WoO 162 Ta ta ta lieber Mälzel – (Ta ta ta caro Mälzel) Canone

WoO 162 “Ta ta ta lieber Mälzel” – (Ta ta ta caro Mälzel) Canone, 1815 circa, pubblicato a Lipsia, 1844, nel secondo fascicolo del Musik-krit. Repertorium aller neuen Erscheinungen im Gebiete der Tonkunst (repertorio delle novità apparse nel regno della musica) redatto da H. Hirschbach, Lipsia, febbraio 1844. GA. Numero 265/2 (serie 23 pagina 117/f) Bruers 205 KH (WoO) 162 – Nottebohm pagina 161/2, Thayer 168.

Il manoscritto originale è perduto. Secondo il racconto di Schindler, Beethoven avrebbe improvvisato questo canone, il cui tema è indico a quello dell’allegretto scherzando della ottava sinfonia, nella primavera del 1812, durante un banchetto di addio offerto a Mälzel. Nottebohm, però, nota che nel testo viene ripetuta più volte la parola “metronomo” (Grosser Metronomo, Banner der Zeit – grande metronomo bandiera del tempo), il nome che fu dato allo strumento misuratore della battuta, chiamato prima “cronometro musicale” (musikalischer Chronometer), soltanto nel 1815. Ora, soggiunge Nottebohm, è ben possibile che il canone sia stato scritto nel 1812. Ma le parole quali oggi conosciamo non possono essere anteriori al 1815.

L’autenticità di quest’opera viene ora messa in discussione, in quanto tramandata solo da Schindler, anche da Herre e Beck (cfr. BBB, p. 383). Questo canone è stato inserito nel Catalogo Biamonti col numero 646. Scrive Rudolf Klein :“Der wohl bekannteste Kanon Beethovens ist nur durch den Druck überliefert. Er war für den Mechaniker Johann Nepomuk Mälzel, den Erfinder des Metronoms und säteren Anreger der Symphonie “Wellington’s Sieg oder die Schlacht bei Vittoria”, die ersprünglich für sein Automatenwerk Panharmonikon geschrieben wurde, bestimmt und ahmt den regelmäßigen Schlag des Taktmessers nach. Er soll bei einem Abschiedsmahl für den Mechaniker im Frühjahr 1812 improvisiert worden sein; bekannt wurde die Melodie der ersten Verszeile durch den Umstand, daß Beethoven sie für das Allegretto scherzando der 8. Symphonie op. 93 verwendete, deren Ausarbeitung in den Sommer desselben Jahres fiel. Die Streitfrage, welche Komposition der andern vorherging, ist wohl auf Grund der Analogie zugunsten des Kanons zu entscheiden. Aus einem der Konversationshefte Beethovens, mit deren Hilfe der Ertaubte seine Unterhaltungen führte, erfahren wir, dass der Kanon “Ende Dezember 1817” wieder einmal gesungen wurde, und zwar “im Kamehl”, also im “Schwarzen Kamel”, das sich in der Bognergasse befand (heute No. 5). Mälzel, der nach Beilegung seines Prozesses mit Beethoven wieder mit dem Meister verkehren durfte, befand sich unter den Ausführenden. Die Niederschrift, die als Grundlage der Abdrucke verwendet wurde, dürfte erst 1820 erfolgt sein; wahrscheilich wurde erst bei dieser Gelegenheit das früher nicht gebräuchliche Wort “Metronom” in den Text eingefügt.”

[Quello che è probabilmente il canone più noto di Beethoven è sopravvissuto solo a stampa. Fu destinato a Johann Nepomuk Mälzel, inventore del metronomo e poi ispiratore della sinfonia “Wellington’s Sieg oder die Schlacht bei Vittoria” originariamente scritta per il suo Panharmonikon, (Vedere sul presente sito la pagina dedicata ad Hess 108). Il canone  imita il ritmo regolare del metronomo e si dice che sia stato improvvisato durante la cena d’addio per l’ amico nella primavera del 1812; La melodia del primo verso divenne nota per il fatto che Beethoven la utilizzò per l’Allegretto scherzando dell’ottava sinfonia op.93, scritta nell’estate dello stesso anno. La controversia su quale composizione abbia preceduto l’altra può probabilmente essere decisa per analogia a favore del canone. Da uno dei Quaderni di Conversazione di Beethoven, col cui  Beethoven conduceva le conversazioni, apprendiamo che il canone fu cantato nuovamente a “Fine dicembre 1817”, ovvero al “im Kamehl”, cioè nello “Schwarzes Kamel”, che era sito nella Bognergasse (oggi corrispondente al n. 5). Mälzel, che fu per diversi anni in diatriba con Beethoven, fu riammesso nella cerchia degli artisti amici del maestro. La trascrizione che fu usata come base per le stampe fu probabilmente fatta solo nel 1820; e fu probabilmente solo in questa occasione che fu inserita nel testo la parola prima non comune “metronomo”.]

Julia Ronge ci informa invece che :”Il canone non è affatto uscito dalla penna di Beethoven; probabilmente è un apocrifo di Anton Schindler e non fu scritto prima del 1843. Il canone è quindi una delle tante invenzioni di Anton Schindler, che successivamente lo attribuì al compositore. Schindler fu segretario e infermiere non retribuito di Beethoven negli ultimi mesi della sua vita. Si autonominò custode dell’eredità di Beethoven per quanto riguarda l’interpretazione delle opere. Uno dei temi centrali per Schindler era la questione del tempo metronometrico, poiché a suo parere un tempo sbagliato nella performance poteva distorcere il carattere originale della composizione (o quello che Schindler considerava quello originale). In questa discussione, tuttavia, le specifiche del metronomo di Beethoven causarono confusione, visto che non era sempre fattibile o che andava contro le percezioni del tempo di Schindler. Lo stesso si lamentava in particolare dei tempi troppo veloci dei suoi contemporanei, in particolare Felix Mendelssohn. Per sostenere la sua visione dei tempi lenti, Schindler pubblicò il cosiddetto Mälzelkanon nel “Repertorio musicale” di Hirschbach nel febbraio 1844. Il tema del canone deriva dal 2° movimento dell’8° Sinfonia di Beethoven, attraverso il testo diventa chiaro il riferimento al metronomo di Mälzel. Schindler fornì la genesi e l’occasione allo stesso tempo (ma lo riportò in diverse pubblicazioni in modo diverso e con date diverse, il che già portò all’irritazione tra i suoi contemporanei). Per dimostrare l’autenticità del canone, Schindler aggiunse voci false nei libretti di conversazione di Beethoven e “riferimenti” che supportavano la sua versione della genesi. Nella moderna musicologia, il canone è indiscutibilmente un’invenzione di Anton Schindler e non conta più come opera di Beethoven.”

BIBLIOGRAFIA
R. Klein : Sämtliche Kanons, Doblinger Verlag, Wien
J. Ronge : Commento al brano nel sito della Beethovenhaus

Gli esempi musicali di questa pagina sono curati da Graziano Denini. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.

Gli esempi musicali in MIDI di questa pagina sono curati da Pierre-Jean Chenevez. Chi volesse consultare o richiedere questi file, può contattare l’ autore tramite il nostro modulo di contatto.

Per gentile concessione della BH – Beethoven Haus Bonn