La collezione Friedrich August Grasnick
Grasnick 1, quaderno di abbozzi del periodo 1798-1799
Friedrich August Grasnick (1798-1877) è il più misconosciuto degli importanti collezionisti ottocenteschi di manoscritti Beethoveniani. Figlio di un uomo d’affari di Berlino, studiò teologia per diversi anni sia a Berlino che ad Heidelberg. Una lettera autografa pervenutaci accenna che studiò anche con il compositore berlinese Ludwig Berger. Probabilmente questi furono studi occasionali e dilettantistici; a quel tempo veniva indicato semplicemente come “Rentier”, uomo che vive di rendita. La sua collezione di manoscritti musicali fu acquistata dalla Biblioteca Reale di Berlino nel 1879 da un certo professor Vatkc, che potrebbe essere stato un suo erede o un esecutore testamentario.
Non c’è nulla dunque che ci possa indicare Grasnick come musicista di qualsiasi livello; fu, tuttavia, un appassionato collezionista di autografi di compositori. Ciò è evidente dall’ inventario della collezione che la biblioteca fece poco dopo averla acquisita. Sebbene i singoli oggetti non siano stati specificamente descritti, l’elenco dei compositori rappresentati è imponente. È chiaro che Grasnick non condivideva l’interesse accademico di Landsberg per la musica pre-ottocentesca o per la letteratura teorica. I suoi interessi erano incentrati soprattutto sui classici viennesi e in quest’area la sua collezione era più ricca e varia di quella del Landsberg. Soprattutto per quanto riguarda i manoscritti di Beethoven. I numeri dei manoscritti si estendono da Grasnick 1 a Grasnick 35 e molti di questi lotti che comprendono più di un fascicolo. Grasnick possedette un gran numero di spartiti di autografi oltre ad abbozzi e lettere, e sebbene la maggior parte di essi fossero riferiti ad opere relativamente minori, includevano gli autografi della Sonata Opus 26 e il secondo finale del Quartetto in si maggiore Opus 130.
La collezione Grasnick fu catalogata in modo temporale, con un’ appendice comprendente alcuni fogli di abbozzi isolati e due miscellanee.
Grasnick 1, quaderno di abbozzi del periodo 1798-1799
Grasnick 2, quaderno di abbozzi dell’ anno 1799
Grasnick 3, quaderno di abbozzi dell’ anno 1808
Grasnick 4, quaderno di abbozzi dell’ anno 1824
Grasnick 5, quaderno di abbozzi dell’ anno 1821
Grasnick 6, due fogli di abbozzi per WoO 135
Grasnick 20a, miscellanea di schizzi (11 fogli)
Grasnick 20b miscellanea di schizzi (24 fogli)
Grasnick 21 2 fogli dal quaderno di schizzi “Sauer”.
Grasnick 24 2 fogli di Autografi e per finire
Grasnick 32 5 fogli di schizzi e studi. Rimandiamo ad una completa disamina della collezione completa del Grasnick, compresi i numeri non citati nella lista, ad un prossimo futuro.
Sembra che Grasnick abbia acquistato la maggior parte dei suoi manoscritti di Beethoven, compresi gli schizzi, a Vienna. Il Grasnick 2, il secondo finale dell’ Opus 130 e un gran numero di lettere provenivano dalla collezione di Aloys Fuchs, parte della quale Grasnick acquisì dalla vedova Fuchs nel 1853. Grasnick aveva incontrato Fuchs durante una visita a Vienna nel negli ultimi mesi del 1849, e fu apparentemente Fuchs a metterlo in contatto con diverse altre fonti private viennesi. Sappiamo anche che Grasnick fece affari con Artaria in quel periodo, poiché la copia manoscritta di una fuga Handel di mano di Beethoven (Grasnick 13) porta l’ autenticazione di Artaria del 29 ottobre 1849. Probabilmente fu allora che Grasnick acquistò anche le miscellanee Grasnick 20a e 20b; entrambe nella collezione Artaria già dal 1844, data in cui fu compilato il catalogo Fischhof.
Il maggior numero di acquisti di Grasnick non proviene tuttavia da Artaria, ma dalla famiglia di Tobias Haslinger, presumibilmente durante quella stessa visita del 1849. Alcuni autografi di opere completate (inclusa la Sonata Opus 26) furono precedentemente rintracciati da Grasnick presso Haslinger, e da quest’ ultimo acquisiti nella famosa asta Nachlass nel novembre 1827.
Tutti i quaderni di schizzi di Grasnick hanno subito danni, asportazioni e ruberie. Non ci sono prove tuttavia che Grasnick stesso fosse responsabile di queste amputazioni. Al contrario, almeno tre volumi – Grasnick 2 e le miscellanee Grasnick 20a e 20b – sono oggi conformi alle descrizioni fornite (da Fuchs e Artaria) prima della loro acquisizione da parte di Grasnick. E nel caso del Grasnick 1, qui trattato, la rimozione di un blocco completo (8 fogli) all’ inizio del volume è stata quasi certamente opera dello Haslinger, poiché un frammento di uno di quei fogli recentemente identificato ha un’iscrizione che nomina Haslinger come provenienza. I danni agli Grasnick 3, 4. e 5 avrebbero potuto verificarsi in qualsiasi momento, visto il trattamento che Haslinger riservò Grasnick 1. Alcuni fogli potrebbero essere stati asportati e dispersi addirittura vivente Beethoven, prima del 1827.
L’ allegro dal “Grasnick 1” fa parte del progetto “La ricerca diventa Arte”
Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Emanuele Stracchi
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