WoO 182 O Tobias!, canone
WoO 182 – “O Tobias!”, canone per Haslinger, 10 settembre 1821, pubblicato da Nottebohm nella Allegemeine Musikzeitung del 21 ottobre 1863. G.A. 256/9 (Serie 23, pagina 189) Bruers 213 – KH. (WoO)182 – Thayer 226 – Nottebohm pagina 162/10.
E’ introdotto nella lettera scritta da Beethoven all’amico editore Tobias Haslinger, il 10 settembre 1821 e conservato nella Beethovenhaus. Unger cita alcuni abbozzi esistenti nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Testo: “O Tobias! Dominus Haslinger! O! O!”. Altri canoni e scherzi musicali diretti a Haslinger sono quelli di cui ai numeri 794, 806, 843, 884 del catalogo Biamonti.
Titolo ufficiale: WoO 182 O Tobias! Kanon (d-moll) nach einem eigenen Text Widmung: -NGA XII/2 AGA 256/9 = Serie 23/S. 189
Delineato all’inizio di settembre 1821, trascritto in due versioni in una lettera indirizzata a Tobias Haslinger del 10 settembre 1821. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1863 nella Leipziger Allgemeine Musikalische Zeitung. Tobias (Carl) Haslinger (1787-1842) lavorò dal 1813 circa come amministratore delegato nella casa editrice di Sigmund Anton Steiner a Vienna. Nel 1815 si fuse con Steiner per formare la società mista S.A. Steiner & Comp. Beethoven inviò ad Haslinger il canone con una lettera datata 10 settembre 1821 (BGA 1439). Il compositore stesso racconta l’ aneddoto della composizione: „Als ich gestern auf dem Weege nach vien mich im wagen befand, überfiel mich der schlaf um so mehr als ich beynahe nie (des FrüHaufstehens wegen hier) recht geschlafen hatte, – während ich nun schlummerte, so traümte mir, ich reiste sehr weit nicht weniger nach Siryen nicht weniger nach Indien – wieder zurück nicht weniger nach arabien, endlich kam ich gar nach Jerusalem die Heilge stadt erregte den gedanken an die Heilgen Bücher kein Wunder, wenn mir nun auch der Name Tobias einfiel, u. wie natürlich mußte mir also auch unser Tobiasser’l und das pertobiassen dabey in den Sinn kommen, nun fiel mir während meiner Traum-reise folgender Canon Ein: [Einzeilige Notierung] allein kaum erwachte ich, fort war der Canon u. es wollte mir nichts mehr davon in’s Gedächtniß kommen, jedoch als ich mich anderen Tages wieder hieher begab im selben Fuhrwerk (eines armen österreichschen Musikanten) u. die gestrige Traumreise wieder jezt wachend fort-sezte, siehe da, gemäß dem Gesez der IdeenAssociation fiel mir wieder selber Canon ein, ich hielt ihn nun wachend fest, wie einst Menelaos den Proteus, u. erlaubte ihm nur noch, daß er sich in 3 Stimmen verwandlen durfte: [Notazione in partitura].“
Gli schizzi sono frammisti a quelli per la sonata Opus 110. Nella lettera ad Haslinger c’è una trascrizione di una riga e uno spartito con una parte centrale composta liberamente. William Drabkin afferma: „The addition of a third voice […] gives the piece greater internal movement and, at the same, a harmonic fullness that a simple succession of sixths and tenths cannot achieve.“ “L’aggiunta di una terza voce […] conferisce al pezzo un maggiore movimento interno e, allo stesso tempo, una pienezza armonica che una semplice successione di seste e decime non può raggiungere.” (Drabkin/Artarial97 vol 2 p 30.)
Fonti: autografo 1 schizzi
(1) D-B, Mus. SM. autogr. Beethoven Artaria 197, pagina 1. Facsimile e descrizione: Drabkin/Artarial97, ulteriore facsimile: SBB/.
(2) F-Pc (in: Pn), Ms 51
(3), folio 2, e Ms 99, fogli 1-2. I fogli appartengono a un taccuino tascabile (ricostruito) della fine del 1821. Datazione degli schizzi per WoO 182: inizio settembre 1821 (JTW p. 381), facsimile: Gallica.
