WoO 99 Canti Italiani a cappella

Agli studi viennesi di Beethoven appartengono, come già si è accennato, anche quelli di musica vocale compiuti saltuariamente, ma durante parecchi anni, con Antonio Salieri. Ce ne viene un chiaro riflesso dalle Canzoni italiane (26 piccoli pezzi: duetti, terzetti, quartetti, a sole voci), su versi di Metastasio, scritte nel periodo fine 1792 – principio 1803, e rivedute, spesso anche corrette, da Salieri per la retta accentazione ritmica delle parole, la scorrevolezza e proprietà del fraseggio poetico-musicale. La quasi totalità delle canzoni non ha accompagnamento ma è a Cappella. Uno sguardo al testo della canzone “Bei labbri che Amore”, per esempio, che integralmente riportiamo qui in calce, basta per rendersi conto di un tal lavoro di revisione.


Il maggior numero dei manoscritti (originali o copie) fa parte della «raccolta Artaria n. 166», conservata già nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino.

Pochi altri si trovano presso la società degli Amici della Musica di Vienna o in un altro manoscritto (copia) conservato egualmente a Berlino.

Tutte queste canzoni, che Beethoven considerava come esercizi e che non pensò probabilmente mai di pubblicare, rimasero ignorate per lunghi anni anche dopo la sua morte.

Il primo a parlarne è stato Thayer nel n. 264 del suo catalogo (1864), comprendente “Italienische Gesänge. Ein zwei bis vier-stimmig, meistherttheils ohne Begleitung und noch ungedruckt” (Canzoni italiane a due e fino a quattro voci per lo più senza accompagnamento e ancora non stampate). Ne figurano 19 (cioè i numeri 1-6, 16-19, 20-22 e 26-31) di cui nove sono state otto anni dopo pubblicate integralmente e commentate da Nottebohm, con i testi originali e le correzioni di Salieri.

Invece i numeri 7-9, e 12-15 sono copie di canzoni di un barone Carl Doblhof, altro allievo di Salieri, fatte da Beethoven per suo studio ed esercizio www.lvbeethoven.it/HessAnhang48-56/; così pure i nn. 10 e 11 sono copie di canzoni di Alexander Cornet, maestro di canto viennese dell’epoca. www.lvbeethoven.it/hessanhang51-52/.

I quattro rimanenti numeri: 23 scena ed aria: “WoO 92a – “No, non turbarti”, scena e aria per soprano e orchestra d’archi“; 24 canzone: “WoO 119 – “O care selve”, canzonetta per coro a una voce, con risposta del solo e pianoforte…; 25 duetto: “WoO 93 – “Nei giorni tuoi felici”, duetto per soprano, tenore e orchestra” e 32 scena ed aria: “WoO 92 – “Primo amore, piacere del ciel”, scena e aria per soprano e orchestra” appartengono a Beethoven ma non rientrano nella categoria contemplata nel presente numero di catalogo e sono stati da noi trattati a parte.

Le rimanenti sono state trovate intorno al 1954 da Willy Hess, al quale si deve poi il catalogo comprendente 25 canzoni (non essendovi inclusa una prima redazione del duetto “Fra tutte le pene”) e la pubblicazione di 24 di esse (non essendovi inclusi il quartetto “Silvio amante disperato” e la melodia e duetto “Hess 229 Languisco e moro, per te, mio ben, ch’adoro. Spunto melodico per soprano e basso strumentale e per soprano e tenore“) in edizione critica secondo le correzioni di Salieri (ma con menzione altresì in appendice dei corrispondenti passi originari di Beethoven) nel primo fascicolo dei Supplemente zur GA.


Gli accompagnamenti di pianoforte menzionati dal cat. Thayer non sono di Beethoven, ma del Kapellmeister Benedict Randartinger, che fu anch’egli (insieme con Schubert) discepolo di Salieri. Dette canzoni sono presenti nel nostro sito e in World Premiere: Artaria 166b Quaderno manoscritto con 20 canzoni italiane di Beethoven, Alexander Cornet e dal Barone Carl Doblhof-Dier con accompagnamento di pianoforte di Benedikt Randhartinger – Centro Ricerche Musicali www.lvbeethoven.it Nel prospetto riassuntivo che segue diamo l’elenco di tutte le canzoni in ordine cronologico con i relativi riferimenti ai vari cataloghi e alle pubblicazioni nei Supplementi di Hess e negli Studi di Nottebohm. La cronologia va intesa sempre con una certa approssimazione.

