Biografia e cronologia delle opere di Ludwig van Beethoven: 1788
A cura di Daniele Scarpetti
Dati i problemi economici, Beethoven fece una richiesta d’aumento di stipendio al principe elettore Maximilian Franz anche in considerazione del fatto che aveva assunto il ruolo di violista sia alla Corte sia alla Cappella di Bonn, ma non lo ottenne. La famiglia per ridurre i costi, decise di traslocare in un’altra casa il 5 maggio.
Durante questo anno risulta che Beethoven abbia composto solo l’abbozzo di un lied: “Der Arme Componist”; è certamente possibile che egli abbia scritto altre opere che non sono giunte fino a noi, ma sembra più probabile che sia stata quella prostrazione psicologica in cui Beethoven cadde, dopo la malattia e la morte della madre avvenuta l’anno precedente e la conseguente presa d’atto della sempre più evidente inadeguatezza del padre ad affrontare tutti i problemi che si erano aperti (educazione dei figli minori e incapacità di risolvere i problemi economici) ad influire negativamente sulla sua mancanza di produzione musicale.
A tal proposito Maynard Solomon individua nelle crisi psicologiche di Beethoven, il principale motivo dei “silenzi musicali” che lo portarono a maturare quelli che furono definiti da Wilhelm von Lenz i suoi «tre stili musicali»; definizione che, dal mio punto di vista, ha però creato solo problemi per un’esatta ricezione della musica beethoveniana che va vista invece più come una costante e continua ricerca rivoluzionaria per rompere le convenzioni e le regole musicali del suo tempo, soprattutto dal suo arrivo a Vienna.
Nel 1788 è da notare un evento che ebbe un’importanza centrale nel futuro immediato di Beethoven: il trasferimento a Bonn del conte Ferdinand Ernst Gabriel von Waldstein che assunse la carica di direttore della Lesegesellscaft (Società di lettura). Questa società nacque l’anno prima sulle ceneri della Stagira, una loggia massonica ispirata all’Ordine degli Illuminati che chiuse nel 1784 perché la centrale a cui faceva riferimento in Baviera fu scoperta ed eliminata. Christian Gottlob Neefe ne fu il massimo esponente e, fra gli iscritti, annoverò fra gli altri Nikolaus Simrok, Franz Anton Ries e i fratelli Johann Peter e Johann Joseph Eichhof, tutti amici di Beethoven.
La Lesegesellscaft , cercando di edulcorarli, fece propri tutti i principi della precedente organizzazione: «“(…) In particolare l’applicazione dei diritti dell’umanità” da raggiungere per mezzo di “aspirazione alla virtù; perseveranza in essa; opposizione al vizio; compassione e aiuto nei confronti di chi è più sfortunato; rovina per l’incorreggibile malvagio; tolleranza per la debolezza; insegnamento per l’ignorante; illuminazione per l’errore; conoscenza della particolarità dei diversi ceti borghesi.”»[1].
È del tutto evidente che il giovane Beethoven, pur non essendo iscritto, venne in contatto con la loggia massonica degli Illuminati tramite il suo maestro e che già da questo incontro iniziarono a maturare quelle idee ispirate dall’Illuminismo che sempre lo accompagneranno nel corso della sua vita.
Quanto alla figura di Ferdinand Ernst Gabriel von Waldstein, egli diventò ben presto amico di Beethoven e, soprattutto, il suo più importante mecenate a Bonn e fu, come si vedrà, assolutamente determinante per la seconda partenza del compositore per Vienna.