Biamonti 290 – Abbozzi per due minuetti (nove danze), Quaderno Kessler, pagine 1-5 (Nottebhom, Skizzen, I pagina 9). Autunno 1801.
Biamonti 290 – Abbozzi per due minuetti, Quaderno Kessler, pagine 1-5 (Nottebhom, Skizzen, I pagina 9). Autunno 1801. Dovevano essere per orchestra, come appare da qualche annotazione e destinati forse ad una serie di danze per qualche ridotto, come in altre precedenti occasioni.
Si trovano nel Quaderno di Schizzi denominato Kessler alle pagine 1-5. Scrive Nottebohm a pagina 9 del suo volume “ein Skizzenbuch von Beethoven” :
“Durchblättern wir jetzt das Skizzenbuch. Es beginnt (Seite 1 bis 5) mit tanzartigen Stücken im ¾ – tact, ihrer Bewegung nach : Menuetten. Die an einigen Stellen vorkommenden Wörter “Corni”, “Bassi soli” u.s.w. deuten darauf hin, dass sie für Orchester bestimmt waren: Durch den Druck ist nichts davon bekannt gewoerden. Man weiss nicht einmal, ob Beethoven die Entwürfe ausgeführt hat. Die orchestrale Besetzung und die Gattung der Tänze machen es wahrscheilich dass sie für eine Redoute oder für eine ähnliche Gelegenheit bestimmt waren (1) Den Entwurf zweier Stücke theilen wir mit: (seguono gli esempi)(Nota1) “Für die Bälle in den k. k. Redoutensälen waren die namhaftesten Wiener Componisten thätig. Ausser J. Hayden und Mozart nennen wir Beethoven selbst. Seine gedruckten 12 Menuetten und 12 deutschen Tänze schreib er “aus Liebe zur Kunstverwandtschaft”, wie es in der Anzeige heisst, für eine Redoute der bildenden Künstler im November 1795. Zwei Jahre später kamen sie bei gleicher Gelegenheit wieder zur Aufführung. Von andern Wiener Componisten, welche in den Jahren 1795 bis 1802 für Redouten thätig waren, sind zu nennen : F. X. Süssmayr, Anton Teyber, Johann Henneberg, von Rossi, A. Höllmayr, Franz Teyber, Joseph Lipavsky, J. Fuchs, Ignaz von Seyfried, Wenzeslaus Pichl, J. Hörmann, J. Adamer, Joseph Eybler u. a. m. Die stücke, die sie Schrieben, waren mit Ausnahme einer einzigen Sammlung Redoutländler von Höllmayr, ausschliesslich Menuetten und deutsche Tänze (Allemandes). Auch in den Redout-Anzeigen begegnen wir keinen andern Tänzen, als Menuetten und Deutschen. Es scheint also, dass dies die Hauptt 0228nze waren. Auf “öffentlichen Bällen” kamen ausser ihnen um 1800 und später auch Contretänze und Ländler vor. Diese vier : Menuetten, Deutsche, Ländler und Contretänze, – mögen also, weil überhaupt, auch in geschlossenen Kreisen, bei Hausbällen u. dergl., beliebsten gewesen sein. Der Umstand, dass im Skizzenbuche, deutsche Tänze ausgenommen, nur Tänze von den genannten Arten vorkommen, macht es wahrscheinlich, dass sie sämmtlich auf äussere Veranlassung und fü bestimmte Gesellschaften geschrieben wurden, nämlich entweder für kleinere Hausbälle, wo die Tanzmusik in der Regel aus 2 Violinen und Bass (Violoncello), oder aus einer Geige und Clavier, oder Clavier allein bestand.”
“Ora sfogliamo l’album di schizzi. Inizia (pagine da 1 a 5) con pezzi simili a danza in tempo di ¾, che, seguendo il loro movimento, potremmo definire Minuetti. Le parole “Corni”, “Bassi soli” ecc. che ricorrono in alcuni punti indicano che erano destinati all’orchestra: niente di tutto questo è diventato noto attraverso la stampa. Non si sa nemmeno se Beethoven abbia eseguito le bozze. La formazione orchestrale e il genere delle danze rendono probabile che fossero destinate a un Ridotto o ad un’occasione simile (1)]
[Nota1] Per i balli nelle k. K. “Redoutensälen” erano attivi i più famosi compositori viennesi. Oltre a J. Haydn e Mozart, citiamo lo stesso Beethoven, che scrisse i suoi 12 minuetti e 12 danze tedesche stampati “per amore dell’affinità artistica”, come dice la pubblicità, per un Ridotto di artisti visivi nel novembre 1795. Ne uscirono, due anni dopo, per esibirsi di nuovo nella stessa occasione. Altri compositori viennesi che lavorarono per Ridotti dal 1795 al 1802 includono: FX Süssmayr, Anton Teyber, Johann Henneberg, von Rossi, A. Höllmayr, Franz Teyber, Joseph Lipavsky, J. Fuchs, Ignaz von Seyfried, Wenzeslaus Pichl, J. Hörmann, J. Adamer, Joseph Eybler e altri. I pezzi che hanno scritto erano, ad eccezione di un’unica raccolta (Redoutländler von Höllmayr), esclusivamente minuetti e danze tedesche (Allemandes). Anche negli annunci pubblicitari non incontriamo altri balli che minuetti e tedesche. Quindi sembra che questi fossero i numeri principali. Ai “balli pubblici” intorno al 1800 e più tardi c’erano anche contraddanze e Lädler. Questi quattro: minuetti, tedesche, Ländler e contraddanze – potrebbero essere stati i più popolari perché generalmente erano anche in circoli chiusi, ai balli di casa e simili. Il fatto che in questo quaderno di schizzi, con l’eccezione delle danze tedesche, ci siano solo balli dei tipi menzionati rende probabile che siano stati tutti scritti per istigazione esterna e per certe società, vale a dire sia per i balli più piccoli, dove la musica da ballo di solito consisteva di 2 violini e basso (violoncello), o di un violino e clavicembalo, oppure di un solo clavicembalo. “]
