Opus 133 Grande Fuga (Grosse Fuge) per quartetto d’ archi
(concepita per il quartetto Opus 130)
Overtura – Allegro
Opus 133 Grande Fuga (Grosse Fuge) per quartetto d’archi (concepita per il quartetto Opus 130) agosto-novembre 1825, pubblicata poi a parte dall’editore Artaria nel maggio 1827 con dedica all’arciduca Rodolfo d’Austria (GA. n. 53, serie 6/17 – B. 133 – KH. 133 – L. IV, pag. 303 – N. 133 – T. 256).
Fu consigliato a Beethoven di sostituire questa fuga con un pezzo più leggero, ma si può ben pensare la poderosa pagina come ideologicamente connessa con l’insieme organico, fantastico e delicato a cui era stata destinata originariamente. Naturalmente senza fare violenza alla tipica forma di musica pura che la governa; per quanto Beethoven, con la frase aggiuntavi: «tantot libre tantot recherchée», abbia voluto sanzionare gli estremi di una licenza spregiudicata di artista superiore e di una disciplina austera di artefice: fantasia e regola unite in una sfida insieme ai troppo dotti e ai troppo romantici. «La fuga beethoveniana» ha scritto D’Indy, «è notevolmente inferiore a quella di Bach, dal punto di vista della plasticità di scrittura e dell’equilibrio architettonico, ma possiede, nonostante questa inferiorità, anzi forse in ragione di essa, qualche cosa di più umano: l’espressione drammatica».
Per quanto riguarda la Fuga in oggetto, si può pensare, riferendola al quartetto, ad una energica affermazione di vita dopo tanti episodi di sogno: la vita di un potente volitivo che si vendica dei momenti, pure tanto suggestivi e profondi, di dolce abbandono. Una breve introduzione o Overtura, come la chiama lo stesso Beethoven, espone il tema principale nelle sue varie forme: la prima «simile ad un colonnato massiccio che sostiene il portico», dice Rolland (A); poi un’altra in valori più brevi con un ritmo balzante (B); poi un movimento più largo (Meno mosso e moderato) (C) accompagnato da una fantasiosa figura di semicrome, dal quale si svilupperà la seconda fuga; infine (Allegro) una figurazione di crome ripetute e legate. Poi inizia la prima fuga, basata peraltro su un tema differente, impetuoso, martellato, a cui il tema principale, nella forma dell’Allegro suddetto, fa soltanto da controsoggetto, restando sempre sottoposto ad esso durante il lungo svolgimento.
Un cambiamento di tempo e di tono (Meno mosso e moderato, re bemolle maggiore) pone termine a questa fuga con l’entrata e lo sviluppo della figura di semicrome, la quale porta nel quadro finora tanto violento una nota di poetica fantasia, mentre sotto di essa prende a svolgersi, in principio senza un particolare rilievo, il tema principale nella forma (C).
Ma tutto ciò non è che il principio della seconda fuga (Allegro molto e con brio, in si bemolle), questa volta con il tema principale nella forma (B) come soggetto. Il tema della prima fuga sembra momentaneamente dimenticato, ma infine torna anch’esso a riaffacciarsi e a riunirsi variamente agli altri.
Come in un rapido ricordo sono ancora fuggitivamente richiamati nelle loro forme originarie il tema impulsivo della prima fuga e quello tenero (C), poi viene l’energica conclusione.
[Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]
Titolo originale: Opus 133 Große Fuge (B-dur) für zwei Violinen, Viola und Violoncello Widmung: Erzherzog Rudolph von Österreich NGA VI/5 AGA 53 = Serie 6/17
Composizione e pubblicazione: Composta inizialmente come ultimo movimento del Quartetto op.130, che Beethoven compose a Vienna tra maggio e dicembre 1825, ma poi pubblicata separatamente. Le edizioni originali furono pubblicate nel maggio 1827 in partitura e parti di Mathias Artaria a Vienna e in parti da Maurice Schlesinger a Parigi. Per la genesi e le trattative editoriali fino all’agosto 1826, vedere l’ op. 130 Dopo che a settembre fu decisa la separazione della fuga dal quartetto op.130, Artaria all’inizio di dicembre presentò a Beethoven le bozze del titolo per un’edizione separata del movimento: „Die Fuge ist nun gestochen und ich werde Ihnen die Correcturen senden. Hier sind die Titel, wollen Sie sehen ob sie so recht sind. – Ich wüste es, aber Holz sagte mir Sie hätten nicht gerne das compose – In die Mitte kömt der Wappen“ (BKh 10 p. 292). Per trovarne un titolo adeguato, Artaria scrisse in una libro mastro interno: „An Kurka für 1 Titel zur Beethoven’schen Fuge […] 25 Cf.“ (Nottenbohm/Beethoveniana ll p. 265). Il 15 febbraio 1827 furono pagati „2 Titel zu den Beethoven’schen Partituren“ (probabilmente Op. 130 e 133), che furono nuovamente modificati nel corso del mese di febbraio. Le tavole dell’edizione originariamente prevista del quartetto op.130 con la fuga come movimento finale furono utilizzate per stampare l’edizione delle parti. D’altra parte, le tavole per l’edizione della partitura sono state probabilmente reincise. Contemporaneamente all’op. 130, pubblicata nel maggio 1827, partitura e parti dell’op. 133 furono realizzate a partire da lastre probabilmente realizzate secondo un modello di incisione della “versione originale” ora perdute.
Le prove preesistenti dell’edizione Artaria sembrano essere state il modello per l’edizione di Parigi all’interno della „Nouvelle Edition“ . Ma quasi due anni dopo, Schlesinger pubblicò una “Nouvelle Edition” riveduta. Prima esecuzione il 21 marzo 1826 a Vienna, a cura del quartetto Schuppanigh come ultimo movimento dell’op. 130. Abbozzi, vedere op. 130 Partitura parzialmente autografa, senza le ultime 26 battute: PL-Kj, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 215. Data: seconda metà del 1825. Pagine 76-78 scritte da Wenzel Rampl, pagina 79 scritta assieme con Beethoven. Manca l’ultima foglio. Titolo: Foglio 1 recto titolo “overtura”. 48 fogli; 91 pagine di testo musicale Fogli 1 recto / 48 versus. Fogli 1 recto 8, 62, 75 e 80 vuoti, p. 61 con annotazioni. Carta di diversi tipi: pagine 75-78: formato orizzontale, circa 25 x 32 cm, 8 righe; altri altri fogli: formato orizzontale, circa 25 x 32 cm, 10 linee; Provenienza: Acquistato con il numero 102 dell’asta della successione Beethoven del 1827 da Domenico Artaria, Vienna. – Erich Prieger, Bonn, dal 1897. – Acquisito nel 1901.
Facsimile: SBB. Prima edizione: „GRANDE FUGUE / tantot libre, tantot recherchée / pour / 2 Violons, Alte & Violoncelle. / Dediée avec la plus profonde veneration / A’ / Son Altesse Imperiale et Royale Eminentissime / MONSEIGNEUR LE CARDINAL / [Wappen] / RODOLPHE / Archiduc d’Autriche, Prince de Hongrie / et de Boheme, Prince=Archeveque d’Ollmütz, etc,, etc,, / Grand=Croix de l’Ordre Hongrois et de Sr Etienne etc,, etc,, / PAR / L. VAN BEETHOVEN / Oeuvre 133. / (Propriete de l’Editeur) / VIENNE / chez / Math,, Artaria, / Kohlmarkt N° 258. /
[Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]
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