Hess 80 Cadenza per il primo movimento del Concerto per pianoforte in Do minore Opus 37
Cadenza per il primo movimento del Concerto per pianoforte in Do minore Opus 37. 145 battute, contiene le sillabe Vi-de dalla misura 88, evidenziando cosi la possibilità di un finale piu’ breve, lungo circa venti battute. Giovanni Biamonti, a p. 393 del suo Catalogo cronologico e critico delle opere di Beethoven, Torino, ILTE 1968, afferma di aver ricevuto una lettera da Hess in cui si diceva che questa cadenza era stata scritta da Sigismund Thalberg. Scrive testualmente Biamonti: “Altra cadenza scritta per lo stesso tempo, di cui al n. 80 del catalogo Hess, non è di Beethoven, ma di Thalberg, come da recente comunicazione dello Hess medesimo.”
Contiene le sillabe Vi-de dopo la battuta 88, evidenziando così la possibilità di un finale più breve, lungo circa venti battute. Max Unger, a cui devo quello che so su questo pezzo, non vuole che si facciano conoscere, allo stato attuale, ulteriori dettagli sulla sua scoperta. Al momento, Unger non è in grado di dire se gli abbozzi della collezione Bodmer per una cadenza sconosciuta di questo concerto (Mh 71 nel catalogo di Unger) [ora catalogati come SBH 637 e SV 118] siano identici a quelli sopra citati. Ciò deve ancora essere verificato. [Giovanni Biamonti, a p. 393 del suo Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven, Torino, 1968, afferma di aver ricevuto una lettera da Hess in cui si diceva che questa cadenza era stata scritta da Sigismund Thalberg. Scrive testualmente Biamonti: “L’altra cadenza scritta per lo stesso tempo, di cui al n. 80 del catalogo Hess, non è di Beethoven, ma di Thalberg, come da recente comunicazione dello Hess medesimo”. L’attribuzione a Thalberg è stata fatta da Fritz Kaiser. Essa non ha nessuna relazione con gli abbozzi nella collezione Bodmer alla BeethovenHaus di Bonn. Cfr. Dorfmuller, p. 83. Unger deve aver sicuramente sospettato che questa cadenza non fosse realmente di Beethoven. Questa è la sola motivazione plausibile per cui egli non avrebbe fornito ulteriori informazioni a Hess. A maggior ragione è dunque sorprendente la volontà di Hess di includere la cadenza nel catalogo senza saperne qualcosa di più.]