Clara e Ignaz –

La dedica di Ignaz Xaver, Ritter von Seyfried a Clara Wieck, di Antonietta Cappelli

Il 15 agosto del 1776, a Vienna, nasceva uno dei cari amici di L.v.Beethoven: Ignaz Xaver, Ritter von Seyfried. Musicista austriaco che visse e operò a Vienna fino alla sua morte, 27 agosto 1841. Ebbe la fortuna di ricevere un’istruzione di primo ordine e di confrontarsi costantemente con tutti i grandi musicisti dell’epoca classica, con i quali dimostrò sempre un rapporto cordiale e di stima.

Studiò con W. A. Mozart, L. A. T. Koželuh e J. G. Albrechtsberger; fu direttore d’orchestra al teatro An der Wien dal 1797 al 1828. Curò le edizioni degli studi di armonia di Albrechtsberger (1826) e successivamente, in ricordo del legame amichevole che li aveva uniti, gli studi di composizione di Beethoven (1832).

Nonostante gli onori riservati a questo uomo di cultura, non riuscì mai ad arrivare ai livelli artistici dei grandi classici viennesi e ad oggi, la sua musica è assente nei programmi di sala.

Seyfried era stimato soprattutto come direttore di opera ed orchestra, conosceva molto bene le regole armoniche. Oltre ad opere liriche scrisse brani di musica sacra e strumentale. È noto che Beethoven lo scelse per dirigere il Fidelio e il suo Concerto n.3 per pianoforte. Meno noto è il fatto che abbia dedicato alla giovane emergente Clara Wieck, un Impromptu in DO minore, datato 31 gennaio 1838.

Il manoscritto, in calce ai pentagrammi, riporta la seguente dedica:

Clara Wieck, Polyhymniens Hohen=Priesterin, als kleine Erinnerungsgabe

geweiht, von ihrem wahren Verehrer und Bewunderer Seyfried

Wien am 31. Januar 1838

 

Si tratta di 54 battute, distribuite su 5 pentagrammi doppi. Tempo ¾ in ritmo anacrusico, andamento “vivo ed energico”. Brano contrappuntistico, molto scarno dal punto di vista melodico e armonico. Si apre in Do minore, dalla battuta n.19 iniziano una serie di micro-modulazioni che riportano sempre al DO minore per poi chiudere in DO maggiore, quasi a sottolineare il fatto che Clara è considerata un Mito.

Una dedica molto importante, più del contenuto musicale (molto scolastico).

Come si può osservare, seppur l’immagine sia di scarsa qualità, la scrittura è molto chiara e, presumendo che sia stato scritto di pugno da Seyfried, denota una persona ordinata e precisa. Lo stile contrappuntistico richiama una musica ancorata alla scuola classica ma, riporta ad una nuova forma musicale: l’Improvviso. La dedicataria, Clara Wieck, tra il 1834 e il 1836 compose 4 studi caratteristici, op.5, per pianoforte solista, detti Improvvisi.

Il termine “Improvviso” fu riportato per la prima volta nel 1817 dall’ Allgemeine musikalische Zeitung, per indicare un brano per pianoforte del boemo Jan Václav Voříšek (1791-1825). Tale composizione fu pubblicata nel 1822 come Impromptu op. 7. Forma in stile libero, improvvisata.

A questo punto mi verrebbe da pensare che non sia un caso che Seyfried abbia scelto proprio un Improvviso da dedicare alla giovane emergente Clara. La concertista, nel 1838 aveva 19 anni, un’adolescente che si esibiva nell’arena viennese, quella più spietata dell’epoca. Tenacia, energia, vitalità e tanta grinta. Il brano riporta proprio queste caratteristiche, anche se non mancano tratti delicati, tipici di una donna. L’impromptu di Seyfried, mi riporta alla mente gli incisi “acciaccati” (le acciaccature) che Clara scrive nel suo Improvviso n.1 dell’op.5, detto “Le Sabbat”. Anche nell’improvviso di Seyfried le acciaccature hanno un ruolo determinante.

È noto che Clara sin dalla tenera età fu una concertista di fama, in tutta Europa.

Durante la tournée a Vienna del 1838, fu accolta con entusiasmo e le esibizioni pubbliche, segnarono la sua gloria (quella che nello stesso luogo le fu negata otto anni dopo); qui, Clara conosce di persona Franz Listz. La fama della fanciulla l’aveva preceduta, e qualche tempo prima, Listz aveva recensito positivamente alcune sue composizioni in “Revue et Gazette Musicale de Paris”: Impromptus (op. 5), Sonata (op. 11) e Concerto senza orchestra (op. 14).

La conoscenza fisica di Franz Listz è documentata dalle lettere che Clara scriveva costantemente all’amato Robert Schumann, non ancora suo marito.

Il repertorio da esibire ai concerti era gestito dal padre, il quale non permetteva alla giovane di eseguire brani di J.S. Bach e di L.v.Beethoven. Questi ultimi furono inseriti in repertorio da Clara a partire dal 1840, anno in cui divenne la signora Schumann.

Non vi sono documenti che attestano l’incontro avuto tra Clara e Seyfried, se non l’olografo conservato alla Biblioteca di Stato di Dresda.

Potremmo supporre che, essendo Seyfried un cittadino viennese strettamente legato all’ambiente musicale di prim’ordine, dopo i concerti tenuti da Clara, il riconoscimento del talento e l’ammirazione per la fanciulla, lo abbiano portato a scrivere il brano in oggetto. Tale brano non risulta essere stato pubblicato da nessun editore. La data riportata “1 gennaio 1838” potrebbe essere la data di composizione che non è detto coincida con la stessa data in cui il compositore l’abbia donato a Clara, semmai l’abbia fatto. Potrebbe essere stato donato come augurio per il nuovo anno insieme a dei dolcetti portafortuna, tipici della cultura austrica, in un grande salotto viennese intriso di suoni e balli per i festeggiamenti del nuovo anno. Potremmo avanzare differenti ipotesi, tutte potrebbero raccontare storie differenti.

Chissà se Clara abbia mai suonato queste note, abbia notato l’assonanza con il suo improvviso e se abbia sorriso, leggendo la tessitura sonora di Seyfried.

Bibliografia

www.rodoni.ch/schumann

j-store.org: 19th-Century Music – Vol. 4, No. 1 (Summer, 1980), pp. 70-76; University of California Press

Wikipedia.org

imslp.org

Treccani.it/enciclopedia

L’ Impromptu in do minore fa parte del progetto La ricerca diventa Arte

Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven e del suo tempo: Un’ esplorazione artistica a cura della pianista professoressa Antonietta Cappelli

Consiglio sulla pagina del sito:

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