Dall’ introduzione di Paola Rossetti: “Questo scritto è nato dallo studio della composizione di Francesco Trocchia Recast (Kleine Fuge) del 2015. Il testo musicale del compositore milanese incorpora un abbozzo di fuga di tre pagine proveniente da un quaderno di schizzi di Ludwig van Beethoven noto come Landsberg 7. L’abbozzo venne catalogato da Giovanni Biamonti come «FUGA (frammenti) (in re minore)», con datazione 1800. In questo articolo cercherò di indagare il potenziale legame stilistico di questo testo beethoveniano con la produzione di epoca più tarda, prendendo come modello di riferimento la Große Fuge op. 133. Lo scritto non pretende di essere un’analisi esaustiva, condotta con rigore scientifico, dei materiali trattati: suo obiettivo è un’indagine preliminare in grado, negli auspici di chi scrive, di sollevare interrogativi e suggerire spunti di riflessione per gli studiosi. Detta indagine prende l’avvio dall’esame di alcuni intervalli melodici utilizzati nei frammenti di inizio Ottocento e nella produzione beethoveniana matura.
Le tre pagine di schizzi che costituiscono l’ossatura della composizione di Francesco Trocchia – come abbiamo detto, un abbozzo di fuga – provengono dal quaderno Landsberg 7, consultabile accedendo alla collezione digitale della Biblioteca di Stato di Berlino, che detiene il manoscritto originale. Il quaderno venne utilizzato da Beethoven in un periodo che gli studiosi hanno collocato, per la maggior parte, fra l’estate-autunno 1800 e il marzo del 1801. Dopo la morte del compositore il prezioso testimone conobbe diversi possessori: dall’editore viennese Domenico Artaria (1775-1842) al musicista e collezionista tedesco Ludwig Landsberg (1807-1858), per essere poi acquisito dalla biblioteca berlinese, allora Biblioteca Reale, nel 1862….”