Giorgia Cozzi: Capolavori negletti – Musiche desuete di Beethoven e Schubert
Tesi di laurea triennale – Anno accademico 2020/2021
Capitolo 2 Scopo della tesi
Il musicologo Lorenzo Bianconi ha scritto: «la parola repertorio porta con sé, indelebile, il marchio della propria radice etimologica, reperire. Questa etimologia implica l’azione del cercare per trovare». 17 Lo scopo di questa tesi è proprio quello di incoraggiare alla ricerca attenta di brani che possano ampliare il repertorio consueto esplorando una più vasta gamma di letteratura musicale: esiste una mole di musica poco nota la cui qualità è ingiustamente sottovalutata e nella quale è possibile trovare capolavori inaspettati, bellezza di cui non si era a conoscenza. Nel mio percorso di studi, ho avuto modo di avvicinarmi alle tastiere antiche apprendendo dell’esistenza di un vasto repertorio poco indagato in ambito pianistico: per quanto oggi si faccia molta attenzione alla prassi esecutiva storicamente informata, ritengo sia altrettanto importante ampliare la scelta del repertorio riscoprendo e dando la giusta visibilità sia a brani sia ad autori poco frequentati. Questo vale per la musica antica come per la musica romantica o contemporanea.
Nella mia tesi ho deciso di proporre, analizzare e ricostruire la storia di alcuni brani che, seppur con modalità diverse, possono essere ritenuti negletti: l’Andante Favori WOO 57 e le 32 variazioni WOO 80 di Beethoven, l’Adagio D 178 e la Sonata D 571, entrambi incompiuti, di Schubert. I due brani di Ludwig van Beethoven (1770-1826) sono un chiaro esempio di come le opere possano subire destini diversi. L’Andante Favori fa parte di una categoria di brani che pur godendo subito di grande successo, nel corso del tempo vennero accantonati ed oscurati dalla fama crescente di opere diventate più celebri. Le 32 Variazioni, al contrario, vennero inizialmente giudicate molto negativamente dal loro stesso autore ma nei secoli sono state rivalutate, entrando stabilmente nel repertorio dei grandi interpreti. Le due composizioni in frammento di Franz Schubert (1797-1828), rappresentano, invece, l’esempio dell’oscurità che subisce la maggior parte delle opere incomplete, silenziose e inosservate nel tempo, spesso muti capolavori.
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