Quaderni di abbozzi – Miscellanea Fischhof
Joseph Fischhof (Bučovice 4 April 1804 – Vienna 28 June 1857) fu un pianista ceco-austriaco, compositore e professore al Conservatorio di Musica di Vienna, appartenente alla scuola romantica.
Intenzionato dapprima a diventare medico, in seguito studiò musica e composizione con Ignaz von Seyfried (ritroviamo Ignaz Xavier Ritter von Seyfried come docente ed amico di Beethoven in questa pagina e nelle seguenti: https://www.lvbeethoven.it/articoli-trattato-di-armonia-e-composizione-introduzione/ dove il sito presenta il suo “Trattato di Armonia e Composizione del 1833) e nel 1833 divenne professore di piano al Conservatorio di Vienna.
Pubblicò alcune opere letterarie di musica e fu un collezionista di partiture e manoscritti Beethoveniani, che sono stati molto utili ai biografi e agli studiosi del processo creativo del Maestro, come Gustav Nottebohm. Venne in possesso di una fascicolo di documenti e di abbozzi di Beethoven grazie all’ ausilio di Jacob Hotchevar che precedentemente era ritenuta perduta e che più tardi divenne nota come il “Manoscritto Fishof”, che appunto viene presentato in questa sede.
Tra i suoi studenti ricordiamo George Lichtestein.
(Traduzione da Wikipedia)
Qui sopra la canonica litografia di Fischof ed una lettera autografa in mio possesso del carteggio Fischhof – Hellmsberger.
Qui sotto due pagine della miscellanea, dove si evince in che modo venivano amputati i manoscritti per farne quadretti da donare ad amici e seguaci di Beethoven. La dispersione di queste pagine (adesso oggetto della più attenta conservazione) fu pratica piuttosto comune nel corso di tutto il XIX secolo.
Miscellanea Fischhof: Minuetto per orchestra in re minore
Abbozzo originale e versione pianistica di Graziano Denini e libera orchestrazione di Albert Willem Holsbergen
Minuetto e Trio in re minore. L’abbozzo risale agli anni 1790-1792 circa, negli ultimi anni di permanenza a Bonn, o forse poco dopo che Beethoven si trasferì a Vienna. La carta da musica corrisponde a quella delle “Lamentazioni di Geremia” (vedere sul nostro sito). Il Minuetto si trova sulla terza pagina dell’autografo 28, la cosiddetta “Miscellanea Fischhof”, una raccolta di abbozzi risalenti a prima del 1800 in possesso della Staatsbibliothek di Berlino, come ha enunciato il Dott. Douglas Johnson nella sua tesi di laurea. (riportiamo in questa pagina l’immagine dell’abbozzo originale).
Lo schizzo per il pianoforte è abbastanza completo: manca la linea di basso in alcune misure; non in molte, però, e così possiamo considerare la versione di Graziano Denini non tanto una ricostruzione, quanto piuttosto una ragionevole implementazione. Il pezzo è qui presentato difatti per pianoforte, conforme al manoscritto, nella versione a cura di Graziano, e nella piuttosto libera ed affascinante ricostruzione orchestrale curata da Albert Willem Holsbergen.
Per quanto riguarda i dettagli tecnici e musicali, lasciamo la parola a Graziano:
Ad un’analisi approfondita del manoscritto, che è stato reso finalmente disponibile, lo schizzo del Minuetto in re- risulta completo sia per quel che concerne la mano destra sia per quanto concerne la mano sinistra; l’unica aggiunta da me fatta consiste nell’armonizzazione del mi della mano destra di misura 7. Non sono indicate le dinamiche e le legature per cui bisogna seguire un po’ il proprio gusto personale.
A misura 22 del Minuetto, prima della vistosa cancellatura (probabilmente un segno di ritornello), troviamo 2 notine (fa-do) alla mano sinistra che portano alla ripetizione di quest’ultima frase; questa ripetizione è scritta solo una volta con un arco sopra le 2 misure ed è seguita da una serie di punti di ritornello che io ho interpretato come “suonale 2 volte”; probabilmente Beethoven voleva concludere il secondo ritornello già a misura 22 ma, capendo che questo finale non era incisivo, ha aggiunto le restanti 7 misure che sono decisamente più conclusive.
Ad un Minuetto così ben armonizzato segue un Trio molto scarno con un tema di 8 misure, ritornellato (Beethoven nella prima parte del Trio scrive per esteso tutte le 16 battute del tema); questo consiste in due misure di scalette discendenti non armonizzate, seguite da 2 misure di cadenze armonizzate: personalmente non ho trovato giusto, quindi, riempire con armonie le scalette discendenti, perché si crea in questo modo un effetto vuoto-pieno a mio avviso molto interessante.
A misura 11-12 non troviamo l’armonizzazione della cadenza, che però è identica a quella di misura 5-6. Il primo ritornello si conclude con la doppia ripetizione della cadenza finale in la-.
Il secondo ritornello ricalca la struttura del primo, tranne per il fatto che le 8 misure iniziali non vengono ritornellate: io, ma questo è un mio personale arbitrio, ho pensato ad una dimenticanza e quindi, anche per rendere più omogenea la struttura dei due ritornelli, ho ritenuto giusto ripetere queste 8 misure.
Ultima mia modifica al manoscritto si trova alla quartultima misura del Trio: Beethoven non indica il # al do della mano destra mentre lo troviamo nella ripetizione 2 misure più tardi: penso sia anche questa una dimenticanza, anche perché l’effetto minore-maggiore non si trova nel primo ritornello e non suona nemmeno troppo bene.
Il Minuetto in re minore fa parte del progetto “La ricerca diventa Arte”
Una nuova vita per le opere sconosciute di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del pianista maestro Emanuele Stracchi