WoO 177 Bester Magistrat, ihr friert, canone per voci di un uomo, con accompagnamento di violoncello o contrabbasso

WoO 177 – “Bester Magistrat, ihr friert”, (ottimo magistrato voi avete freddo), canone per voci di un uomo, con accompagnamento di violoncello o contrabbasso, 1820 circa, pubblicato per la prima volta in fac-simile nella copertina del catalogo 132 della vendita all’asta di K.E. Henrici (Berlino), 27/28 aprile 1928; poi da M.A.L., pagina 303; più recentemente da Willi Hess nel quinto fascicolo dei Supplemente zur GA, 1962. Hess 257 – KH (WoO) 177.

Il manoscritto originale fa parte del fondo Bodmer della Beethovenhaus. Le parole sono forse, pensa Unger, di intonazione ironica e stilate per i giudici della città di Vienna, che nell’affare della tutela di Karl, il nipote di Beethoven, avevano preso, contro maestro, le parti della madre del ragazzo (il tremolo dei bassi può anche stare ad imitare, caricaturalmente, un “tremore”).

 [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]

Titolo ufficiale: WoO 177 Bester Magistrat, Ihr friert! Musikalischer Scherz (Kanon?, E-dur) nach einem eigenen Text für tiefe Singstimme und ein Instrument Widmung: – NGAXII/2 AGA- SBG V/38 (2. Auflage: 39; Hess 257)

Origine e pubblicazione: Scritto probabilmente tra il 18 dicembre 1818 e l’8 aprile 1820 a Vienna. La prima edizione apparve postuma nel 1957 nell’edizione letterale di Donald W. MacArdle e Ludwig Misch, ma un facsimile della trascrizione autografa apparve già nel 1928 nel catalogo dell’asta di Karl Ernst Henrici. Il destinatario della battuta è probabilmente il magistrato della città di Vienna, al quale Beethoven non era particolarmente affezionato visto che si schierò con la madre, Johanna van Beethoven, nella disputa sulla tutela del nipote Karl. Tuttavia, Max Unger considera anche la possibilità che il canone possa essere per un „harmloser Scherz über einen Magistratsrat“ qundi Mathias Tuscher (ca 1775-1860), co-tutore del nipote di Beethoven, Karl, dalla fine di marzo all’inizio di giugno 1819.

Se si presume che il destinatario sia l’autorità municipale della città di Vienna, le due date citate costituiscono l’arco temporale approssimativo della creazione. Il 18 dicembre 1818, la controversia legale sulla tutela del nipote di Beethoven, Karl, fu trasferita dalla legge provinciale al magistrato viennese (quando si scoprì che Beethoven non aveva un diploma di nobiltà, le responsabilità ufficiali cambiarono). L’8 aprile 1820 la corte d’appello si pronunciò finalmente a favore di Beethoven. Nel suo catalogo d’asta 127, Karl Ernst Henrici chiamò la partitura autografa (fonte 1.2) „Eigh. Kanon“. Tuttavia, non ci sono spunti nella parte cantata che indicherebbero un canone previsto. Secondo Max Unger, il brano è „ein lustiger Kanon für vier Männerstimmen und Begleitung von Streichbässen (Kontrabaß oder Violoncell oder von beiden)“. Questo è affermato anche in KH, e Rudolf Klein di conseguenza dà una soluzione come canone a quattro voci di basso. Willy Hess, invece, considera „ganz natürlich“ una risoluzione in due parti. Nello stesso catalogo, Henrici descrive anche il pezzo come uno ,,musikalische[n] Ulk in Form eines Duos für 2 Bässe“

Gli abbozzi saranno trattati in un articolo appositamente creato per il Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it

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