TitoloOrganicoTonalitàTestoAnnoKHHessSBG IThayer/1865 (264)Biamonti
Bei labbri che amoreDuetto S.T.Mi b. maggiore(La Gelosia).1792 – 179412111458
Ma tu tremi, o mio tesoroTerzetto S.C.T.Sol maggiore(La Tempesta).1792 – 179462127560
E pur fra le tempeste – Melodia per Tenore. Melodia per Tenore. Mi bemolle maggiore(La tempesta).1800-23224-217
Sei il mio benDuetto S. T.Do maggiore(Cantata XXIV).1800-2312-216
Giura il nocchierTerzetto S. C. B. Do maggiore(La Gelosia).1792 – 17945b2278-59
Giura il nocchierQuartetto S. C. T. B. Do maggiore(La Gelosia).1792 – 1794-23021-215
Giura il nocchierQuartetto S. C. T. B. Si bemolle maggiore(La Gelosia).1795 – 18005a2212226336
Ah rammentaDuettoMi maggiore(Il ritorno)1792 - 1794-----
Chi mai questo coreTerzetto S. T. B. Do maggiore(Il ritorno).179922141316202
Scrivo in teDuetto S.T. Re maggiore(Il nome).1795 - 179611215317128
Per te d’ amico aprileTerzetto S..C. B. Mi bemolle maggiore(Il nome).1792 – 17969216918127
Nei campi e nelle selveQuartetto S.C.T.B. (Prima redazione). Do maggiore(Cantata XXVII).1792 – 17967a2171519109
Nei campi e nelle selve Quartetto S.C.T.B. (Seconda redazione).Do maggiore(Cantata XXVII).1792 – 17967b2201622110
Fra tutte le peneDuetto S. C. Mi bemolle maggiore(Zenobia).1796 - 17973a2084 - 51144
Fra tutte le peneTerzetto S. C. T.Mi bemolle maggiore(Zenobia).1796 - 17973b225 - 20910 - 1130 - 2145
Fra tutte le peneQuartetto S. C. T. B.Si bemolle maggiore(Zenobia).1796 - 17973c224 - 21017 - 1829 - 3146
Salvo tu vuoi lo sposo?Melodia solaDo maggiore(Zenobia).1796 - 1797-----
Salvo tu vuoi lo sposo?Duetto S. .T. Do maggiore(Zenobia).1796 - 1797-2286-141
Quella cetra ah pur seiQuartetto S. C. T. B. Fa maggiore(Cantata a Maria Teresa).1796 - 179710b2181220148
Quella cetra ah pur seiTerzetto S. T. B. Sol maggiore(Cantata a Maria Teresa).1796 - 179710c2192021150
Quella cetra ah pur seiQuartetto S. C. T. B.Sol maggiore
(Cantata a Maria Teresa).1796 - 179710a213196213
Già la notte s’ avvicina.Quartetto S. C. T. B. Si bemolle maggiore(La pesca).18024b2231428341
Già la notte s’ avvicina.Terzetto C. T. B.Si bemolle maggiore(La pesca).18024a2222327342
Silvio amante disperato.Quartetto S. C. T. B. La minore(Cantata XXVII).1792 - 180212226-31335

Titolo ufficiale: WoO 99 Mehrstimmige italienische Gesänge Widmung: -NGAXIII/1 AGA-SBG I (Hess 208-232).

