Qualche tempo fa, un anziano cittadino di Bonn, il signor Heinrich Baum, che ora vive a Düsseldorf, espresse il suo dispiacere per il fatto che nessuno si fosse ricordato della tomba della madre durante i numerosi festival musicali di Bonn, che nessuno avesse decorato la tomba della donna che aveva dato alla luce un Beethoven! Corrispondendendo con lui si scoprì che in gioventù, negli anni Settanta del XIX secolo, allievo della locale scuola, era stato condotto da un valente insegnante con dei compagni al vecchio cimitero di fronte allo Sterntor, per visitare le tombe dei numerosi immortali le cui spoglie riposano in quel luogoi. E qui furono condotti anche a una tomba impraticabile, completamente trascurata, sotto un muro: qui era sepolta la madre di Beethoven!
Sul muro esisteva ancora una lastra di arenaria mezza consumata, sulla quale si potevano ancora decifrare i nomi di Maria Magdalena van Beethoven e Keverich, il cognome da nubile della donna. Circa 30 anni fa, quando vide il luogo per l’ultima volta, la lastra si era completamente staccata e giaceva spezzata dietro la vecchia e fitta edera del muro del cimitero di Bornheimer Straße.
Oggi, naturalmente, non ce n’è più traccia; l’amministrazione del cimitero ha sicuramente rimosso i detriti irriconoscibili, come molti altri del genere. Quindi, difficilmente sarebbe stato possibile trovare la tomba, anche utilizzando le informazioni molto specifiche di Baum, della cui bontà non si poteva aver dubbio. Infatti prima del 1815 non si tenevano registri cimiteriali.
Ma il mio informatore mi fece una seconda rivelazione: sulla stessa tomba esisteva un’altra piccola lapide con il nome (in italiano) “Matari + 1826”, che, stranamente, si trovava ai piedi della stessa inumazione, scomparsa oggidì, il cui nome gli era tornato in mente solo recentemente. Quest’ultima informazione fu confermata anche dall’elenco cimiteriale, tenuto correttamente durante il periodo prussiano. Questa tomba poteva quindi essere identificata in modo affidabile.
Naturalmente, come ho potuto appurare, anche altri ex compagni di scuola ricordano le visite al cimitero, ma non quella tomba trascurata e indecorosa, che allora si trovava nelle vicinanze di tombe molto più impressionanti rimaste nella memoria dei bambini, come quella di E. M. Arndt con la bella quercia nodosa piantata con le mani stesse del poeta, o quella della moglie e del figlio di Friedrich Schiller, entrambe situate molto vicino a quella abbandonata.
Nel caso del signor Baum il semplice punto della tomba di Frau Beethoven gli rimase saldamente nella memoria per il fatto di essere pronipote di quella Frau Ratskellermeister Baum che, insieme al nonno di Beethoven, Ludwig van Beethoven, fece da padrino al giovane Ludwig che era appena nato e che ricevette il nome del nonno al suo battesimo il 17 dicembre 1770.
Come è noto, la donna abitava nella vicina casa “Zum Mohren” di Bonngasse, accanto alla casa natale di Beethoven, e anche la festa di battesimo si svolse a casa sua. Naturalmente questo evento non fu dimenticato dalla famiglia Baum quando il piccolo neonato divenne un uomo di grande nome e famoso e fu costantemente menzionato nelle conversazioni familiari. Questo spiega perché quella macchia di terra invisibile non lasciò un’impronta duratura nell’animo da bambino della maggior parte dei suoi compagni di scuola, come invece accadde a Baum, nella cui famiglia la tradizione della paternità dell’antenato era sempre rimasta viva.
Per quanto preziose fossero le informazioni che il mio amico mi aveva fortunatamente fornito, c’era comunque la possibilità che si fosse inconsapevolmente sbagliato. Dovevo quindi considerare quanto segue: se le affermazioni di Baum fossero state davvero corrette, allora due deceduti dovevano essere stati sepolti nella stessa tomba che conteneva i resti di Matari, il secondo inumato circa 40 anni dopo il primo. Come ha rivelato lo studio delle antiche norme di sepoltura, ciò non era affatto impossibile. All’inizio del XVIII secolo, il governo elettorale stabiliva che una tomba doveva essere „wenigstens sechs Werckfuß“, cioè circa 2,20 metri. In seguito, come accade ancora oggi, fu sufficiente una profondità di 1,75 metri. A quel tempo, l’uso ripetuto dello stesso luogo di sepoltura era sempre consentito. Se le informazioni che mi sono state fornite fossero state dunque corrette, allora una tomba che era stata occupata nel 1787 alla profondità menzionata avrebbe potuto essere riutilizzata senza esitazione nel 1826, dopo 40 anni, alla profondità allora consueta.