WoO 136 Andenken (Ricordo): Ich denke dein (Io penso a te), per voce e pianoforte
Allegretto
WoO 136 – Andenken (Ricordo): “Ich denke dein” (Io penso a te), per voce e pianoforte, 1809, pubblicato a Lipsia, Breitkopf e Härtel, marzo 1810. GA. n. 248 (serie 23/35) – Boett. VIII/1 – B. 240 -KH. (WoO)136 – L. IV, p. 352//2 – N. p. 180 – T. 151.
Il manoscritto originale è sconosciuto. Il testo di Matthisson (di cui Beethoven aveva già musicato la “Adelaide” e l’”Opferlied”) parla della passione del poeta per la donna amata, ch’egli ricorda sempre e di cui invoca la rispondenza dei sentimenti. La canzone è conseguentemente divisa in due parti: l’una, comprendente le prime tre strofe, sulla base di un solo motivo ripetuto per ciascuna di esse; l’altra, con un motivo complementare, per la quarta ed ultima strofa. Impostazione adeguata al senso poetico generale: senza per altro, secondo noi, che l’opera meriti di essere chiamata «absolument délicieuse, d’une grâce et d’une ligne ravissante», come ha scritto il De Curzon.
[Da Biamonti Giovanni – Catalogo cronologico e tematico delle opere di Beethoven comprese quelle inedite e gli abbozzi non utilizzati, Torino, ILTE 1968]
Ich denke dein,
Wenn durch den Hain
Der Nachtigallen
Akkorde schallen!
Wann denkst du mein?
Ich denke dein
Im Dämmerschein
Der Abendhelle
Am Schattenquelle!
Wo denkst du mein?
Ich denke dein
Mit süßer Pein
Mit bangem Sehnen
Und heißen Tränen!
Wie denkst du mein?
O denke mein,
Bis zum Verein
Auf besserm Sterne!
In jeder Ferne
Titolo ufficiale: WoO 136 Andenken Lied (D-dur) nach einem Gedicht von Friedrich von Matthisson für Singstimme und Klavier Widmung: — NGA XII/1 Nr. 36 AGA 248 = Serie 23/35.
Origine e pubblicazione: Una presunta ma non conservata prima versione fu probabilmente realizzata intorno alla fine dell’anno 1804/05. La partitura autografa superstite risale all’autunno 1808. Le due edizioni originali apparvero nel 1810: in marzo presso Breitkopf & Härtel a Lipsia, in agosto presso Clementi, Banger, Collard, Davis & Collard a Londra. All’inizio del gennaio 1805 Beethoven regalò a Josephine Countess Deym von Stritetz, nata Brunsvik de Korompa, forse come regalo di Capodanno, una canzone non specificata che compare nella corrispondenza tra i fratelli Brunsvik (Kopitz/Cadenbach vol. 1 p. 134 e 15 lf). Mentre Joseph Schmidt-Görg sospettava che fosse il Lied “An die Hoffnung” op.32 (Schmidt-Görg/Deym), ma che con ogni probabilità non fu scritta sino al marzo 1805, secondo Sieghard Brandenburg gli indizi portano a WoO 136 (BGA 216 nota 1). In ogni caso, Beethoven copiò lui stesso la canzone da una copia nel 1808 per la prevista pubblicazione sulla rivista Prometheus, poiché non aveva più la trascrizione autografa: „Hier mein lieber S. [eckendorf] das Versprochene Lied Von Mathisson — verzeihen sie, daß ich sie so lange warten ließ — ich mußte dieses Lied erstens suchen, dann noch obendrein, da ich das Manuskript in ein paar Schöne Hände [vermutlich Josephine v. Deym] schon längst gegeben, eine höchst fehlerhafte Abschrift wieder selbst abschreiben“ (BGA 337). Il 26 luglio 1809 Beethoven annunciò a Breitkopf & Härtel che la canzone sarebbe stata inviata: „[…] nächstens erhalten Sie das Lied ich ,denke dein*, welches bestimmt war, in den Verunglückten Prometheus aufgenommen zu werden [siehe WoO 134] […] – nehmen sie es als ein kleines Geschenk —“ (BGA 392); am 8. August 1809 lieferte er es zusammen mit Op. 71 und WoO 137 ab (BGA 395) und am 19. September bat er: „bey dem lied aus D sezen sie das tempo Allegretto – sonst singt mans zu langsam —“ (BGA 400). L’opera fu iscritta nella lista delle opere stampate dell’editore nel gennaio 1810 e secondo il catalogo delle messe era disponibile per la messa pasquale „von Michaelis 1809 bis Ostern 1810“.
Nel maggio 1810 l’edizione viene pubblicata anche sull’AmZ (12, 1809/10, Intelligenzblatt 7, Sp. 27) insieme al Lied WoO 137 ed in luglio si rese disponibile presso Traeg a Vienna (Wiener Zeitung 18.7.1810). Le Opus 73-81a, l’ Op. 82 e i brani WoO 136, 137 e 139 furono oggetto di un accordo tra Beethoven e Muzio Clementi (probabilmente in occasione del suo soggiorno viennese dal 1808 al 1810) con l’obiettivo di far apparire le opere come edizioni originali a Londra e a Lipsia (o Vienna) il più simultaneamente possibile. Per quanto si può accertare con certezza, le edizioni di Clementi ebbero un leggero vantaggio in termini di Opus, ma un po’ di ritardo nel caso di opere senza numero d’opera. WoO 136 fu registrato alla Stationers’ Hall il 31 agosto 1810. Testo: Friedrich von Matthisson (1761-1831); la poesia fu scritta nel 1792, pubblicata per la prima volta nel 1802 (sette anni dopo la riscrittura del Goethiano „Nähe des Geliebten“, cfr. WoO 74) nell’Almanacco di Tubinga „Flora, Teutschlands Töchtern geweiht“. Prima esecuzione sconosciuta. Abbozzi non conservati.
WoO 136 fa parte del progetto “La ricerca diventa Arte”
Una nuova vita per le opere di Ludwig van Beethoven: Un’ esplorazione artistica a cura del tenore Florian Huber
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