Biamonti 236 – Abbozzo (in sol maggiore), (intitolato “Les trois Graces” sic!) 1800.
Biamonti 236 – Abbozzo (in sol maggiore), quaderno Landsberg 7, pagina 85, righe 6-7 battute 8/8. (Mikulicz pagina 77). (intitolato “Les trois Graces” sic!) 1800.
Così definito da Beethoven questo piccolo tema in 6/8 si trova a pagina 85 del Landsberg 7 ai righi 6 e 7 ed è seguito da un altro schizzo chiamato “la muse tragique”.
Mikulicz lo definisce “unbekannt” (sconosciuto) anche se lo mette in relazione, forse, alla quinta scena del balletto “le Creature di Prometeo” op. 43:
“Ora è il mondo parnassiano che si presenta in tutta la sua bellezza alle attonite creature. Nell ’Adagio gli strumenti a fiato di legno hanno una parte di primo piano, ed insieme con essi l’arpa, che in tutta l’opera musicale di Beethoven non farà, può dirsi, altra apparizione. Al cenno di Febo Euterpe , secondata da Anfione, mettesi a suonare, ed alle loro modulazioni i due giovinetti cominciano a dar segno di ragione, di riflessione, di vedere le bellezze della natura, di sentir umani affetti. Arione ed Orfeo rafforzano l’armonia colle loro cetere ed ultimamente il nume seco loro.” (vedere a questo proposito il nostro sito alla pagina riguardante l’ Opus 43)
Nella mia ipotetica versione, che non vuol essere altro che una proposta di quello che sarebbe potuto diventare nell’idea beethoveniana questo tema delle “3 Grazie”, ho usato il flauto e l’arpa accompagnati dagli archi come in una bucolica e parnassiana scena di stampo settecentesco.
Graziano Denini
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