genere.
Il viennese Johann Nepomuk Kafka (1819-86) avrebbe acquistato la miscellanea da Artaria dopo il 1870. Pianista e compositore, nonché collezionista e commerciante dilettante di manoscritti musicali, nella sua collezione figuravano gli autografi di una serie di bagatelle di Beethoven, la sonata per pianoforte op. 28 e la sonata op. 53 («Waldstein»), così come vari schizzi, abbozzi e fogli di appunti vari. Alcuni fogli che probabilmente facevano parte di questa collezione sono ora conservati alla Beethovenhaus.
La miscellanea fu studiata da Gustav Nottebohm che ne parlò per la prima volta in due brevi note del 1869-71 e che pubblicò altri nove articoli nel 1875-6; ulteriori sei articoli apparvero postumi nel 1887. L’interesse di Nottebohm per gli schizzi fu essenzialmente cronologico e riconobbe nella miscellanea una preziosa fonte di informazioni sulle opere del primo periodo, periodo per cui le informazioni sono naturalmente più scarse. Straordinariamente ancora oggi le date presupposte da Nottebohm per le opere con numero di Opus e WoO contenute nella miscellanea (Op. 1 N. 2 e 3, op. 7, op. 10 N. 2 e 3, op. 11, 13, 14 N. 1, op. 15, 16, 19, 37, 46, 49 nr. 1 e 2, op. 52 No. 3, op. 71, WoO 6, 53 e 126) sono universalmente accettate.
In un articolo Nottebohm si spinse persino più avanti, illustrando l’evoluzione della Sonata in mi maggiore, op. 14 No. 1, mediante la trascrizione di tredici schizzi riportati nelle pagine 65 e 121 della miscellanea (Queste pagine contengono un totale di 28 abbozzi preparatori della sonata.)
Una volta giunto a Londra il manoscritto fu analizzato da studiosi britannici. A. J. Hipkins notò l’autografo della Sonatina in do minore per Mandolino e Pianoforte, WoO 43a (a pagina 87), pubblicata per la prima volta dal Grove (1880, nell’ articolo “Mandoline”). Nel 1892, la miscellanea figurò egualmente in un lungo articolo di J. S. Shedlock, “Beethoven’s Sketch Books” (serie di articoli e di esempi riportata integralmente dal nostro sito). Altri nomi illustri si affiancarono ai precedenti: Fritz Stein, Jack Werner (anche queste pubblicazioni sono state inserite integralmente sul sito) A.E.F. Dickinson, Willy Hess che pubblicò alcune opere contenute nella miscellanea sui rinomati “Supplemente zur Gesamtausgabe” editi da Breitkpof & Härtel negli anni 60 del secolo scorso.
Infine, menzione a parte va data al noto aneddoto di Wegeler sulle “Lamentazioni del profeta Geremia” riportato nel 1959 dal professor Joseph Schmidt-Görg, direttore della Beethoven Haus di Bonn. Sia l’ aneddoto che le “Lamentazioni”, abbozzate al folio 96 recto della miscellanea, sono riportate sul nostro sito.
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