Creazione e pubblicazione: Composte tra il 1801 e l’inizio del 1802 a Vienna. Le prime edizioni dei vari canti apparvero postume: i numeri 11b e 11c nel 1855 (o fors’ anche prima) presso Artaria a Vienna. I numeri 1, 5c, 7, 9 e 11 nel 1873 nei celeberrimi “Beethovens Studien” di Gustav Nottebohm; tutti gli altri numeri sono apparsi solo in varie pubblicazioni curate da Willy Hess nel 20° secolo. Le canzoni complete (ad eccezione dei n. 6 e 15) furono pubblicate per la prima volta nel 1959 come parte dell’SBG da Breitkopf & Härtel a Wiesbaden. Le canzoni polifoniche italiane furono scritte durante le lezioni di Beethoven con Antonio Salieri di cui si trovano negli scritti numerose annotazioni e correzioni a matita. Beethoven andò da Salieri per imparare come impostare testi e prosodia, argomento su cui gli altri due insegnanti, Joseph Haydn e Johann Georg Albrechtsberger, non si sarebbero abbastanza dedicati. Per Salieri il testo rappresenta il punto di partenza dell’unità didattica, musicato in un numero crescente di voci, prima monofoniche, poi in duetto, infine anche in trio e in quartetto, ciascuna con una nuova parte melodica, il cui sviluppo ne era il fulcro.

Probabilmente allievo e maestro passavano ad un nuovo testo quando quello precedente era stato svolto completamente. Le fonti autografe rivelano il modus operandi di Beethoven: prima realizzava schizzi e abbozzi, che poi elaborava in partitura. Solo in una terza fase preparava una copia preliminare corretta, che veniva sottoposta all’insegnante per esser corretta (chiamiamola “versione modello”). Non tutti i passaggi del lavoro della maggior parte dei canti si sono conservati in manoscritto e per alcuni mancano fonti autografe. Non è documentato esattamente quando iniziarono le lezioni di Beethoven presso Salieri. Per quanto riguarda la datazione dei canti italiani, è stata a lungo applicata la datazione che ne diede Gustav Nottebohm, che Kinsky/Halm e Willy Hess (SBG I Revisionsbericht p. 29-35) utilizzarono come guida. Nottebohm colloca queste composizioni nel periodo che va dal 1793 al 1802 (Nottebohm/Studien p. 207), secondo Hess furono scritte tra il 1792 e il 1801 (SBG I prefazione p. 5). Le indagini sulla scrittura e sulla carta permisero a Richard Kramer e Douglas Johnson di collocare il periodo di origine in modo molto preciso e circostanziato, ovvero il 1799 e dal 1800 al 1802 (Kramer/op30 pp. 145-159, Johnson/Fischhof vol. 1 pp. 169, 195). Sieghard Brandenburg restringe ulteriormente il periodo e indica „für die wesentlich kürzere Zeitspanne 1801 bis Anfang 1802“, poiché nessuna delle carte utilizzate è datata prima di quelle utilizzate per il quaderno di abbozzi denominato “Grasnick 2”, utilizzato sino all’estate 1799 (Brandeburg/Keßler vol 1 p. 32). L’ordine cronologico dei singoli brani e delle loro fonti può ora essere ricostruito come mostrato nel libro di Julia Ronge (Ronge NGAXIII/1 KB p. 29-36) e nelle nostre singole pagine, curate da Graziano Denini. Tutti i testi sono di Pietro Metastasio. Le fonti (ad eccezione del n. 14) sono sostanzialmente autografe (l’ ordinamento precedente è consultabile nella tabella responsiva qui sopra).

Willy Hess:

Sotto il numero 264 del suo Chronologisches Verzeichniss (Catalogo cronologico) delle opere di Beethoven, A.W. Thayer enumera 32 composizioni di canzoni italiane, alcune delle quali presumibilmente composte nel periodo di Bonn e altre non più tardi del 1814 circa. Ciò non è esatto. Gustav Nottebohm, in Beethovens Studien, Lipsia-Winterthur, 1873, sostiene che Beethoven aveva iniziato a comporre le canzoni a cappella tra il 1793 e il 1802, come studi sulla composizione di canzoni in italiano, sotto la guida di Antonio Salieri. Lo stesso Schubert ha fatto studi simili con Salieri, in parte usando gli stessi testi poetici di Pietro Metastasio che Beethoven aveva utilizzato a suo tempo. Cfr. Alfred Einstein, Schubert, Pan-Verlag, Zurigo, 1952, da p. 60.

