La mostra di Luigi Bellofatto su Alexander Wheelock Thayer al Beethovenhaus di Bonn

Maggio – Settembre 2010

Alexander Wheelock Thayer (1817-1897) trascorse molti anni della sua vita lavorando su una biografia completa di Beethoven, basata su autentiche fonti primarie. Il primo volume fu pubblicato nel 1866. “Thayer ebbe a dire “Mi sembra che Beethoven, il compositore, sia abbastanza ben conosciuto attraverso le opere, e su questo presupposto ho dedicato molti anni di lavoro, lunghi e difficili a Beethoven come uomo”. E in effetti questa citazione può essere applicata non solo alla sua biografia di Beethoven, ma anche alla sua vita. Luigi Bellofatto, promotore di questa stupefacente mostra, si può tranquillamente definire il più grande biografo del più grande biografo di Beethoven. Non un doppio salto, ma un lavoro che, come il suo mentore, Luigi ha svolto presso archivi, biblioteche, musei e i discendenti, avendo poi possesso di molta documentazione originale ed è probabilmente il primo italiano ad avere l’onore di inaugurare una mostra al Beethoven-Haus. Per chi non ha avuto fortuna, come me, di assistere alla mostra, ecco la presentazione della stessa, con la possibilità di scaricare articoli e brochure originali. Lasciamo la parola a Luigi; solo lui riesce ad unire in questo modo oggettività e sentimento!

RELAZIONE DI UN VIAGGIO INDIMENTICABILE.

All’alba (ore 6.30) del giorno Lunedì 17 Maggio 2010 Luigi e Armando si incontrano sulla deviazione per andare a Malpensa diretti all’aeroporto per il nostro volo a Bonn. Luigi proveniente da Bovisio Masciagio, Armando da Genova, dopo aver passato una notte festeggiando la sua Sampdoria, quarta in campionato
Arrivo a Bonn in mattinata e dopo aver preso il comodissimo bus navetta che collega l’ aeroporto di Colonia al centro della città natale di Beethoven  ci rechiamo direttamente alla nostra meta: il Beethoven Haus. Abbiamo rivisto con emozione l’esterno della casa natale del nostro musicista, siamo entrati e chiesto del Dr. Ladenburger, che ci ha accolto al museo.
Luigi ha presentato al Dr. Ladenburger, che conosce da diverso tempo e che è venuto a trovarlo in Italia un paio di volte, il carissimo amico Armando, non solo come riparatore dell’orologio di Thayer (che è esposto in mostra) ma specialmente come esperto di schizzi ed abbozzi Beethoveniani e conoscitore di tutte le musiche del compositore tedesco.
Dopo, abbiamo incontrato anche la collaboratrice di Ladenburger, la Sig.ra Nicole Kämpken, che Luigi ha avuto il piacere di conoscere la prima volta circa 8 anni fa, durante una delle sue ricerche. Abbiamo iniziato a preparare la mostra e organizzare il materiale, e venuta ora di pranzo, siamo andati al ristorante italiano Rossi, gestito da un simpatico pugliese. Purtroppo il tempo non era come in Italia, ma freddo e piovoso ma all’interno il clima era emozionante e ci scaldava.
Nel pomeriggio Luigi è andato con Ladenburger nel cavò del Museo dono sono racchiusi i cimeli Beethoveniani, tutti i suoi manoscritti, lettere, ritratti etc.. dove circa due settimane prima  avuto già il piacere e l’onore di toccare con mano l’ultimo acquisto, il manoscritto delle variazioni Diabelli, e ammirare tutte le sue 81 pagine, un emozione indescrivibile e unica!  Dal caveau sono stati presi i cimeli Beethoveniani, manoscritti di Beethoven appartenuti a Thayer, come la parte di trombone della nona Sinfonia e lettere del musicista a diversi amici. Mentre Luigi era alle prese con i preparativi, Armando è andato alla Biblioteca per le sue ricerche sugli abbozzi e dove ha avuto il piacere di trovare tutto quello che cercava ….. Ed in quel luogo evocativo ha incontrato la ricercatrice viennese Rita Steblin, che poi abbiamo rivisto con piacere diverse volte in giornata.
Verso le 18 la mostra era quasi pronta, le ultime cose verranno poi sistemate la mattina seguente e venuta ora di cena siamo stati ospiti a casa di Ladenburger dove abbiamo visto la moglie Karin e la figlia Katrin, entrambe molto simpatiche; il dopo cena si è svolto con una suonata di Ladenburger al forte-piano dell’epoca di Beethoven che aveva in casa, e l’ascolto “riflessivo”, seduti con un bicchiere di vino, di musiche di Schubert e di un CD di inedita, dato in omaggio al carissimo amico. Dopodiché Armando è tornato in hotel (famoso Hotel Gross, di fronte al Beethoven Haus) mentre Luigi era ospite di Ladenburger a casa sua (precisamente nella sua mansarda).
La mattina è iniziata per Luigi con una colazione tipicamente tedesca smaltita con una lunga camminata alla Beethoven Haus (di circa 30 minuti), per Armando con una colazione servita da una simpatica siciliana dell’ hotel; in seguito abbiamo visitato Prof. Appel, responsabile dell’editoria della Beethoven Haus, per discutere e rispondere ai diversi quesiti riguardo il nostro articolo sugli orologi che verrà pubblicato nel vol. 9 del Bonner Beethoven Studien, il primo per Armando in questa serie di saggi Beethoveniani e il quarto articolo per Luigi. In quest’ articolo si fa menzione e descrizione dell’orologio di Tobias Haslinger, che Armando aveva con sé e che ha mostrato a Prof. Appel con grande piacere. Ci ha parlato del suo ultimo lavoro sulla trascrizione di abbozzi Beethoveniani e si sono visti gli occhi di Armando aprirsi dallo stupore e meraviglia. Dopo aver regalato un CD di Inedita lo abbiamo saluto con un arrivederci alla sera in occasione dell’inaugurazione della mostra. Il Prof. Appel ci ha regalato l’ultimo libro della BH.
Nel frattempo ci ha raggiunto la sorella di Luigi, Giovanna arrivata dall’Italia. Ormai quasi di casa, tra negozio e museo, ci muovevamo all’interno come se fossimo li da tempo e sia come inauguratore della mostra che come amici di Ladenburger, possiamo dire che avevamo libero accesso alle diverse stanze e di scattare foto.
Dopodiché Armando è andato in Biblioteca per completare il suo lavoro di studio e riproduzione (fotografica permessa da Ladenburger) dei libri di suo interesse.

