Biamonti 600 – “Das Schweigen” (il silenzio): Lerne, lerne Schweigen (Impara impara a tacere); da un quaderno di abbozzi del febbraio – agosto 1815.
Biamonti 600 – “Das Schweigen” (il silenzio): Lerne, lerne Schweigen (Impara impara a tacere), abbozzi inutilizzati per il canone di cui al numero 649, Nottebohm, II pagina 317, da un quaderno di abbozzi del febbraio – agosto 1815.
Notizie aggiornate dal Centro Ricerche Musicali (Luglio 2024).
Lo schizzo si trova nel Quaderno di Schizzi tascabile denominato Mendelssohn-Stiftung 1, dal nome del suo primo propietario, che è conservato alla Jagiellonska Biblioteka di Crakovia, alla pagina 22 righi 6-7; questo quaderno è probabilmente il primo Taschenbuch di Beethoven che ci è pervenuto.
Per un certo periodo questo Quaderno è stato considerato perduto in quanto era sparito dalla Biblioteca Reale di Berlino che lo aveva acquistato nel 1908 con il resto della raccolta collettiva Mendelssohn (1883). Questo manoscritto in realtà fu sottratto, come altri attualmente conservati al museo Glinka di Mosca, dalle forze comuniste nel maggio 1945 alla fine della seconda guerra mondiale. Oggetto di trattativa per la restituzione alla Germania, attualmente sembra definitivamente assegnato alla Polonia.
Come molti altri schizzi di questo quaderno tascabile è scritto a matita e quindi di difficile decifrazione ma Nottebohm, nella sua Zweite Beethoveniana, Capitolo 34 “ Ein skizzenbuch aus der Jahre 1815”, a pagina 317 accenna ad: “abbozzi per il canone “Lerne, schweigen” [WoO 168 Das Schweigen Rätselkanon n.d.r.], che però non raggiungono la forma stampata”. Questo abbozzo comunque non ha nulla a che fare con il canone: l’abbozzo, in Fa-maggiore, è in tempo di 2/4 e inizia in battere con un salto di terza discendente (do-la), mentre il canone WoO 168, che troviamo nello Scheide Skizzenbuch, anche lui in Fa maggiore ma in tempo di 4/4, ha un inizio acefalo e si sviluppa con una scala discendente che va dalla dominante alla tonica. Nottebohm collega a questo inizio di canone anche un altro frammento che troviamo alla pagina 26 ai righi 5-7; per me questo frammento non rientra tra quelli inerenti al canone qui citato per diverse ragioni: innanzitutto non è in Fa maggiore ma in Mi maggiore; in secondo luogo il tempo oscilla tra il 3/4 ed il 2/4; in terzo luogo il testo comincia con “aber”, una congiunzione troppo comune per poter essere indicativa, parola che ritroviamo solo nella terza parte del testo di Joh. Gottfried Herder; da ultimo la distanza, ben 4 pagine, tra i due schizzi.
Schizzo n. 1 pagina 22 righi 6-7
Schizzo n. 2 pagina 26 righi 5-7
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