Ludwig van Beethoven – Trascrizioni e studi sulle opere di Johann Sebastian Bach
Elenco delle trascrizioni e degli studi che Beethoven fece delle opere di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750).
Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 – Lipsia 1750). Apparteneva alla famiglia di musicisti tedeschi più nota a quei tempi, al punto che il cognome “Bach” nelle città della Turingia era diventato sinonimo di “musicista”. Suo padre Johann Ambrosius era violinista di corte ad Arnstadt.
Il giovane Johann Sebastian iniziò gli studi musicali in casa frequentando contemporaneamente la scuola di latino della sua città. All’età di dieci anni, rimasto orfano di madre e padre, fu affidato alle cure del fratello maggiore, Johann Christoph, che gli insegnò a suonare il clavicembalo ma soprattutto l’organo.
Bach fu non solo grande organista ma anche esperto di organaria, l’arte di costruire gli organi. Per queste sue capacità nel 1703, ricevette il primo importante incarico musicale ad Arnstadt, come strumentista e collaudatore del nuovo organo della chiesa di S. Bonifacio. Qui iniziò a scrivere le prime composizioni ‘libere’ – ossia non legate alle funzioni religiose – per organo, come preludi, fantasie, toccate. Tra queste spicca per bellezza la celebre Toccata e fuga in re minore BWV 538 (BWV è la sigla del catalogo delle sue opere), composizione virtuosistica composta di due parti. L’attività di organista di Bach proseguì poi nella vicina Mühlhausen.
Nel 1707 Bach sposò la cugina Maria Barbara dalla quale ebbe sette figli, due dei quali, Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel, divennero musicisti famosi. Nel 1708 il principe di Sassonia, Johann Ernst, lo invitò a Weimar come organista di corte e musico da camera. Nel 1714 il compositore fu promosso alla carica superiore di Conzertmeister, ossia direttore dei concerti di corte, con il compito di eseguire e dirigere ogni mese nuove composizioni sia sacre sia profane. A Weimar Bach scrisse numerosi corali per organo e cantate.
Nel 1717 il principe Leopold invitò il compositore a Cöthen con il ruolo di maestro di cappella. La corte di Cöthen era di religione calvinista e dunque non richiedeva la composizione di musica sacra al maestro di cappella, bensì di musica strumentale destinata ad allietare la vita di corte. In questo contesto nacquero pertanto molte composizioni strumentali: le tre Sonate e tre Partite per violino solo, le sei Suites per violoncello, le quattro Suites per orchestra e i famosi Concerti brandeburghesi nei quali Bach sperimenta con grande fantasia le diverse possibilità di realizzazione della forma del concerto barocco.
Nella produzione strumentale del periodo di Cöthen, ha una particolare importanza il primo volume del Clavicembalo ben temperato (1722). L’opera, come suggerito dal titolo, tocca un problema di acustica musicale che interessava l’accordatura degli strumenti a tastiera. Nel Clavicembalo, Bach adottò infatti il temperamento equabile, fissato nel 1691 dallo scienziato tedesco Andreas Werckmeister, che divideva l’ottava in dodici semitoni tutti uguali. Il primo volume del Clavicembalo ben temperato (nel 1744 ne compose un secondo) è strutturato in 24 preludi e fughe, ciascuno costruito su uno dei dodici semitoni della scala, dodici nella tonalità maggiore e dodici in quella minore.
Nel 1723, lasciò la piccola cittadina di Cöthen per trasferirsi nella città di Lipsia, più grande e culturalmente più vivace, dove assunse la carica di Cantor della chiesa di S. Tommaso. Compito del Cantor era di dirigere il coro della chiesa, di organizzare le esecuzioni musicali ma soprattutto di comporre musica per il servizio liturgico luterano. A questo periodo appartiene quasi tutta la produzione sacra di Bach e, in modo particolare, la composizione delle cantate sacre: ne scrisse, dal 1723 al 1729, circa 300, 190 circa delle quali sono pervenute ai giorni nostri.
