Biamonti 228 – Minuetto con trio in si bemolle maggiore

Biamonti 228 – Minuetto con trio in si bemolle maggiore, quaderno Landsberg 7, pagina 16, battute 8/14 e 8/8 (Mikulicz pagina 16). 1800.

Occupa tutta la pagina 16 del Landsberg 7 che si trova nella Staatsbibliothek zu Berlin – Preußischer Kulturbesitz.
Probabilmente scritto per orchestra, troviamo infatti indicazioni come “Tutti” e “contrabbassi” Visto l’estensione delle melodie “in ottava”, ho preferito una versione per pianoforte a 4 mani a quella per pianoforte solo.

(Graziano Denini)

Dal sito www.unheardbeethoven.org :

Minuet in B-flat for Orchestra, Biamonti 228 (1800).

The complete contuinity draft for this Minuet can be found in the Landsberg 7-sketchbook, as are those for the Minuets Biamonti 249 and 252, and dates from 1800. The draft gives the main voice for the whole piece. Although written on two staves, as if for piano, it gives only occasional indications for the bass-line.

The melody of the first four bars suggests a typical 18th century minuet, but is then followed by an energetic outburst so typical of Beethoven. This makes Biamonti 228 distance itself from the elegance with which we usually associate minuets. After the repeat of the first 8 bars, which is dictated by the formal structure of a minuet, the energetic outburst reaches a climax in the 2nd half of the 2nd phrase, after which a compromise between elegance and violance is reached: while the bass extends the initial melody, syncopes in the right hand give an echo of the outbursts.

The Trio has more clues regarding the intended sound-texture and accompaniment. Remarkably, it asks for the double-bass to carry the main melody, albeit in parallel octaves with other instruments. Beethoven would later use a similar orchestration for the opening of his Sixth Piano Concerto (Hess 15), also on this site.

In the previous year, 1799, Beethoven had met Dragonetti, a great virtuoso on the double-bass. He amazed Beethoven by playing the Cello Sonata op.5 no.2 on the double-bass. It’s well conceivable that Beethoven was thinking of Dragonetti, and the unknown possibilities of his instrument, when he sketched the Trio for Biamonti 228.

The sketch required not much effort to complete. We may even ask why Beethoven didn’t do so himself. The answer is, in all probability, that he simply didn’t have the time. His sketchbooks testify that the musical ideas came to him in a constant flow. To work them all out would have taken more than one lifetime.

It’s possible that Biamonti 228, together with the two other sketches, Biamonti 249 and 252, were intended for a dance-cycle like the Minuets WoO 7, or German Dances, WoO 8, from 1795. If that’s so, then they seem to be a new departure, since they are of a heavier build, and more intellectual.


Minuetto in si bemolle per orchestra, Biamonti 228 (1800).
L’ abbozzo completo e continuo di questo Minuetto può essere trovato nel quaderno di schizzi di Landsberg 7, così come quelli per i Minuetti Biamonti 249 e 252, e risale al 1800 circa. L’ abbozzo è pressoché completo nella sua linea melodica. Sebbene sia stato scritto su due pentagrammi, come se fosse per pianoforte, dà solo indicazioni occasionali per la linea del basso.

La melodia delle prime quattro battute suggerisce un tipico minuetto del 18 ° secolo, ma è poi seguito da uno scoppiettio melodico energico così tipico in Beethoven. Questo fa sì che il minuetto Biamonti 228 si allontani dall’eleganza con cui solitamente associamo i minuetti del diciottesimo secolo. Dopo la ripetizione delle prime 8 battute, dettata dalla struttura formale canonica di un minuetto, l’esplosione di detta energia raggiunge il culmine nella seconda metà della seconda frase, dopodiché viene raggiunto un compromesso tra eleganza e violenza: mentre nel basso si estende la melodia iniziale, le sincopi nella mano destra danno un’eco di questa energia.

Il Trio, formalmente più completo,  ha ben più indizi riguardanti la trama sonora e l’accompagnamento che Beethoven avrebbe sviluppato. Sorprendentemente, chiede al contrabbasso di trasportare la melodia principale, sebbene sia in ottave parallele con altri strumenti. Beethoven avrebbe poi usato un’orchestrazione simile per l’ inizio del suo sesto concerto incompiuto per pianoforte (Hess 15).

Nell’anno precedente, 1799, Beethoven aveva incontrato Dragonetti, un grande virtuoso del contrabbasso. Dragonetti stupì  Beethoven suonando la Sonata per violoncello op.5 n. 2 al contrabbasso. È immaginabile che Beethoven pensasse a Dragonetti e alle possibilità inesplorate del contrabbasso quando abbozzò il Trio per il minuetto Biamonti 228.

Lo schizzo non ha richiesto molti sforzi per essere completato. Potremmo anche chiederci perché Beethoven non l’abbia terminato. La risposta è, con ogni probabilità, che semplicemente non ha avuto nè il tempo nè la voglia. I suoi quaderni di abbozzi attestano che le idee musicali gli arrivavano con flusso costante. Per sviluppare tutti questi abbozzi avrebbe dovuto vivere più di una vita.

È possibile che Biamonti 228, insieme agli altri due schizzi, Biamonti 249 e 252, fossero destinati a un ciclo di danze come i minuetti  WoO 7, o le Danze Tedesche WoO 8, del 1795. Se fosse così, saremmo dinnanzi ad una nuova esplorazione di questo genere, essendo questi minuetti dotati di una struttura più solida e più intellettuale.

Gli esempi musicali di questa pagina sono curati da Graziano Denini. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.

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