Ludwig van Beethoven – Trascrizioni e studi sulle opere di Joseph Haydn
Elenco delle trascrizioni e degli studi che Beethoven fece delle opere di Joseph Haydn (1732 – 1809)
Franz Joseph Haydn (Rohrau, 31 marzo 1732 – Vienna, 31 maggio 1809) è stato uno dei più grandi compositori dell’epoca classica. Trascorse la maggior parte della sua lunga carriera in Austria, come maestro di cappella presso la famiglia Esterházy, a servizio della quale scrisse numerose opere teatrali serie e buffe, tutte in italiano (alcune su libretto di Carlo Goldoni e Pietro Metastasio), oratori, messe, musica strumentale e vocale di vario genere, la maggior parte delle 52 sonate per pianoforte ‒ che rappresentano un contributo fondamentale alla letteratura di questo strumento ‒ e oltre 80 delle sue 108 sinfonie.
A lui sono dedicate le prime tre sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven.
Iniziò a studiare il violino e il clavicembalo all’età di cinque anni, e tre anni dopo diventò uno dei piccoli cantori del duomo di S. Stefano a Vienna, dove poté proseguire gli studi musicali. All’età di 17 anni, alla muta della voce, venne allontanato dal coro e si trovò privo di mezzi. Tuttavia, grazie all’abilità raggiunta nel canto, nel violino, nel cembalo e nella composizione, fu presto in grado di intraprendere con successo la professione di musicista e di dedicarsi all’insegnamento.
Per la composizione non ebbe mai insegnanti regolari, studiò interamente da autodidatta, come egli stesso dichiarerà molti anni più tardi: «Ho più udito che studiato».
Egli portò a un elevato grado di perfezione stilistica la struttura detta forma-sonata, presente in genere nel primo movimento di una sinfonia, sonata o quartetto classici. Nella forma-sonata due idee musicali contrastanti, spesso dal solo punto di vista armonico, venivano dapprima esposte, poi sviluppate ed infine riproposte nella tonalità principale della composizione.
Le sinfonie costituiscono l’eccellenza della sua produzione, tanto che Haydn è spesso chiamato ‘il padre della sinfonia’ per averne progressivamente fissato un modello formale talmente equilibrato da essere a lungo imitato.
Nel 1790, alla morte del principe Nicola Esterházy, il figlio Antonio licenziò l’orchestra ma assicurò ad Haydn una pensione. Il compositore, ormai non più giovane, si trovò così libero di accettare un’offerta economicamente vantaggiosa, fattagli dall’impresario Johann Peter Salomon e partì per l’Inghilterra dove riscosse un grande successo.
Nel 1792, di ritorno a Vienna, egli soggiornò a Bonn. Beethoven si recò a rendergli omaggio e Haydn propose al giovane compositore di trasferirsi nella capitale asburgica per ricevere lezioni da lui. Beethoven in effetti si trasferì a Vienna e continuò le lezioni con Haydn fino al gennaio 1794, quando quest’ultimo ripartì per Londra. Il rapporto tra i due grandi compositori non fu idilliaco e Beethoven, già dal 1793 cominciò a studiare anche con Johann Schenk. (V. Biografia di Beethoven a cura di Daniele Scarpetti sul nostro sito).
Al periodo trascorso in Inghilterra risalgono alcune fra le opere più note di Haydn, anzitutto il suo ultimo gruppo di sinfonie, dette “Londinesi”, dal n. 93 al 104, i sei quartetti op. 71 e 74, diverse sonate per pianoforte e un significativo gruppo di trii con pianoforte.
Il periodo londinese, inoltre, mise Haydn a confronto con il modello degli oratori di Händel e dopo il ritorno a Vienna egli compose due grandi oratori: La Creazione (1798) e Le stagioni (1801).
Rientrato in patria, nuovamente alle dipendenze di un principe Esterházy, Nicolaus II, Haydn compose alcune tra le sue opere più mature, come l’oratorio sacro La creazione (1796-98) e quello profano Le stagioni (1799-1801). Dal 1803 smise di comporre e morì a Vienna nel 1809.