La cantata sacra è una composizione vocale per coro e voci solistiche che veniva eseguita tra la lettura del Vangelo e il sermone, oppure poteva essere divisa in due parti da cantarsi prima e dopo il sermone. La struttura musicale delle cantate sacre bachiane è varia e fa uso di diverse forme della musica tra Seicento e Settecento (arie, recitativi, corali, mottetti, madrigali e altro).
All’ultima produzione bachiana appartengono alcune opere quali le Variazioni Goldberg per clavicembalo (1742), l’Offerta musicale (1747), l’Arte della fuga (1749-50) in cui le tecniche della variazione e del contrappunto raggiungono il massimo sviluppo.
Alla morte di Bach, avvenuta nel 1750, la sua musica non fu più eseguita e il compositore venne quasi dimenticato. Nei primi anni dell’Ottocento, grazie al musicologo tedesco Johann Nikolaus Forkel, autore della prima biografia di Bach, ebbe inizio la cosiddetta rinascita bachiana: i compositori romantici riscoprirono la musica di Bach e ne favorirono la diffusione.
Olio su tela (79,5 cm x 63,5 cm), recante sul retro la dicitura EG Haußmann pinxit 1746.
Una delle leggende indelebili di Beethoven è la frase che sarebbe stata pronuciata dal maestro di Bonn “Nicht Bach, sondern Meer sollte er heißen!” Anche se apocrifa, è veritiera nella sua essenza: come tutti gli esperti musicisti del suo tempo, anche Beethoven era un grande ammiratore dell’arte di Bach. Già nel 1801 si congratulò con entusiasmo con l’editore di Lipsia Franz Anton Hoffmeister per il progetto di pubblicare a stampa l’opera completa di Bach e comunicò all’ editore la volontà di preacquistarla. Nel luglio 1809, Beethoven ordinò a Breitkopf & Härtel, tra le altre cose, “überhaupt alles von Partituren” di Johann Sebastian Bach. È vero che Johann Sebastian Bach non era così radicato nella coscienza del grande pubblico prima della cosiddetta riscoperta di Mendelssohn (con l’ esecuzione della Matthäuspassion nel 1829), ma era comunque molto noto a musicisti e appassionati. Non sorprende quindi che Beethoven si sia occupato anche del Thomaskantor. Beethoven copiò opere di interesse o soluzioni a problemi musicali dei suoi colleghi. Soprattutto negli ultimi dieci anni della sua vita si rivolse sempre più al contrappunto. Il foglio in esame risale probabilmente al 1817 circa ed è utilizzato anche con la Sonata per pianoforte op. 106. Il movimento finale di questa sonata è un’ampia fuga: Beethoven potrebbe essersi occupato delle composizioni di fughe di Bach in preparazione di questo movimento.
Beethoven-Haus Bonn, Sammlung H. C. Bodmer, HCB Mh 43 recto
Beethoven-Haus Bonn, Sammlung H. C. Bodmer, HCB Mh 43 verso
Le due opere tratte da Bach che hanno un numero di catalogo sono quelle che Hess numerò come Hess 35 e 38 e precisamente Hess 35 – Trascrizione di una fuga di Bach, per quartetto d’archi (frammento), Tratta da BWV 869 e Hess 38 – Trascrizione della fuga in sib minore da “Il clavicembalo ben temperato” di J.S. Bach, per 2 violini, viola e 2 violoncelli, Tratto da BWV 687.
Ecco la lista completa di tutti gli appunti di Beethoven tratti da Bach:
(1) Zweistimmige Invention Nr. 11 g-moll BWV 782 e dreistimmige Sinfonie Nr. 3 D-dur BWV 789. D-BNba, collezione H. C. Bodmer, HCB Mh 43. Datazione probabilmente 1817, Facsimile e descrizione: DBH/online.