Thayer inoltre include in questo raggruppamento alcune canzoni in maniera impropria. I pezzi da lui elencati con i numeri dal 7 al 15 non sono composizioni di Beethoven, ma canzoni di altri compositori che Beethoven stesso aveva copiato come esercizi per lo studio (per ulteriori riferimenti si veda il capitolo “Composizioni dubbie e spurie”). II pezzo 23 e la scena e aria “No, non turbarti!” (n. 119 del presente catalogo); il pezzo 25 e il duetto “Nei giorni tuoi felici” (n. 120 del presente catalogo); l’aria n. 32 “Primo amore piacer del ciel” è stata pubblicata nella GA, serie 25, col n. 271.

II pezzo numero 24 sarebbe più propriamente il lied con accompagnamento di pianoforte “O care selve antiche”, pubblicato nella GA, serie 25, col n. 279. Basandomi sull’incipit dell’elenco tematico del Thayer, nelle precedenti edizioni del mio catalogo l’ho classificato, sotto il n. 69, come un coro a cappella a quattro voci. Hans Bottcher nel suo Beethoven als Liederkomponist, Benno Filser, Augusta, 1928, formula l’ipotesi che l’autografo di questo quartetto sia al British Museum, Add. Ms. 29801, folio 62v. [Si trova ora alla British Library e l’autografo è parte del Kafka Sketchbook, localizzato da Kerman nel folio 62v.]

II pezzo è elencato anche nella tabella III/4 di Bottcher. La stessa opinione è espressa nel Kinsky / Halm a p. 581. In ogni caso, l’autografo del Kafka Sketchbook di Londra è senza dubbio identico al Lied con accompagnamento di pianoforte pubblicato nella GA. Esso riporta l’indicazione autografa di Beethoven “Coro, solo, Coro”, che anche il pezzo numero 24 del Thayer possiede, laddove invece in tutti gli altri pezzi del Thayer il numero delle voci (duetto, terzetto, quartetto) è dichiarato esplicitamente. I due pezzi sono pertanto, con ogni probabilità, identici, sebbene I’incipit dato dal Thayer non coincida completamente con la canzone.

Sottolineiamo qui inoltre alcune differenze tra il manoscritto di Londra e la GA (che si basa su un manoscritto contenuto nello Sketchbook 153 della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino). Nella battuta in levare della parte vocale il basso del pianoforte ha una pausa, e la prima voce ha un si anziché un sol, cosa che probabilmente era già stata corretta nella seconda copia (che tiene conto del manoscritto di Berlino). Nella battuta numero 9, entrambi gli accordi del pianoforte sono distintamente re-la-do, e non mi-la-do; il basso è un po’ confuso, re invece di do. Pertanto, originariamente c’era un accordo di settima di dominante sul re (senza la terza), invece dell’accordo di sesta di la minore.

Nella terz’ultima battuta, l’accordo della mano sinistra è sol-si-re, invece di sol-si. Inoltre, alla fine, sarebbe richiesto un “da capo” (per cui avrebbe senso l’indicazione “Coro, solo, Coro”); il pezzo finisce cioè con la parte corale della battuta 12. Si tratterebbe di un grande vantaggio, dal punto di vista di una forma bella e scorrevole, ed è molto probabile che l’indicazione “da capo” sia stata semplicemente dimenticata nel manoscritto di Berlino e dunque anche nella GA.

L’accompagnamento di pianoforte indicato da Thayer per molti dei pezzi non è originale di Beethoven. Ritorneremo su questi pezzi quando discuteremo gli autografi. Così delle 32 composizioni enumerate da Thayer soltanto 19 restano fissate come canzoni a cappella propriamente dette, quelle cioè corrispondenti ai seguenti numeri: 1-6, 16-22 e 26-31.

In aggiunta, ci sono altre canzoni che Thayer non conosceva affatto, alcune delle quali avrei poi ritrovato a Vienna non più tardi del 1954. Nell’elenco che segue do una panoramica di tutte le canzoni oggi conosciute, per le quali fornisco la datazione tentata da Nottebohm. L’ordine di presentazione segue quello di Thayer, con i pezzi a lui ignoti messi alla fine. Esprimo la mia gratitudine al prof. Giovanni Biamonti di Roma, per l’aiuto che mi ha fornito nella determinazione delle fonti dei testi non citati da Thayer.

Willy Hess



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