WoO 37 Trio in sol maggiore per clavicembalo, flauto e fagotto
I) Allegro – II) Adagio – III) Andante con variazioni
WoO 37 Trio in sol maggiore per clavicembalo, flauto e fagotto, 1786-1790, pubblicato la prima volta nel Supplemento della GA., 1888. GA. n. 294 (serie 25/31) – B. 279 – KH. (WoO)37 -P. 19 – Sch. p. 216/15 – T. 22.
Titolo ufficiale: WoO 37 Trio (G-dur) für Klavier, Flöte und Fagott Widmung: — NGAIV/3 AGA 294 = Serie 25/31
Il manoscritto originale si trova nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. L’opera fu scritta probabilmente per la famiglia del barone Friedrich Ludolf Anton von Westerholt, composta dal padre, che suonava il fagotto, e dai figli Wilhelm, flautista, e Maria Anna Wilhelmine, clavicembalista. Benché vi primeggi il clavicembalo, i due strumenti a fiato non sono trascurati per quanto riguarda le loro particolari risorse espressive.
Creazione e pubblicazione: Composto nel 1786 a Bonn. La prima edizione fu pubblicata postuma nel 1888 come parte dell’AGA da Breitkopf & Härtel a Lipsia. I dubbi sollevati da Andreas Holschneider sull’autenticità dell’autografo sono stati confutati da Hans-Günter Klein e Douglas Johnson, vedi Klein/Autographe pp. 115-124 e Holschneider/sketches pp. 445 -447) Beethoven scrisse sul manoscritto del Trio la sua età: “41 anni”, anche se ovviamente leggesi “14”. Beethoven credette a lungo di essere nato nel dicembre 1771 e si può presumere che abbia completato il trio nel 1786 (sul problema dell’anno di nascita di Beethoven si veda Salomon/BirthYear). L’ipotesi di Hubert Unverricht che il giovane Beethoven avesse composto il trio in occasione dell’ascesa di Maximilian Franz come nuovo elettore nel 1784 (Unverricht/Kammermusik p. 518) non è quindi sostenibile.
Sebbene non sia certo a chi fosse destinata l’opera, due fatti suggeriscono che Beethoven l’abbia scritta per la famiglia von Westerholt-Gysenberg: da un lato, Hermann Deiters ricevette queste informazioni dal conte Otto von Westerholt, un discendente della famiglia per cui Beethoven realizzò diverse composizioni. D’altro canto la strumentazione pianoforte, flauto e fagotto fu utilizzata solamente qui e nella Romanza cantabile (WoO 207). Maria Anna Wilhelmine von Westerholt, poi von Elverfeldt (detta Beverförde-Werries), che Beethoven ammirò in gioventù, era un’ottima pianista. Uno dei suoi fratelli suonava il flauto in modo eccellente e suo padre, Friedrich Ludolph Anton Freiherr von Westerholt-Gysenberg, fu consigliere privato a Colonia e Münster e suonava il fagotto (vedi TDRI p. 283f, 309). Prima esecuzione sconosciuta. Partitura: Re-Sib, Mus. SM. autogr. Beethoven Grasnick 31. Datazione: 1786 (Johnson/Fischhof Vol. 1 p. 245). Abbozzo cancellato sul foglio 7r per un movimento centrale non completato in do maggiore con unica notazione delle parti di flauto e fagotto. (risulta pagina 8 – vedere illustrazione 4).
Titolo: alla fine dell’ultimo movimento Beethoven , con integrazioni di terzi „Trio concertant a / clvicembalo (!); barrato: fagotto, flauto (aggiunto) e /barrato fagotto [aggiunto:] concertante“, sotto, barrato „composto / da Ludovico van Beethoven / organista d: S: / S: Electeur / d cologne“, daneben, ebenfalls durchgestrichen „age 41“ (!), nella parte sinistra della pagina, da mano ignota „Compose par / Ludovico van / be[e]thoven:“. (vedere illustrazione 5).
Provenienza: acquistato con il numero 179 dell’asta del 1827 da Tobias Haslinger, Vienna. – Friedrich August Grasnick, Berlino. – Acquisito nel 1879. Facsimile: SBB. – Prima edizione in AGA.
Per gentile concessione della Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)
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