Hess 329 – Inizio di una composizione polifonica “Tibi gratulor”
Inizio di una composizione polifonica “Tibi gratulor”, pagina 119. Citato a pagina 57 da Nottebohm. Breve abbozzo di 5 misure, in do maggiore. Si trova nel Quaderno di schizzi Landsberg 6, l’eroica Skizzenbuch, alla pagina 119 righi 7-8. E’ l’inizio per una composizione polifonica a 4 voci. Nottebohm lo cita appena nel suo libro Ein Skizzenbuch von Beethoven aus dem Jahre 1803 insieme agli altri frammenti che si trovano in queste pagine. Non si tratta di una composizione sacra, ma di un brano tratta dal libro sesto di Cicerone – Epistulae – Ad Familiares – 6 – 15: Tibi gratulor, mihi gaudeo; te amo, tua tueor; a te amari et, quid agas quidque agatur, certior fieri volo. (Con te mi congratulo, per me sono contento; ti sono vicino, ho cura delle tue cose; ti chiedo di volermi bene e di farmi sapere che cosa fai e che cosa succede).
Beethoven, assiduo lettore della classicità, da Omero a Plutarco (Plutarco mi ha insegnato la via della rassegnazione. Se sarà possibile sfiderò il mio destino….) aveva nella sua biblioteca personale anche le lettere di Cicerone (marcus tullius cicero, sämtliche briefe, übersetzt und mit erläuterungen von christoph martin wieland, wien, doll, 1813-1823) Non escludiamo anche un’ edizione precedente. L’ oratore romano compare anche nei quaderni di conversazione, 1820, Quaderno XI, folio 85versus o meglio nell’ interno della copertina, 86a “Da Friederich Stilke, Bächerstrasse di sopra, n° 110 Ciceronis M. T. de officiis libri tres etc. a cura di Degen 1820 4 fl. e 24 Kr. in caluta viennese, 2a edizione riveduta e molto ampliata”.
Marco Tullio Cicerone (Marcus Tullius Cicero; Arpino, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.) è stato un avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano. Esponente di un’agiata famiglia dell’ordine equestre, fu una delle figure più rilevanti di tutta l’antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C., tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.
Grande ammiratore della cultura greca, attraverso la sua opera i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina ci fu, senza dubbio, la creazione di un lessico filosofico latino: Cicerone si impegnò, infatti, a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco. Tra le opere fondamentali per la comprensione del mondo latino si collocano, invece, le Lettere (Epistulae, in particolar modo quelle all’amico Tito Pomponio Attico) che offrono numerosissime riflessioni su ogni avvenimento, permettendo di comprendere quali fossero le reali linee politiche dell’aristocrazia romana.
Cicerone occupò per molti anni anche un ruolo di primaria importanza nel mondo della politica romana: dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina ed aver così ottenuto l’appellativo di pater patriae (padre della patria), ricoprì un ruolo di primissima importanza all’interno della fazione degli Optimates. Fu, infatti, Cicerone che, negli anni delle guerre civili, difese strenuamente, fino alla morte, una repubblica giunta ormai all’ultimo respiro e destinata a trasformarsi nel principatus augusteo.
(da Wiki)
Marcus Tullius Cicero, Sämtliche Briefe, übersetzt und mit Erläuterungen von Christoph Martin Wieland, Wien, Doll, 1813-1823 (dalla libreria personale del compositore) Bonn, Beethoven Haus
Marcus Tullius Cicero, Sämtliche Briefe, übersetzt und mit Erläuterungen von Christoph Martin Wieland, Wien, Doll, 1813-1823 (dalla libreria personale del compositore) Bonn, Beethoven Haus
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