(2) Das Wohltemperierte Klavier I; da questo:
(a) Fuge C-dur BWV 846, battute 1-4a. A-Wgm, A 75 IV. Descrizione: Vienna/Autografo S. 144. (non disponibile alla visione)
(b) Fuge b-moll BWV 867. Arrangiamento per quintetto d’archi (Hess 38, vedere anche SBG VI/14), partitura: D-B, Mus. SM. autografo Beethoven Grasnick 14. Datazione: intorno al 1801 (vedere anche Kurth/Streichquintette pagina 196f), facsimile: SBB/microfilm, descrizione: Bartlitz/Katalog, edizione: Ernst Sauter (a cura di), Monaco: Walter Wollenweber, ca. 1988 (Unbekannte Werke der Klassik und Romantik, 13). Probabilmente copiato da un manoscritto originale.
(c) Fuge b-moll BWV 867, battute 61-62 e 29—31. Quaderno di schizzi “Boldrini”, pagina 4, perduto (vedi Nottebohm/Beethoveniana ll p. 350). Preso da: „Abhandlung von der Fuge“ di Marpurg (vedere anche copie di Beethoven da Musik-theoretika).
(d) Fuge h-moll BWV 869, battute 1—32. Battute 21—27 omesse. Arrangiamento per quartetto d’archi (Hess 35), partitura: A-Wgm, A 81. Datazione: intorno al 1817, descrizione: Vienna/Autographe pagina 156. Bibliografia: Hess/Hess35 e 36.
(3) Das Wohltemperierte Klavier II; da questo:
(a) Fuge c-moll BWV 871, senza le ultime tre battute; Fuge F-dur BWV 880, battute 1-9a: Fuge G-dur BWV 884. A-Wgm, A 75 IV. Descrizione: Wien/Autographe pagina 144. – Blanken/Bach-Quellen volume primo, pagine 171— 173.
(b) Fuge c-moll BWV 871, Tema (battute 1-2 e 14—15); Fuge E-dur BWV 878, battute 1-2 e 26—28. Proprietà privata e sconosciuta (esistono solo fotografie del 1958 nella D-BNba, An 251/2), recto.
(c) Fuge d-moll BWV 875, battute 14-15 e 26-27; Fuge E-dur BWV 878, battute 1-2 e 23-27. D-BNba, collezione H. C. Bodmer, HCB Mh 46d. Facsimile e descrizione: DBH/online.
(d) Fuge B-dur BWV 890, battute 1-5. D-BNba, collezione H. C. Bodmer, HCB Mh 46h. Facsimile e descrizione: DBH/online. Trascizioni probabilmente tratte da Albrechtsberger „Gründliche Anweisung zur Composition“.
(e) Fuge c-moll BWV 871, battute 14-16 e 23-25. D-BNba, collezione H. C. Bodmer, HCB BSk 5. Facsimile e descrizione: DBH/online. (probabilmente tratto da Marpurg „Abhandlung von der Fuge“.
(f) Fuge cis-moll BWV 873, battute 14-16; Fuge B-dur BWV 890, battuta 5. US-PR Scheide (Collocazione: PRu), (SV 365) foglio. 5v (quaderno di sei fogli, contenente perlopiù gli abbozzi per la sonata Opus 106).
(4) Chromatische Fantasie und Fuge BWV 903; da questa: Fantasie, battute 1-21, e Fuge. battute 1-26, così come altre singole battute. PL-Kj, Mus. ms. autogr. Beethoven Landsberg 11, pagina 69. Datazione: 1810, Facsimile: SBB/Microfiches.
(5) Fantasie und Fuge a-moll BWV 944; da questa: Fuge, battute 1-5. A-Wgm, A 75 IV. Descrizione: Wien/Autographe pagina 144. – Blanken/Bach-Quellen volume primo, pagine 171-173.
(6) Die Kunst der Fuge BWV 1080; da questa: Contrapunctus 4, battute 61 e 71-74. „Boldrini“-Skizzenbuch, pagina 7, perduto (vedere anche Nottebohm/Beethoveniana ll pagina 351). Bibliografia: Hess/Hess38. – Hess/Bach – Händel. — Kirkendale/Fuge. – Kurth/Streichquintette pagine 196— 216.
Consiglio sulla pagina del sito:
Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn