Biamonti 259 – Minnlied (Canzone d’amore), 1800 circa.
Biamonti 259 – Minnlied (Canzone d’amore): “Der Holdseligen sonder Wank sing ich frölichen Minnesang” (Alla soavissima senza titubanze io canto un lieto canto d’amore), abbozzo di melodia per il Minnlied di Voss, 1800 circa. Si trova in un manoscritto che Nottebohm, Zweite Beethoveniana, pagina 574, attribuisce ad epoca anteriore al 1800. E’ scritta anche una seconda volta in altra figurazione ritmica, poi cancellata. Accanto è l’annotazione: “Titel: liechte Lieder” (Titolo: Canzoni facili).
Novità dal Centro Ricerche Musicali (dicembre 2024):
Nella Zweite Beethoveniana (pag. 574) scrive Nottebohm: “Auf einem Handschrift nach der Zeit vor 1800 angehörenden Blatte steht eine Melodie zu Voss’ “Minnelied”. Beethoven schreibt die Melodie nochmals in anderer Taktart hin, streicht diese Fassung aber durch. Nebenan ist bemerkt : Titel – leichte Lieder” Beethoven dachte also an eine Zusammenstellung solcher Lieder.” [“Su un manoscritto anteriore al 1800 c’è una melodia per il “Minnelied” di Voss. Beethoven riscrive la melodia in un’indicazione di tempo diversa, ma cancella questa versione. Accanto c’è scritto: Titolo – Canzoni facili. ” Così pensava Beethoven di questa una raccolta di tali canzoni.]
Il manoscritto si trova a Vienna agli Amici della Musica; è denominato come A64 e viene catalogato da Douglas Johnson come appartenente ai fogli singoli databili intorno al 1795-1799 insieme ad alcuni fogli del Kafka Skizzenbuch /56-57, 71-72, 126-128, 149, 158-159), a 2 fogli del Fishhoff – Skizzenbuch (fogli 41-42), ai Fogli BH 99 e NE 91, al Grasnick 1 (Foglio 41) e al manoscritto Add. 29997 del British Museum (Foglio 8). [Johnson, Tyson, Winter “The Beethoven sketchbooks”]
Due sono gli articoli che riguardano questo Lied: uno è il già citato articolo 63 della Zweite Beethoveniana di Gustav Nottebohm; l’altro è un articolo che troviamo nella rivista Der Merker, numero 4 del febbraio 1913 (pagine 123-126). In tutte e due questi articoli troviamo una trascrizione del Lied che si differenziano per il finale. In mancanza dell’originale dal quale potremmo ricavare la versione corretta, vi proponiamo entrambe le versioni.
Nell’articolo su Der Merker troviamo indicazioni più dettagliate riguardo agli schizzi preparatori per questo Lied: “Das Wesentlichste, was es enthält, ist eine Melodie zum,,Minnelied“ von Voß. Allem Anschein nach ist diese Melodie mit einemmal erstanden, fertig, wie sie dasteht. Ein bei Beethoven seltener Fall. Sie scheint in einer ruhigen Stunde, in einer friedlichen Stimmung aufgeschrieben zu sein, denn die Schrift läßt an Deutlichkeit nichts zu wünschen, es fehlen auch Schlüssel, Ton- und Taktart nicht.” [La cosa più importante che (il Foglio A64) contiene è una melodia per il “Minnelied” di Voß. Apparentemente questa melodia è stata creata di getto e finita così com’è. Un caso raro per Beethoven.
Sembra che sia stata scritta in un periodo tranquillo, in uno stato d’animo sereno, perché la scrittura non lascia nulla a desiderare come chiarezza, e non mancano le Chiavi, la tonalità e l’indicazione del tempo].