Nonostante Beethoven abbia probabilmente copiato e studiato diverse opere di Haydn, sono giunti fino a noi solamente quattro studi al riguardo, che riportiamo in questa pagina.
- Quartetto per archi in mi maggiore Hob. III: 31
- La sinfonia in mi maggiore Hob. I: 99 (parti del finale)
- La Messa in si maggiore “Schöpfungsmesse” Hob. XXII: 13 (parti del Gloria e in particolare “In gloria Dei Patris” )
- Quartetto per archi in fa minore Hob. III: 35
I due quartetti per archi in mi maggiore e fa minore Hob. III: 31 e 35
Copia del primo datata 1794 (HCB Mh 42 conservato alla DBH)
Copia del secondo giugno 1819/luglio 1820 A-Wgm, A 48, pag. 2 versus W/A S.98.
La Messa in si maggiore “Schöpfungsmesse” Hob. XXII: 13
Copia del Gloria (misure 3-12 e 242/253) – Inizio della fuga del “In gloria Dei Patris”, parti per canto, F-PC (PN) , Manoscritto 60 (2) pagine, scritti a pagina 3 versus e segg. Scritti nel 1807 come studio ed assieme agli abbozzi della Messa Op. 86.
Biamonti 426: Non un Quartettsatz ma il Finale della sinfonia Hob. I – 99 di Franz Joseph Haydn
Articolo su Biamonti 426, ovvero il frammento per quartetto d’archi descritto da Max Unger e conservato attualmente a Parigi, Bibliothèque National de France. Paris Ms44, 1Recto – A-Wgm, A 81.
A pagina 532 del suo Catalogo cronologico e critico di tutte le opere di Beethoven, Giovanni Biamonti così riporta testualmente: Biamonti 426. Quartetto (Frammento), 1805 circa. Ventidue battute autografe per un tempo di quartetto, poi rimaste inutilizzate. Si trovano fra le carte beethoveniane della Biblioteca del Conservatorio di Parigi descritte da Max Unger (M.U. pagine 100/44) in un foglio contenente anche abbozzi per lo scherzo della Quinta Sinfonia. Ovviamente Biamonti riporta la notizia della pubblicazione del 1935 che Max Unger fece a pagina 100, numero 44 (Die Beethovenhandschriften der Pariser Konservatoriumsbibliothek, inserito del N.B.J. Neue Beethoven Jahrbuch, VI, 1935).
Finalmente, avendo avuto la possibilità di visionare il manoscritto, (di quattro pagine di cui le due centrali vuote) il risultato, che corregge Max Unger e Biamonti, è questo: Data: 1805 Formato carta: 23,5 per 30,5 centimetri. In possesso alla Bibliothèque National de France, prima al Conservatorio di Parigi, prima a Malherbe, Charles (1853-1911) ed ancor prima al famoso Kafka, Johann Nepomuk (1819-1886). Prima pagina: Copia in partitura della sinfonia Hoboken I – 99 di Franz Joseph Haydn (misure 128-149 solo la parte per archi). Pagine 2 e 3 inutilizzate. Pagina quattro schizzi per lo scherzo (terzo movimento) della quinta sinfonia in do minore Opus 67.
Qui sotto i quattro fogli: Prima pagina: Copia in partitura della sinfonia Hob. I – 99 di Franz Joseph Haydn (solo la parte per archi) – Pagine due e tre: vuote. Pagina quattro: schizzi per lo scherzo (terzo movimento) della Quinta Sinfonia in do minore Opus 67.
Qui sotto le immagini del Neue Beethoven -Jahbuch Begundet und herausgegeben von Adolf Sandberger – Sechster Jahrgeng – 1935 Hery Litoff’s Verlag, Braunschweig (Dalla biblioteca di Luigi Bellofatto, cui va il nostro ringraziamento)
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