Hess 139 – “Minnesold von Bürger, in Tönen an Amenda ausbezahlt von Beethoven”
Hess 139 – “Minnesold von Bürger, in Tönen an Amenda ausbezahlt von Beethoven” (Tributo d’affetto di Bürger, pagato in suoni ad Amenda da Beethoven). L’autografo del lied, con questo titolo, è stato inviato nel 1852 dal figlio di Amenda al dott. Hermann Härtel di Lipsia, che lo ha dato a sua volta a un certo prof. Lobe; dopo di che è scomparso. Cfr. anche i riferimenti al pezzo nel lavoro di Ludwig Nohl Beethoven, Liszt, Wagner. Ein Buch der Kunstbewegung unseres Jahrhunderts, W. Braunmüller, Vienna 1874, p. 94. [Cooper suggerisce che l’autore del testo possa essere questo tale Bürger, e colloca la possibile data di composizione del pezzo intorno al 1798. Cfr. C/C, p. 264. Risulta che Cooper abbia ragione; il poema “Minnesold” è stato scritto nel tardo XVIII sec. dal poeta Gottfried August Bürger (1747-1794) e sembra che sia il testo usato per questo lied. Sembra anche che Beethoven fosse in qualche modo in debito con Karl Amenda e che lo avesse in qualche modo pagato musicando questa poema costituito da otto strofe o stanze. Eccone qui riprodotte la prima e l’ultima stanza:
Non si sa se Amenda stesso avesse richiesto di mettere in musica il poema o se invece sia stata un’idea di Beethoven. Beethoven ha inviato la prima versione del suo Quartetto op. 18 n. 1, ad Amenda che “…raccontò la storia secondo la quale Beethoven aveva descritto, nel movimento lento di questo quartetto, l’addio di due amanti ispirandosi al Romeo and Juliet di Shakespeare“. Senza dubbio il concetto di “amore fedele” è un tema ricorrente nella musica di Beethoven, che giunge al suo culmine nel “Fidelio”. Cfr. il lavoro di Paul Netti Beethoven Handbook, Ungar Publishing, New York 1956, p. 4.]
Gottfried August Bürger. Nato il 31 dicembre 1747 a Molmerswende, nello Harz orientale. Deceduto l’08 giugno 1794 a Gottinga.
Gottfried August Bürger nacque il 31 dicembre 1747 a Molmerswende/Harz, vicino a Harzgerode, figlio del pastore Johann Gottfried Bürger e di Getraud Elisabeth Bauer. Studiò teologia e filologia classica ad Halle su richiesta del nonno e quattro anni dopo si iscrisse a Gottinga per studiare legge. È in questo periodo che scrive i suoi primi testi. Nel 1771 le prime pubblicazioni di Bürger apparvero nella “Göttinger Hain”, una raccolta annuale di opere letterarie. Nel 1779 si occupò della pubblicazione del “Göttinger Musenalmanach”. Nel 1772 lavora come magistrato ad Altengleichen, vicino a Gottinga.
Nel 1774 sposò Dorette Leonhart. Nello stesso periodo ebbe una relazione con la sorella di Dorette, Auguste Leonhart, che appare nelle sue poesie come “Molly”. Dopo che la moglie Dorothea morì nel 1784 dando alla luce una figlia, sposò Auguste nel 1885 a Gottinga, dove nel frattempo lavorava come docente privato. Nel 1786 Bürger pubblicò le sue famose favole del “Barone di Münchhausen”, che ottennero un successo mondiale ma che gli procurarono poche entrate. Nel 1789 divenne professore associato di estetica all’Università di Gottinga. Nel 1790 sposò Elise Hahn, ma divorziarono solo due anni dopo.
Nel 1791, Friedrich Schiller pubblicò in forma anonima sulla Allgemeine Literatur-Zeitung un’aspra critica alla poesia di Bürger, che ne indebolì la fiducia in se stesso. Bürger morì l’8 giugno 1794 nel suo cottage in giardino a Gottinga. Fu sepolto nel Batholomäusfriedhof di Gottinga. L’opera più famosa di Bürger è la ballata (horror) “Leonore”. Apparve nel 1774 nel “Göttinger Musenalmanach”.
Wem der Minnedienst gelinget,
O, wie hoch wird der belohnt!
Keinen bessern Lohn erringet,
Wer dem grösten Kaiser frohnt.
Denn mit Szepter, Kron’ und Gold,
Frohnt er selbst um Minnesold.
Was sind Gold und Edelsteine?
Was des Mogols Perlenpracht?
Minnesold ist doch alleine,
Was auch reich die Herzen macht.
Perlen, Edelstein und Gold
Näm’ ich nicht für Minnesold.
Minnesold läst Amt und Ehren,
Goldnen Sporn und Ritterschlag,
Lässet ohne Neid entberen,
Was der Kaiser geben mag.
Ehre lacht nicht halb so hold,
Als der Minne Freudensold.
Nimmer, nimmermehr hienieden
Fänd’ ich süsseren Genies.
Süsseres ist nur beschieden
Seligen im Paradies.
Süs ist, was die Biene zolt;
Süsser dennoch Minnesold.
Minnesold ist aller Freuden,
Aller Freuden Fünftelsaft;
Minnesold hat aller Leiden,
Aller Leiden Heilungskraft.
Was der Balsamstaud’ entrollt,
Heilet nicht, wie Minnesold.
Minnesold lehrt frei verachten
Aller Färlichkeiten Not,
Flammen, Wasserfluten, Schlachten,
Lehrt verschmähen jeden Tod.
Stürb’ ich nicht für Ehr’ und Gold,
Stürb’ ich doch für Minnesold.
Auszuspenden alle Habe,
Zu verbluten mit Gedult,
Wär’ ein Schärflein Armengabe,
Für der Minne Dank und Huld.
Den Verlust von Gut und Blut
Macht der Sold der Minne gut.
O, so wil ich immer harren,
Immerdar, mit stetem Mut;
Im Dezemberfrost erstarren,
Schmachten in des Heumonds Glut.
Denn das alles lohnt der Sold,
Den getreue Minne zolt.
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