Partitura: D-BNba, BH 23, foglio 1versus -2, lettera a Tobias Haslinger (BGA 1439). Datazione: 9/10/1821. Doppia pagina; WoO 182 in basso al foglio 1versus, partitura a foglio 2recto in basso e 2versus in alto. Carta: formato verticale, 23 x 19,5 cm, con righe a mano libera. Provenienza: Carl Meinert, Dessau (Catalogo/Bonn 1890 n. 320). – Contessa Irma Adelmann von Adelmannsfelden, Wiesbaden. – Acquisito nel 1913. Facsimile e descrizione: DBH/online.
Prima Edizione 1863. In: Gustav Nottebohm, con numerose lettere di Beethoven inedite sino ad allora. AmZ, Neue Folge 1 (1863), 21 ottobre 1863, colonna 727f (canone aperto e chiuso). Documenti di lettere: BGA 1439, 1444. Bibliografia: Drabkin/Artaria 197 Vol. 2 p. 30. Indici: Thayer/1865 n. 226 (p. 140). — Nottebohm/1868 p.162 (n. 10). Hess/Green n. 285.
Lettera a Tobias Haslinger pag. 2 (canone)
Lettera a Tobias Haslinger pag. 3 (risoluzione canone -I parte)
Lettera a Tobias Haslinger pagina 4 (risoluzione canone – II Parte)
La lettera originale si trova alla Beethovenhaus di Bonn ed è catalogata col numero BH 23. Contrariamente ad altri canoni beethoveniani contiene anche la sua risoluzione. A Parigi esistono degli schizzi preparatori (Ms 51/3b, Ms 99), probabilmente facenti parte di un unico quaderno tascabile, preceduti e seguiti da schizzi per il secondo e terzo movimento della Sonata op. 110 ( definito nel libro di D. Johnson, A. Tyson e R. Winter Pocket Sketchbook of late 1821) mentre schizzi per questo stesso canone li troviamo anche nella prima pagina del quaderno Artaria 197.
A questo proposito è molto interessante quello che scrivono D. Johnson, A. Tyson e R. Winter e cioè che questo canone sia stato scritto durante la composizione della Sonata op. 110 e del Credo per la Messa op. 123.
E’ un canone a 2 voci all’ottava con l’aggiunta di un’altra voce che intona una melodia diversa e che inizia con un inciso riecheggiante il “Dies Irae” dal Requiem di Mozart.
Nel manoscritto originale, alle misure 13-14 Beethoven inserisce due sf ma, nella realizzazione, li omette; io ho seguito questa indicazione.
Nella seconda Voce, la parte non a canone, a misura 12 Beethoven non indica se il do debba essere diesis oppure bequadro ma, visto che siamo in armonia di dominante e visto che in altri punti Beethoven indica il bequadro, considererei questa nota come prosecuzione del do#.
Trovo invece incomprensibili alcune libertà che si sono presi i vari trascrittori: Rudolph Klein a misura 5 indica il re del primo movimento come una nota di croma seguita da una pausa di croma; Beethoven, giustamente, invece indica il re di semiminima (non avrebbe senso una pausa in mezzo alla parola “Dominus”).
Invece nell’Edizione Breitkopf la seconda voce, quella libera, è scritta in Chiave di Violino all’ottava superiore; Beethoven invece scrive questa melodia in Chiave di tenore e all’ottava inferiore.
Schizzo n. 1 nel manoscritto Ms 51/3b alla Biblioteca Nazionale di Francia
Schizzo n. 2 nel manoscritto Ms 51/3b alla Biblioteca Nazionale di Francia
Schizzo n. 1 nel manoscritto Ms. 99 alla Biblioteca Nazionale di Francia
Schizzo n. 2 nel manoscritto Ms. 99 alla Biblioteca Nazionale di Francia
Artaria 197 – Schizzo a pagina 1 righi 1-4
Consiglio sulla pagina del sito:
Gli esempi musicali di questa pagina sono curati da Graziano Denini. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.