in effetti alle pagine 1-5 [fogli 1r/3r(righi 1-4)] Sieghard Brandenburg, nel suo volume di analisi e trascrizione del Kesslersches Skizzenbuch, elenca non 2 ma ben 9 danze e precisamente:
• Minuetto in sol maggiore (foglio 1r righi 1-4)
• Minuetto in mib maggiore (foglio 1r righi 5-14)
• Minuetto in do maggiore (foglio 1r righi 15-16 – foglio 1v righi 1-8)
• Tedesca in mib maggiore (foglio 1v righi 9-12)
• Tedesca in do maggiore (foglio 1v righi 13-16 – foglio 2r righi 1-6)
• Minuetto in sol maggiore (foglio 2r righi 5-8)
• Minuetto in mib maggiore (foglio 2r righi 9-14)
• Minuetto in la maggiore (foglio 2v righi 1-10)
• Tedesca in do maggiore (foglio 2v righi 10-16 – foglio 3r righi 1-4)
I Minuetti indicati dal Nottebohm, e quindi catalogati da Biamonti col numero 290 ed entrambi in mib maggiore, sono solo 2 e corrispondono al II Minuetto del nostro elenco (foglio 1r) e alla I Tedesca (foglio 1v).
-Nel primo Minuetto in sol maggiore (foglio 1r righi 1-4) Beethoven scrive ben 10 volte in 16 sole misure una figurazione strana e apparentemente errata : una semiminima col punto con un taglio sulla gambetta (ribattuto di croma) seguita da 2 semiminime (praticamente 7/8); a mio avviso questa figurazione, che letta così sarebbe errata, dovrebbe essere intesa come terzina di crome seguita da 2 semiminime.
Un errore evidente invece lo troviamo a misura 9 dove, invece della semiminima col punto, Beethoven scrive addirittura una minima col punto. Manca il Trio; il secondo ritornello, in pp, non dà l’idea di conclusione per cui nella mia versione ho ripreso il primo ritornello il quale ha un senso più conclusivo.
– Nella “Tedesca” in do maggiore n. 5 a misura 6 del primo ritornello troviamo, nella trascrizione di Sieghard Brandenburg, 2 do#; in effetti Beethoven mette un segno di alterazione prima del primo do che il Prof. Brandenburg interpreta come # (il do dovrebbe essere già naturalmente bequadro) ma questo segno – che a me ricorda più un bequadro – per me sta ad indicare che bisogna cancellare il ricordo del # di misura 3 (terzo movimento); spesso troviamo infatti negli schizzi beethoveniani
“cancellature di cortesia” anche qualche battuta dopo la nota alterata. Nella seconda parte del Trio alla quinta misura Beethoven segna 4 semiminime in scala (do-re-mi-fa); il fa, naturalmente, è da considerarsi nella battuta successiva.
– nel Minuetto 6 in sol maggiore, nella trascrizione di Brandenburg, mancano le prime 2 misure della parte del basso.
– Nel Minuetto n. 7, alla seconda misura, al Basso Brandenburg scrive un sol di minima seguito da un mib di semiminima; Beethoven invece scrive il sol di minima seguito da una pausa.
-Nel Minuetto 8 (in la maggiore) Beethoven scrive prima il Trio (righi 1-4) e poi il Minuetto (righi 5-10); da come si può vedere anche nel manoscritto, in fondo al Minuetto troviamo scritto il classico “Vi=” – annotazione tipica beethoveniana per indicare uno spunto posto in altro foglio o rigo al quale collegarsi – che richiama il rigo 1 dove troviamo il relativo “=de” al quale agganciarsi.
Altra particolarità consiste nella strana figurazione all’inizio del Trio : Beethoven scrive un mi acuto di minima col punto e taglio (= 6 mi di croma ribattuti) con 5 re# di biscroma (2 prima e 3 dopo il mi acuto), scritti poco più piccoli, che letti così non avrebbero nessun significato; secondo la mia ipotesi potrebbe essere una abbreviazione beethoveniana per indicare 6 mi ribattuti di croma con l’appoggiatura di biscroma. A misura 5, sempre del Trio, Beethoven indica invece solo una appoggiatura di re# prima del mi; considerando l’indicazione della prima misura, ho naturalmente ripetuto la stessa figurazione.
Gli esempi musicali di questa pagina sono curati da Graziano Denini. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.