Così prosegue Mandyczewski: “Questa prima versione ha un’espressione amichevole, intima, familiare e sarebbe stata sicuramente cara e preziosa per noi. Ma lo scrittore non sarebbe stato Beethoven se non fosse stato subito insoddisfatto di ciò che aveva scritto e non lo avesse immediatamente modificato. Con la stessa penna ancora in mano, puoi vedere nel manoscritto che cambia il ritmo della Melodia […] Questa nuova melodia è straordinariamente avvincente; il movimento è più rapido e vario, l’espressione più intima, più urgente. Sicuramente al momento piacque a Beethoven più della prima stesura, perché fece diverse varianti per l’ultimo verso dell’ultima strofa; forse l’una o l’altra sarebbero potute servire come prosecuzione allo strumento accompagnatore. Le ultime note del bozzetto, che hanno sicuramente carattere strumentale, sono certamente destinate a questo. La chiarezza con cui tutto questo è scritto sul foglio di schizzi suggerisce che Beethoven lo ha fatto con più amore che fermezza, e potrebbe essere proprio la grazia del Lied, che corrisponde così strettamente alle parole del poeta, ad attirare Beethoven verso l’idea di “canzoni leggere”. A matita, probabilmente in un momento successivo, scrive sul foglio: “Titolo – Leichte Lieder” (Canzoni facili) e include brani di Klinger, Klopstock ecc.” […] Ma Beethoven ripensa al titolo “Canzoni leggere” e quindi cancella l’abbozzo, quello più dettagliato. Sembra anche che abbia pensato di trasporre la canzone in fa maggiore.”
Questo il testo di Voss :
Der Holdseligen
Sonder Wank
Sing’ ich fröhlichen
Minnesang;
Denn die [Reine],
Die ich meine,
Winkt mir lieblichen Habedank.
Ach! bin inniglich
Minnewund!
Gar zu minniglich
[Dankt] ihr Mund;
Lacht so grüsslich,
Lockt so küsslich,
Daß mir’s bebt in des Herzens Grund!
Gleich der sonnigen
Veilchenau’
Glänzt der Wonnigen
Augen Blau;
Frisch und ründchen
Blüht ihr Mündchen,
Gleich der knospenden Ros’ im Thau.
Ihrer Wängelein
Lichtes Roth
Hat kein Engelein,
[So mir] Gott !
Eia, säß’ ich
Unablässig
Bei der Preißlichen bis zum Tod!
Alla più graziosa.
Senza dubbio
canto un’allegra
canzone d’amore,
poiché l’ immacolata donna
ch’ amo
mi saluta e mi dice un incantevole “Grazie”.
Ahimè, il mio cuore è malato
d’amore!
Lei ispira il mio amore
con le sue parole di ringraziamento!
Mi saluta con i suoi sorrisi,
mi attira con i suoi baci,
così da farmi fremere di gioia dal profondo del cuore.
Luminosa come le violette
su un prato illuminato dal sole
è l’azzurro che scintilla
dagli occhi della mia delizia.
La sua piccola bocca
fiorisce fresca e rotonda
come un bocciolo di rosa che si schiude bagnato di rugiada.
Le sue guance sono di
una tonalità rosea
che nemmeno un angelo ha,
Lo sa il cielo!
Se solo potessi
potessi continuare a sedermi
accanto a colei adorata sino alla morte.
Eusebius Mandyczewski nacque a Molodiya in Ucraina il 18 agosto 1857 e morì presso Vienna il 13 agosto 1929. Fu compositore, musicologo e direttore d’orchestra, nonché rinomato didatta. Studiò con Eduard Hanslick, Gustav Nottebohm e Robert Fuchs. Divenne un intimo amico di Johannes Brahms con il quale rimase in contatto per un lungo periodo tanto da nominarlo amministratore dei suoi beni. Autore di numerose composizioni molto considerate nei circoli musicali, fu lui cui si rivolse Chitz per avere autorevole risposta circa i manoscritti Clam-Gallas. (vedere l’ articolo a cura del C.R.M. “Le opere per mandolino e pianoforte di Ludwig van Beethoven”
Gli esempi musicali, le analisi ed i testi di questa pagina sono curati da Graziano Denini. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.