WoO 43a Adagio per mandolino e pianoforte, in do minore

I) Adagio

WoO 43-1 – Adagio per mandolino e pianoforte, in do minore, 1796, pubblicato la prima volta nella seconda edizione del Dizionario del Grove, 1880, voce “Mandolino” (art. di A.J. Hipkins) e poi nel Supplemento Zur G.A. curato da E. Mandyczewsky, 1888. G.A. numero 295 (serie 25/32) – Bruers 150bis – KH. (WoO) 43/1 – P. 76.

Il manoscritto originale è conservato nella raccolta Kafka del British Museum. Si tratta di un piccolo pezzo in due parti, rispettivamente in do minore e do maggiore con il D.C. (Da capo) e una breve coda che riprende lo spunto del tema iniziale in minore. E’ una melodia quasi da serenata, affidata esclusivamente al mandolino, che il pianoforte si limita ad accompagnare con molta semplicità. Le prime battute della parte in maggiore sono identiche a quelle del Trio della Sonata op. 14 n. 1 per pianoforte. Si vuole che questa piccola opera sia stata composta da Beethoven per il violinista (e mandolinista) boemo Wenzel Krumpholz, suo affezionato amico, per la morte del quale, ventun anni dopo, il maestro scriverà anche il coro maschile sui versi del Canto dei monaci nel Guglielmo Tell di Schiller: “Rasch tritt der Tod den Menschen an” (Ratta la morte coglie l’uomo)

Origine e pubblicazione: Composta dal febbraio all’ aprile 1796 a Praga. La prima edizione apparve postuma nel 1880 nell’articolo di Alfred Hipkins “Mandoline in “Dictionary of Music and Musicians” di George Grove.
Beethoven scrisse tutte le composizioni per mandolino e clavicembalo (pianoforte) per la contessa boema Josephine von Clary-Aldringen (poi moglie del conte Christian Christoph Clam-Gallas), Per cui forse scrisse anche l’Op. 65 (vedere Op. 65, Dedica). In totale sono sopravvissuti quattro movimenti individuali (WoO 43a e b, WoO 44a e b), ma si può supporre che almeno un altro pezzo fosse stato completato, e questo pezzo si doveva trovare nella collezione musicale del conte Clam-Gallas almeno fino al 1912 (vedi anche Raab/NGA V/4 p. 160). Arthur Chitz lavorò nell’ archivio del Conte tra il 1905 e il 1912 e in una lettera del 23 giugno 1912 scrisse che, oltre ai due manoscritti autografi da lui riscoperti (WoO 43b e 44b), le copie contengono “altre tre frasi, anche se notevolmente più brevi” (citato da Buchner/Mandoline p. 40f). Non è chiaro se il movimento perduto possa riferirsi ad uno degli schizzi sopravvissuti (in do minore e re maggiore), scritti  mandolino o ad un altro pezzo coevo, ma nulla osta pensare che si debba riferire a questa formazione.  (vedi Johnson/Fischhof vol. 1 p. 420f, Transferences vol. 2 p. 190 e 193).
Secondo Douglas Johnson, tutti questi schizzi furono scritti a Praga e sono in parte annotati sulla stessa carta delle opere Op. 65 e WoO 42 composte appunto a Praga (“Miscellanea Kafka”, pagine 105-106 e “Miscellanea Fischhof pagina 43; Johnson/Fischhof vol. 1 pagina 421, John-son/Tourl796 p. 27ss). A parte il fatto che WoO 44b fu concepito prima del WoO 43a, non è possibile stabilire una cronologia dell’origine dei singoli pezzi (Johnson/ Fischhof vol. 1 p. 419). I tentativi di mettere in relazione i singoli movimenti individuali l’uno con l’altro o con un’opera più ampia sono rimasti finora puramente speculativi (ad esempio, l’assegnazione di WoO 44a a WoO 43a da parte di Joseph Kerman/Kafka vol. 2 p. 282).
WoO 43a è l’unico dei quattro pezzi di mandolino non esplicitamente dedicati alla contessa Josephine von Clary-Aldringen. Ma gli esami di carta di Johnson stabiliscono il legame diretto con le altre tre composizioni per mandolino e quindi anche con la contessa (Johnson/Tour1796 p. 24-40). L’ipotesi di Hugo Riemann e Theodor von Frimmel (quindi anche del Kinsky-Halm) che questa sonatina sia stata composta per il violinista e mandolinista Wenzel Krumpholz a Vienna (TDR II pag. 58, Frimmel/Handbuch vol. 1 pag. 387) può dirsi respinta. La prima esecuzione non è nota.
Abbozzi:
(1) GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), pagina 73versus. Abbozzi preparatori: da febbraio ad aprile 1796 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 421), facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka 1970.
(2) D-B, Mus. ms. ms. autografo Beethoven 28 (“Fischhof”), p. 43recto. L’assegnazione a WoO 43a non è chiara (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 419) forse si tratta degli abbozzi della sonatina perduta. Abbozzi preparatori: da febbraio ad aprile 1796 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 421), facsimile: SBB/Microfiche, trasmissione: Johnson/Fischhof vol. 2 p. 126.
2 Partitura: GB-Lbl, Add. Ms. 29801 (“Kafka”), pagina. 87 Data: da febbraio ad aprile 1796 (Johnson/Fischhof vol. 1 p. 421).
Titolo: Pagina 87recto in alto a destra “Sonatina per il Mandolino. Composta da l.v. Beethoven”. Estensione: un foglio; 2 pagine di musica. Carta: formato orizzontale, 29 x 32 cm, linee l6.
I Fonti :
Provenienza: Verlagsarchiv Artaria, Vienna. – Johann Nepomuk Kafka, Vienna, dopo il 1870 – Acquisito nel 1875. Facsimile e trascrizione: Kerman/Kafka. Descrizione: Raab/ NGAV/4S. 166.
II Copie verificate non provate :
Secondo Arthur Chitz c’era una copia di WoO 43a (Chitz/Wo044) nell’archivio Clam-Gallas che oggi non è più rintracciabile.
III Prima edizione :
1880 In: George Grove, A Dictionary of Music and Musicians, vol. 2, Londra, 1880, 1880, p. 205f, articolo “Mandoline” di Alfred James Hipkins.
IV Descrizioni :
Literatun Buchner/Mandoline – Chitz/Mandoline – Chitz/Wo044. – Chitz/1796. – Johnson/Tour 1796. – Johnson/Fischhof vol. 1 pp. 92-102, 417-421. – Raab/NGA V/4 pp. Xf, 166-171

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