Unv. 11 (Hess 46) Sonata in la maggiore per pianoforte e violino, (frammenti)
Allegro – frammento – Adagio frammenti – Rondò (?) frammenti
Unv. 11 (Hess 46) Sonata in la maggiore per pianoforte e violino, 1783, Hess 46 Sch. pagina 172.
Frammenti alquanto discontinui, contenuti in tre fogli (l’ultimo con solo sette battute e mezzo) conservati attualmente nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Descritti da Thayer – Riemann (I, pagina 171), pubblicati da Willy Hess nel nono fascicolo dei Supplemente zur G.A., 1965).
Origine e pubblicazione: probabilmente composta nel 1790/91. La prima edizione del frammento apparve dunque nel 1965 come parte della SBG al Breitkopf & Härtel di Wiesbaden. (a cura di W. Hess)
Della sonata si conservano solo 37 battute di una sezione centrale di un movimento lento o di un minuetto con trio in minore e 54 battute di un rondò, e disgraziatamente anche senza il tema principale. In tutti i casi, anche se ci è pervenuto tronco, Beethoven probabilmente non completò questo lavoro (Brandenburg / Op. 12 pag.6f). Douglas Johnson data la carta e il manoscritto della partitura autografa al 1790/91 (Johnson / Fischhof Vol. 1 p. 264).
L’ autenticità di questa composizione fu messa in dubbio per molto tempo. Willy Hess inserì questo frammento di sonata nei SBG DC come opera “di non provata autenticità”. Hermann Deiters aveva già dato per scontato che la fonte fosse una trascrizione e non un autografo (TDR I, p.117 nota 1), anche Ludwig Schiedermair dubitava dell’autenticità (Schiedermair / Jung Beethoven p 172). Grazie alle indagini di Douglas Johnson e Hans-Günther Klein, questi dubbi sono stati dissipati sin dai primi anni ’80 (Johnson / Fischhof Vol. 1 pp. 259-264, Klein / Autografo p. 116).
Partitura autografa, 37 e 54 battute: D-B, Mus. ms. autogr. Beethoven Artaria 131. Aspetto: 3 fogli (singoli e doppi fogli); 5 pagine di partitura: Pagine Lr / v e fogli 2r-3r, foglio 3v vuoto. Carta: orizzontale, 23 x 31,5 cm, 10 linee pentagrammate. Provenienza: forse venduto all’ asta nella “Successione Beethoven” nel 1827 come lotto numero 136 ed acquistato da Johann Wolfmayer. Archivio Artaria, Vienna, Poi ad Eric Prieger, Bonn, 1897. Acquistato nel 1901. Facsimile SBB/Microfilm. Cenni in Brandemburg, Op.12, Johnson / Fischhof Vol. 1 p. 259-264, Kramer, Op.30 pagina 48.
Si tratta di una Sonata a noi giunta in maniera frammentaria: due fogli contenenti parti del primo movimento e del finale, probabilmente strappati da un’opera più grande di cui avrebbero potuto far parte, visto che esiste anche un abbozzo di 13 battute per pianoforte solo con ritornello per un secondo movimento. Willy Hess affermò sicuramente questa tesi e pubblicò la sonata nel 1965 datandola 1783 ma, più recentemente, Barry Cooper, l’ha datata approssimativamente fra il 1790 e il 1792. Se la tesi che si tratti di una Sonata completa fosse esatta, allora sarebbe la prima di questo genere per Beethoven. Nel 1998, Albert Willem Holsbergen, musicologo e compositore olandese ne ha fatto un vero e proprio completamento.
Nel 2005 la violinista Rachel Barton Pine ha eseguito questi frammenti in un concerto dal vivo a Chicago. (Registrazione che potete ascoltare in questa pagina)
“Note al Buio” – suggerimenti e confronti per un ascolto beethoveniano di qualità
Con uno slide delle registrazioni citate nell’ articolo – A cura del canale YouTube SecondAVitA
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