WoO 168 due canoni:
WoO 168/1 Das Schweigen (Il silenzio): Lerne Schweigen (Impara a tacere).
WoO 168/2 Das Reden (La parola): Rede, Rede (Parla, parla).
Titolo ufficiale: WoO 168 Das Schweigen — Das Reden Rätselkanon und Kanon (F-dur) nach Worten von Johann Gottfried Flerder bzw. nach einem eigenen Text Widmung: – NGAXII/2 AGA 256/5 und 4 = Serie 23/S. 183-185
WoO 168/1 “Das Schweigen” (Il silenzio): “Lerne Schweigen” (Impara a tacere), canone, abbozzato alla fine del 1815, scritto poi in data 24 gennaio 1816 nell’album del musicista inglese Charles Neate in occasione della sua partenza da Vienna; pubblicato la prima volta come appendice musicale n. 3 al n. 10 del 6 marzo 1817 della Wiener Allgemeine musikalische Zeitung. GA. n. 256/5 (serie 23/183) – B. 208 – KH. (WoO) 168 – N. p. 162, n. 6 – Thayer 202. [Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968, pagina 406]
Alcuni abbozzi, ai quali si riferisce anche Nottebohm (II, pag. 330), si trovano nel quaderno Miller della raccolta Kock. Un autografo è conservato presso la società degli Amici della Musica di Vienna. Altri abbozzi riferibili al canone si trovano nel quaderno Mendelssohn-Stiftung 1 conservato alla Jagiellonska Biblioteka di Crakovia, (vedere Biamonti 600) Il testo deriva dal poeta persiano Saadi, ma le parole sono materialmente quelle della traduzione di Joh. Gottfried Herder in Blumen aus morgenländlisehen Dichtern gesammelt (Zerstreuten Blättern, quarta raccolta): “Lerne, lerne schweigen, o Freund. Dem Silber gleichet die Rede, aber zu rechter Zeit schweigen ist lauteres Gold“. (Impara a tacere, amico. La parola è simile all’argento, ma tacere a tempo giusto è oro puro). Canone enigmatico. V. al riguardo M.A., pag. 124 e segg.
WoO 168/2 “Das Reden” (La parola): “Rede, Rede” (Parla, parla), canone, abbozzato alla fine del 1815, scritto poi in data 24 gennaio 1816 nell’album del musicista inglese Charles Neate in occasione della sua partenza da Vienna; pubblicato nella G.A., (1864). GA. n. 256/4 (serie 23/185) – B. 209 – KH. (WoO) 168/2 – N. pagina. 162, n. 6 – Thayer 202.
Testo derivato ugualmente da Saadi, nella traduzione di Herder: “Rede, rede, wenn’s um einen Freund dir gilt; rede rede einer Schönen Schönes zu sagen”. (Parla, parla per dire qualche cosa di bello ad una bella). Si trova alla Biblioteca della Princeton University di New York nello Scheide Skizzenbuch, pagina 57 ai righi 5-13. E’ in fa maggiore ed è un canone a 3 voci all’unisono. E’ inserito anche nel Catalogo Biamonti come Biamonti 650; scrive il Biamonti : “Testo derivato egualmente da Saadi [poeta persiano del XIII secolo n.d.r.] nella traduzione dello Herder : “Rede, Rede, wenn’s um einem Freund dir gilt; rede, rede, einer Schönen Schönes zu sagen.” (Parla, parla se ti capita di parlare con un amico; parla, parla per dire qualche cosa di bello ad una bella.).” Scrive R. Klein : “Der Kanon “Das Reden” ist das Gegenstück zum “Schweigen” (siehe No. 10) und wurde ebenfalls am 24. Januar 1816 in das Stammbuch des englischen Komponisten, Cellisten und Pianisten Charles Neate eingetraten. Dieser war in Mai 1815 nach Wien gekommen, hatte sich in Baden in der Nähe Beethovens eingemieten und durfte auch im folgenden Winter mit dem Meister Umgang pflegen. Der Ort ihrer häufigen Begegnugen dürfte das Lambertische Haus auf der Seilerstätte (jetzt durch das Haus No. 21 ersetzt) gewesen sein. Die Wertschätzung, die Beethoven für den englischen Musiker hegte, geht auch daraus hervor, daß er ihm beim Abschied Abschriften der Cellosonaten op. 102 widmete. Die Herkunft des Textes zum Kanon konnte bisher nicht festgestellt werden.” [Il canone “La parola” è la controparte del “Silenzio” (vedi n. 10) ed è stato anche inserito negli archivi del compositore, violoncellista e pianista inglese Charles Neate il 24 gennaio 1816. Quest’ultimo era venuto a Vienna nel maggio 1815, aveva affittato una stanza a Baden vicino a Beethoven e l’inverno successivo aveva avuto il permesso di frequentare il Maestro. Il luogo dei loro frequenti incontri potrebbe essere stata la casa lambertiana sulla Seilerstätte (ora sostituita dalla casa n. 21). La stima che Beethoven aveva per il musicista inglese risulta evidente anche dal fatto, che quando se ne andò, egli gli dedicò copie delle sonate per violoncello op.102. L’origine del testo del canone non può essere determinata finora.]
Neate rimase a Vienna dall’ottobre 1815 fino all’inizio di febbraio del 1816; il 24 gennaio, due settimane prima del suo ritorno a Londra, Beethoven inscrisse i due canoni, “Das Schweigen” e “Das Reden” nel suo Stammbuch con la seguente dedica: “Mein lieber englisher Landsmann, gedenken Sie beim Schweigen und Reden Ihres aufrichtigen Freundes Ludwig van Beethoven” [“Mio caro connazionale inglese, pur restando in silenzio e parlando, pensa al tuo sincero amico
Ludwig van Beethoven”]
Potrebbe Beethoven aver scritto la bozza di questo canone, così come quello dell’altro canone “das Schweigen” a lui collegato, in anticipo per poi riportarli entrambi nella Stammbuch di Charles Neate? Vorrebbe dire che Beethoven a volte si preparava i canoni in anticipo così come, a volte, faceva degli studi sulle improvvisazioni per stupire il pubblico (vedi Unv. 14 e la nostra ricostruzione delle 8 Variazioni con Coda).
BIBLIOGRAFIA
G. Biamonti : Beethoven – Catalogo tematico
R. Klein : Beethoven – Sämtliche Kanons
Scheide Skizzenbuch pagina 57 righi 5-13
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