La mattina per Luigi  si è conclusa con la preparazione finale dei pezzi da esibire e un’altra visita al caveau dove è stato prelevato il busto di Thayer e portato al museo, e dopo aver verificato che necessitava di essere leggermente restaurato, Ladenburger ha urgentemente chiamato il restauratore che in breve tempo si è presentato per fare il suo ottimo lavoro. Arrivata ora di pranzo, noi tre (Armando, Luigi e sua sorella Giovanna) siamo andati a gustare un’ottima pizza in una pizzeria Italiana in Bonngasse, apprezzata specialmente da Armando per i suoi indigeribili peperoni. Nel pomeriggio si è conclusa tutta la preparazione della mostra e Luigi stavo preparando alle parole del suo discorso, e la tensione incominciava a farsi sentire, tensione che d’altra parte  abbiamo ridotto facendo acquisto al negozio della BH.
Nel pomeriggio Luigi ha chiesto all’amico Ladenburger se poteva mostrare all’amico Armando l’orologio di Beethoven tenuto presso il museo (facente parte della collezione Bodmer) e lui gentilmente e senza esitazione ha detto… “sicuramente”! ; quindi è sceso a prendere la chiave della vetrina, e dopo aver avuto qualche problema (chissà da quanti anni non veniva aperta) e tolto le diverse protezioni antipolvere, ha dato l’orologio nella mani (con guanti) di Armando. Immaginiamo la sua emozione nel toccare e APRIRE l’orologio che aveva Beethoven in casa sua e verificarne il meccanismo. Luigi vedeva gli occhi di Armando felici ma nello stesso tempo timorosi e sentivo che il suo cuore batteva con le note dell’inno alla gioia della IX  sinfonia!
Giunti quasi all’inaugurazione ci siamo spostati alla Beethoven Haus Halle a fianco del museo e abbiamo incontrato i due musicisti che avrebbero poi suonato l’Anhang 4, per piano e flauto. Mentre la gente entrava e prendeva posto Luigi ha visto i suoi carissimi amici Friedrich von Busch e sua moglie Dagmar Weise, grande esperta Beethoveniana e amica del grande H.C. Bodmer. Armando si è emozionato ad incontrarla, essendo lei l’autrice del suo primo libri di abbozzi (quello sulla Op. 80) e parlava in italiano con suo marito, una persona di carattere nobile. Come ricordo dell’Italia Luigi le ha dato dei cantucci con Vin Santo e Armando un CD di Inedita.

