Unv.10 – Biamonti 637. Abbozzi per un trio per violino, violoncello e pianoforte, in fa minore
Unv. 10 ex Biamonti 637. Abbozzi per il primo e per l’ultimo tempo di un trio per violino, violoncello e pianoforte, in fa minore. 1815, pagine da 86 a 107 (Nottebohm, II, pagina 345). L’amico Albert Willem Holsbergen ha dedicato un interessante ricostruzione di questo trio, che potete ascoltare al sito www.unheardbeethoven.org. Il trio è stato studiato anche dal famoso musicologo William Kinderman che ne riporta un estratto in formato MP3 al sito dell’Università dell’ Illinois.
Ecco la descrizione letterale del sito www.unheardbeethoven.org:
The year 1815 saw a number of large-scale Beethoven works that never quite came to fruition. One of those is the aborted Piano Concerto Nr. 6, Hess 15, found elsewhere on this site. Another is this Piano Trio, which in its surviving form is quite unlike any other Beethoven composition. Did the Maestro abandon it as far too different to be accepted? It opens with a slow introduction featuring a wavelike triplet arpeggio in the piano, with the strings coming with a mournful phrase punctuated with sharp, almost painful rests. As the piano struggles against the sadness of strings, the tone metamorphoses into bitter defiance as a short four-note motif begins to dominate and drive the piece forward until it reaches a violent Allegro, where the motif establishes itself as the first theme.
This gradual emergence of the main theme is a procedure rather similar to the opening of the first movement of the Ninth Symphony. However, when in the Symphony this procedure is suggestive of the Creation of the Universe, the effect in the Trio is more modest, putting forward only the first strides of our ancestral Hominids on the African plains. When one also notes that the same tonal relationship plays an important role in both pieces (F minor – D flat major in Biamonti 637, D minor – B flat major in the Ninth — in this Trio even more so than in the Symphony), then one gets the impression that Beethoven is toying here with ideas at an abstract level, which would only later be fully realized in the Ninth Symphony.
From the start of the Allegro, the autograph becomes a melodic sketch for the most part, tracing themes and motifs from one instrument to another. The whole lasts coherently for about 130 bars, at which point some penciled sketches that seem to be discontinuous are entered.
We present here the original score as it appears in manuscript Grasnick 29, held by the Berlin Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz. Willem has produced a realization of an entire large-scale movement based on this score and the additional sketches used in the completion are also found in the Scheide sketchbook held by William Scheide. Willem’s completion appears in mp3 versions performed by both The Unheard Beethoven and composer Gerd Prengel. The full score of Willem’s completion can be downloaded here for study. The score is copyright The Unheard Beethoven, Inc. (BMI). We are most grateful to the SPK and Mr. Scheide for providing us with copies of the sketch materials.
La maggior parte degli schizzi sopravvissuti può essere reperita nel quaderno “Scheide” e sulle pagine a questo associate. Beethoven utilizzò inizialmente questo taccuino fino al maggio 1816 circa, ma probabilmente tornò a scriverci sopra nell’estate e all’inizio dell’autunno, per preparare ulteriori schizzi, che furono pensati contemporaneamente alla bozza della partitura del primo movimento (vedere fotografie, Grasnik 29a). Nicholas Marston ritiene plausibile che Beethoven abbia sospeso il lavoro sul trio con pianoforte dal giugno all’ agosto prediligendo la composizione della sonata per pianoforte op.101 e solo dopo abbia realizzato ulteriori schizzi e gli abbozzi sopravvissuti per il trio con pianoforte. In due punti del diario (Tagebuch) di Beethoven („im trio endigen“ und „Beeilung mit dem Trio“) (“che finisce nel trio” e “sbrigarsi col trio”), Marston ipotizza che Beethoven stesse ancora lavorando al trio con pianoforte nel settembre 1816 (Marston/trio con pianoforte pp. 238-240, Solomon /tagebuch2 pp. 72f).
Il 1 ottobre 1816 Beethoven offrì il trio all’editore inglese Robert Birchall di Londra per £ 50 come nuova opera (BGA 982), ma senza successo (BGA 996). Birchall non era più interessato, essendo irritato per come portava avanti gli affari Beethoven (TDR III p. 547).
Non è chiaro il motivo per cui Beethoven smise di lavorare sul trio con pianoforte. Cause esterne potrebbero essere state le negoziazioni editoriali fallite, la malattia o la lunga disputa sulla tutela del nipote, ma sono ipotizzabili anche ragioni stilistiche (Kinderman/trio con pianoforte pp. 36-41; Marston/trio con pianoforte pp. 266-269).
È possibile che Beethoven intendesse parlare di questo trio con pianoforte quando offrì a Ferdinand Ries un nuovo trio il 19 maggio 1818, per il quale avrebbe dovuto cercare un editore a Londra (BGA 1258).
Provenienza: Friedrich August Grasnick, Berlino. – Acquisito nel 1896. Facsimile: SBB/ microfiche. Scheda Facsimile 1: Kinderman/Trio con pianoforte p.17f. Ulteriore facsimile Bl. Ir: BGA Vol. 4 p. 189. Trascrizione completa: Marston/piano trio. Schede di trascrizione 1-3: Kinderman/Trio pianistico. Descrizione: Bartlitz/catalogo.
Bozza di partitura/schizzi, 1° movimento, mm.130-151: GB-Lbl, Add. Ms. 29997, foglio 20. Per lunghi tratti si annotano solo singole parti, seguendo il foglio 4v della fonte precedente.
Misura: un foglio; 2 pagine di testo musicale. Carta: formato orizzontale, a doppia spaziatura.
Provenienza: Johann Nepomuk Kafka, Vienna. – Acquisito nel 1876. Foglio di facsimile 20r: Marston/piano trio p.233. Descrizione: Marston/piano trio.
Documenti su lettera: BGA 982, 996, 1258.
Bibliografia: Kinderman/Klaviertrio. — Marston/Klaviertrio. — Nottebohm/Beethoveniana II, pag. 345.