Biamonti 77 – Der Freie Mann (L’uomo libero): Wer ist ein freie Mann? (Chi è un uomo Libero?) Lied in do maggiore, per voce, coro all’unisono e pianoforte. 1792 – marzo 1795

Biamonti 77 – “Der Freie Mann” (L’uomo libero): “Wer ist ein freie Mann?” (Chi è un uomo Libero?) Lied in do maggiore, per voce, coro all’unisono e pianoforte. 1792 – marzo 1795. Abbozzi. Nottebohm (II, pagine 561-562), cita tre abbozzi da un foglio che riferisce all’epoca di Bonn (potrebbe essere anche del 1794): il primo, nonostante l’indicazione “vier maennliche Stimmen” (quattro voci virili), è in realtà per una sola voce o parte di canto (alternativamente coro all’unisono e voce singola) con accompagnamento di pianoforte non sempre leggibile. Lo spunto e tanto più la parte che segue, non hanno quasi niente di affine con la redazione definitiva. Gli altri due, senza parole (il secondo riportato anche da Schiedermair con l’aggiunta delle parole), prefigurano chiaramente il tema.

Per le notizie sul Lied completo, il testo ed un primo testo massonico, vedere WoO 117.
Nottebohm nel capitolo 61 “Prime composizioni” del suo libro “Zweite Beethoveniana” 1) alle pagine 561-562 scrive : “Um 1790 wurde nach einer Skizze, welche so […] Um 1790 wurde nach einer Skizze, welche so anfängt, das Liedchen von der Ruhe (Op. 52 Nr. 3) concipirt*). [Ueltzen’s Gedicht erschien zuerst im Göttinger Muselnalmanach für das Jahr 1788] Dass das Lied “Wer ist ein freier Mann?” sehr früh componirt wurde, sagt schon Wegeler (Biogr. Not, S. 47). Wir dürfen jedoch das Wort »sehr früh« nicht im engsten Sinne nehmen. Auf einigen der Bonner Zeit angehörenden Blättern finden sich Skizzen, von denen eine, deren Oberstimme so beginnt, mit der gedruckten Bearbeitung nichts gemein hat. Eine Annäherung an die gedruckte Form ist bei dieser abgebrochenen und bei dieser Skizze sichtbar. Pfeffel’s Gedicht erschien zuerst mit einer Composition von C. F. G. Schwenke im Vossischen Musenalmanach für 1792. Seinem Inhalte nach kann das Gedicht durch französische Revolution hervorgerufen worden sein. Auf Grund jener Jahreszahl und des früher Erwähnten können obige Skizzen nur in die Zeit zwischen Ende 1791 und November 1792 fallen. Auffallend ist die Ähnlichkeit einiger Stellen in Beethoven’s Composition mit einigen Stellen in Schwenke’s Composition, so dass man nicht umhin kann, einen Einfluss der letzteren auf die erstere anzunehmen. So beginnt z. B. Schwenke ‘s Composition So beginnt z. B. Schwenke’s Composition mit einer Wendung, die Beethoven ganz ähnlich später anbringt. Beethoven’s Composition ist in zwei autographen Bearbeitungen vollständig vorhanden. Beide weichen etwas von einander ab und gehören der ersten Wiener Zeit an. Eine Bearbeitung stimmt mit der gedruckten Form überein.“
[Intorno al 1790, dopo uno schizzo che inizia così (segue esempio musicale), fu concepito il „Liedchen von der Ruhe“ (Op. 52 n. 3).[Il poema di Ueltzen apparve per la prima volta nel Göttinger Muselnalmanach per l’anno 1788] Che il Lied “Wer ist ein freier Mann?” sia stato composto molto presto, ce lo dice Wegeler (Biogr. Not, p. 47). Tuttavia, non dobbiamo prendere la parola “molto presto” nel senso più stretto. Si possono trovare schizzi in alcune pagine del periodo Bonn, e uno di questi [Kafka Skizzenbuch foglio 153-verso righi 1-6], la cui parte superiore inizia così (vedi esempio 1), non ha nulla in comune con la versione stampata. Un’approssimazione della forma stampata è visibile in questo frammento e in questo schizzo (esempio 2).

Esempio 1

Esempio 2

Esempio 3

La poesia di Pfeffel apparve per la prima volta con una composizione di C. F. G. Schwenke nel Vossisches Musenalmanach del 1792. Secondo il suo contenuto, la poesia potrebbe essere stata causata dalla Rivoluzione francese. Sulla base di quanto detto in precedenza, i bozzetti di cui sopra possono risalire solo al periodo compreso tra la fine del 1791 e il novembre 1792. La somiglianza di alcuni passaggi della composizione di Beethoven con alcuni passaggi della composizione di Schwenke è sorprendente. Così inizia per esempio la composizione di B. Schwenke (esempio 3) con una svolta che Beethoven aggiunse più tardi in modo molto simile. La composizione di Beethoven è completa in due versioni autografe [Kafka Skizzenbuch foglio 61-recto e 62-recto. Entrambe differiscono leggermente e appartengono al primo periodo viennese. Una modifica è coerente con la forma stampata.]

Primo Abbozzo:
Si trova nella Miscellanea Kafka al foglio 153 righi 1-6. Contrariamente a quanto afferma Nottebohm il Lied è praticamente completo o, per meglio dire, l’abbozzo è completo; manca infatti gran parte dell’accompagnamento pianistico e del coro. Nelle prime 12 misure chiaramente Beethoven scrive nel rigo superiore la parte del solista (o della prima voce del coro maschile) e nel rigo inferiore le altre 3 voci (in effetti sono indicate solo 2 voci); lo stile seguito è quello del corale isoritmico. Da notare che Beethoven assegna alle prime voci il primo „Wer“ mentre il coro al completo comincia alla seconda misura e cioè sul secondo „Wer“ . Subito dopo (misure 13 – 34) inizia una lunga parte per il solista, più melodica e con un accompagnamento appena accennato, alla quale fa seguito (misure 39- 51) il finale affidato di nuovo al coro senza accompagnamento e di nuovo in stile corale. Ho avuto qualche problema ad interpretare alcune misure che troviamo in fondo ai primi 2 righi: evidentemente Beethoven ha scritto questa parte solistica andando a capo dopo la seconda misura e, in seguito, ha aggiunto una parte strumentale nella parte restante dei due righi iniziali, probabilmente con l’intenzione di inserirla in qualche punto. Vista la somiglianza con le prime misure della parte cantata, ho quindi pensato che potesse essere una specie di introduzione alla parte solistica e l’ho quindi inserita prima dell’inizio della seconda parte del Lied.
In un altro punto (misure 35-38) non ho trovato un testo scritto nel rigo superiore, di pertinenza fino ad ora del solista, per cui ho anche qui pensato che potesse essere una separazione tra la parte del solista ed il ritorno del coro.

BIBLIOGRAFIA
1) G. Nottebohm Zweite Beethoveniana

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