Biografia e cronologia delle opere di Ludwig van Beethoven: 1785
A cura di Daniele Scarpetti
Nel 1785 Beethoven iniziò a prendere lezioni di violino da Franz Ries (padre di Ferdinand che, a sua volta, divenne allievo di Beethoven di pianoforte a Vienna dal 1802).
Queste, però, non migliorarono il rapporto non proprio idilliaco che il compositore ebbe sempre con questo strumento.
«(…) Mio padre, che in maniera corretta anche se non perfetta suonò il violino fino ai suoi ultimi giorni, era dunque in grado di giudicare le esecuzioni, ebbe più volte a dichiarare che Ludwig, in quei tempi giovanili, se era rapidamente divenuto assai abile come pianista, col violino non aveva mai raggiunto una particolare purezza di suono, e commetteva errori con grande frequenza (…)»[1].
Fu Gerhard, figlio di Stephan von Breuning, il quale condivideva con Beethoven le lezioni di violino, a scrivere queste parole e fu sempre lui a raccontarci che in casa von Breuning, in quel periodo «(…) un’altra arte venne ben presto coltivata che arricchì la cerchia della famiglia e degli amici, grazie a un’interessantissima coppia di fratelli.(…)».[2]
Si trattava dei gemelli Karl e Gerhard von Kügelgen pittori che diventarono in seguito famosi. Infine al gruppo si unì Antonin Reicha che rimase amico di Beethoven anche a Vienna. Per questo folto gruppo di ragazzi, spesso, Beethoven improvvisò al pianoforte fino a tarda notte.
Come ho già detto, il principe elettore Maximilian Franz, accordò a Beethoven uno stipendio di 150 fiorini mensili – che tolse momentaneamente a Neefe – nominandolo ufficialmente vice organista di corte.
Negli ultimi anni si è, inoltre, affermata la teoria che “Le lamentazioni del profeta Geremia” (Unv. 20) siano state composte per la Quaresima del 1785 (come sostiene il professor Klaus Kropfinger), anche se per lungo tempo si è pensato fossero databili fra il 1790 e il 1792.
Ci racconta Franz Gerhard Wegeler che le lamentazioni venivano tradizionalmente cantate e suonate nel periodo quaresimale e che erano costituite da: «(…) brevi frasi, della lunghezza da quattro a sei righe, eseguite a guisa di corale, ed aventi ognuna un particolare ritmo (…)»[3] Il compito di accompagnarle toccò a Beethoven il quale chiese a Heller – il cantante che le doveva eseguire – se poteva provare a mandarlo fuori tono.
Heller accondiscese probabilmente credendo che Beethoven non sarebbe riuscito nel suo intento. Il compositore, però, eseguì un «accompagnamento fortemente modulante»,[4] che sbalordì il Kapellmeister Andrea Luchesi, presente al fatto, mentre Heller, stizzito per la difficoltà della melodia, si rivolse al principe elettore, anche lui presente, il quale, nonostante avesse riso dell’episodio, ordinò a Beethoven un «accompagnamento meno elaborato».[5]
Franz Gerhard Wegeler nel descrivere l’episodio così si espresse: «(…) Beethoven diede per la prima volta all’orchestra prova del suo talento in modo casuale (…)»[6]. Questa considerazione di Wegeler avalla l’idea di una databilità delle “Le lamentazioni del profeta Geremia” al 1785: mi sembra assai improbabile, infatti, che questa «prima volta» possa risalire ad un anno già così avanzato quale il 1790.
- [1] Gerhard von Breuning: Ludwig van Beethoven nei miei ricordi giovanili. SE editore
- [2] Gerhard von Breuning: Ludwig van Beethoven nei miei ricordi giovanili. SE Editore
- 3] Franz Gerhard Wegeler/Ferdinand Ries: Beethoven. Appunti biografici dal vivo. Moretti e Vitali editore
- 4] Franz Gerhard Wegeler/Ferdinand Ries: Beethoven. Appunti biografici dal vivo. Moretti e Vitali editore
- [5] Franz Gerhard Wegeler/Ferdinand Ries: Beethoven. Appunti biografici dal vivo. Moretti e Vitali editore
- 6] Franz Gerhard Wegeler/Ferdinand Ries: Beethoven. Appunti biografici dal vivo. Moretti e Vitali editore
Cronologia delle opere di Ludwig van Beethoven: 1785
A cura di Daniele Scarpetti