Abbiamo poi preso posto in prima fila, Luigi aveva di fianco il suo carissimo amico Armando che lo tranquillizzava e dall’altra parte il presidente della BH Dr. Philipp Adlung, il quale alle 18 in punto ha introdotto la serata con un discorso su Thayer, sulla mostra ringraziando Luigi di ciò che aveva fatto. A ciò è seguito il primo tempo della sonata per piano e flauto e la tensione di Luigi (ma anche di Armando) aumentava in quanto dopo questo tempo sarebbe toccato il discorso di Luigi.
Ecco l’applauso della fine e Dr. Ladenburger ha fatto segno a Luigi di avvicinarsi al leggio da cui avrebbe fatto il suo discorso su Thayer e sul suo approccio a Beethoven. Si sentiva un poco teso, con il suo discorso in lingua inglese, ma è arrivato in fondo ringraziando la moglie Simona per avere capito il suo amore per il musicista tedesco.
Sembrava che il tempo non finisse mai, ma una volta giunto alla fine la sua tensione si è svanita con l’applauso del pubblico e ha lasciato la parola a Ladenburger per il suo discorso su “Beethoven l’uomo” (che è anche il titolo della mostra) e su Thayer. E’ stato un piacere sentire i ringraziamenti di Ladenburger  e specialmente gli apprezzamenti sulla sua ricerca, nonostante non sia di professione “ufficiale” un musicologo, ma un semplice ingegnere, ma come ha detto Ladenburger, forse per questo la sua ricerca ha basi scientifiche e non “artistiche”.
Dopo il lungo discorso di Ladenburger, seguito da un applauso, si è ripreso la sonata per flauto e piano con gli atri tre tempi. Finito il concerto siamo andati al museo dove ora la mostra era ufficialmente aperta e inaugurata. Tra le diverse persone incontrate vi era anche il nipote di Ludwig Schiedermair, grande scrittore Beethoveniano dell’inizio del 1900. Seguiva un rinfresco, presso il negozio della BH, dove come vino vi era quello prodotto  della casa Wegeler, discendenti dell’amico di Beethoven Franz Gerhard Wegeler. Abbiamo rincontrato con piacere Appel, che ha regalato a Luigi il suo ultimo libro con dedica pubblicato e scritto da Margot Wetsitein. Ormai il dado era tratto e la mostra è partita, sperando che il pubblico la apprezzi. E’ seguita una cena tra le autorità della BH presso il primo piano del BH, un altro onore, cenare nella casa natale di Beethoven! Anche se il menu non era dei migliori per il fine palato italico(un bel wurstelone gigante) la compagnia era divertente. Ma la stanchezza cominciava a farsi sentire…. Dopo aver salutato gli ospiti, Armando e la sorella di Luigi che andavano stanchi all’hotel, Luigi, con Ladenburger, sua moglie e sua figlia sono tornati a casa. Luigi, molto stanco, ha chiesto cortesemente di andare direttamente a riposare, rinunciando al consueto “momento musicale”.

La mattina ci siamo incontrati e abbiamo fatto un giro della città, molto bella, sebbene dopo gli stravolgimenti architettonici di fine ‘800 e soprattutto dopo i bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale non resti molto della Bonn beethoveniana (come la casa distrutta in Rehingasse dove è cresciuto il compositore tedesco). Indimenticabile è il Reno, che, con la sua pigra massa d’ acqua infinita sembra ispirare certa musica di Schumann o di Brahms; abbiamo visitato il palazzo del principe elettore dove Beethoven suonò quando era piccolo, ora divenuto università di Bonn, la piazza Munsterplatz con il monumento eretto nel 1845 a Beethoven. Alle 10.30 Luigi aveva appuntamento con Margot Wetzstein, che collabora con Prof. Appel come editor degli articoli e autrice di importanti libri su Beethoven. Dopo è stato in Biblioteca per vedere le ultime novità e salutare e ringraziare il personale (Mrs. Kuban e Geoffert), per la gentilezza sempre dimostrata nei suoi confronti nell’inviargli copie di materiale di cui necessitava per le sue ricerche.

Armando, dal canto suo, nel lungo ritorno verso Genova, ha avuto il tempo per pensare a lungo quanto aveva visto, trovato e provato. Visto molto: i quadri, gli oggetti ed cimeli, forse troppo esposti agli occhi di turisti distratti o di scolaresche varie di adolescenti, ma anche visti dall’ occhio umido di chi ama profondamente l’ uomo Beethoven. E poi trovato; ovvero musiche, abbozzi, frammenti, ma soprattutto amici. Come Luigi, del quale ha imparato ad apprezzare non solo il lavoro, ma la sua splendida componente umana, la sua tenera affettazione per gli amici. Questo viaggio ci ha dato la possibilità di restare un poco assieme con la dovuta calma, e questo è stato il più bel regalo dell’ avventura. E poi i volti: quello di Landenburg, di Appel, di Busch e sua moglie Dagmar Weise… Della nordica gente di Bonn, degli immigrati, del Reno….. e l’ orologio di Beethoven….  A questo punto si è domandato, tornato nella sua piccola San Biagio, periferia del mondo: ma ho visto, trovato o provato? oppure tutto si risolve con la commistione di tutto questo? Probabilmente saranno necessari molti giorni o settimane per pensare lucidamente all’ onore avuto; probabilmente l’ unica maniera per dire grazie a tutti è caparbiamente aggiungere ogni giorno un piccolo tassello al sito internet, la cui ultima conoscenza si può ben definire “Beethoven”.