Opus 45 Tre Marce in do maggiore, mi bemolle maggiore e re maggiore per pianoforte a quattro mani
I) Allegro ma non troppo – II) Vivace – III) Vivace
Opus 45 Tre Marce in do maggiore, mi bemolle maggiore e re maggiore per pianoforte a quattro mani op. 45, dedicate alla principessa Maria Esterhazy. (La principessa Maria di Liechtenstein (1768-1845) sposata nel 1783 al principe Nicolaus Esterhazy (il «padrone» di Haydn), al quale Beethoven dedicherà poi la sua prima Messa in do maggiore op. 86) 1802-1803, pubblicate a Vienna, Bureau d’arts et d’industrie, marzo GA. n. 121 (serie 15/2) – B. 45 – KH. 45 – L. II, p. 241 – N. 45 – T. 107
Il manoscritto originale è perduto. Gli abbozzi si trovano nel quaderno dell’Eroica descritto dal Nottebohm. Le prime due Marce sono del 1802, la terza del 1803.
Da quanto racconta il Ries delle riunioni musicali un po’ dilettantesche che avevano luogo presso il conte di Browne e in occasione delle quali sorse l’idea di queste marce (per lo meno delle prime due) suggerita a Beethoven dal conte stesso, possiamo facilmente immaginare come esse rientrassero in un genere tipico di « musica di società ».
Ciò non toglie che Beethoven abbia lasciato anche un’impronta personale: ce lo prova il giudizio del critico della Leipszger Musikalischer Zeitung del 20 giugno 1804 (anno VI, n. 38), a cui le tre marce, nonostante la loro facilità, apparivano concepite e nate in uno stato d’animo strano, quasi bizzarro, cosi da rendere necessaria, per essere ben comprese, una graduale assuefazione. Più tardi il De Lenz vi riconoscerà « les males des marches de Dussek, de Ries, de Moscheles, Czerny et même de Schubert ».
Le marce constano di una prima parte breve, schematicamente espositiva, di una seconda più ampia che svolge gli elementi tematici della prima e li arricchisce di nuovi episodi, di un Trio con temi e figurazioni ritmiche diversi da quelli delle parti precedenti e quasi contrapposti ad esse.
Ma ciascuna marcia ha la sua propria fisionomia: la prima robustamente quadrata in un tipico ritmo 4/4 con il distensivo trio a due parti melodiche; la seconda più impetuosa insieme d’una pompa che potremmo chiamare napoleonica, con l’effetto di tamburi rullanti del Trio; la terza, alla breve, con ritmi squillanti di fanfara alternati a sviluppi e movimenti melodici e armonici più nutriti.
La Sonata in re maggiore op. 6, le otto Variazioni sul tema del conte Waldstein, la canzone con variazioni Ich denke dein e le tre Marce in oggetto sono le sole – e nessuna straordinariamente impegnativa – composizioni per pianoforte a quattro mani scritte da Beethoven. (La Grande fuga op. 134 del 1826 è una trascrizione dall’originale per quartetto d’archi op. 133).
Titolo ufficiale: Opus 45 Drei Märsche (C-dur, Es-dur, D-dur) für Klavier zu vier Händen Widmung: Maria Josepha Hermenegild Fürstin Esterhazy von Galäntha NGA VII/1 AGA 121 = Serie 15/2
Composizione e pubblicazione: È possibile che due marce siano state scritte prima del novembre 1802 e la terza poco dopo. Nel settembre 1803 Beethoven offrì tutte e tre le composizioni a Breitkopf & Härtel a Lipsia. Tuttavia, l’edizione originale fu pubblicata nel marzo 1804 dal Kunst-und Industrie-Comptoir di Vienna. Ci sono alcune prove che almeno due delle tre marce furono scritte durante il soggiorno estivo di Beethoven nel 1802 a Heiligenstadt, presso Vienna, che durò fino alla fine di ottobre. Ferdinand Ries riporta nelle sue „Biographischen Notizen“: “Dieser Marsch [ein von Ries improvisierter, den er dem Publikum scherzhaft als von Beethoven stammend vorgetragen hatte] veranlaßte übrigens das Gute, daß Graf Browne gleich die Composition dreier Märsche zu vier Händen, welche der Fürstinn Esterhazy gewidmet wurden (Opus 45), von Beethoven begehrte“ (Wegeler/Ries p. 91). Ries non menziona una data.
In una lettera appartenuta a Sieghard Brandenburg, datata estate 1802 e scritta forse nell’ ottobre dello stesso anno, Beethoven scrive a Ries da Heiligenstadt: „Haben sie die Güte mir zu berichten, ob’s wahr ist, daß Gr. [af] Browne die 2 Märsche schon zum Stich gegeben — mir liegt drann es zu wissen; — ich erwart unausgesezt die Wahrheit von ihnen – nach heilgstadt Brauchen sie nicht zu kommen, indem ich keine Zeit zu verliehren habe“ (BGA 96). Circolava la voce che Johann Georg Reichsgraf von Browne-Camus (1767-1827) avesse venduto ad un editore i due manoscritti delle marce, contro i diritti e all’insaputa di Beethoven. Breitkopf & Härtel alludeva probabilmente a questa voce in una lettera del 20 novembre 1802, quando, in connessione con un’edizione piratata dell’op. 29, si fa notare che «ein ähnlicher Fall mit einem dem Grafen Browne überlassenen Werke pp. schon Aufmerksamkeit erregt hat“ (BGA 112; cfr. anche le lettere BGA 119 e 120). Che queste siano in realtà due delle tre marce dell’op. 45 è sottolineato da una lettera di Kaspar Karl van Beethoven a Breitkopf & Härtel datata 5 dicembre, che mise in contatto il conte Browne con il successivo editore dell’op. 45: „Wegen Grf Braun verlange ich, das Sie sich an die Kunst- und Industriehandlung in Wien um Auskunft wenden, denn mir ist es zu unbedeutend mich hierüber weiter auszulassen“ (BGA 119). Nel 1837 Ferdinand Ries descrisse la voce come „eine grade Lüge“ (BGA 96 nota 4). Non è noto se la terza marcia sia stata scritta anch’ essa ad Heiligenstadt o dopo il ritorno di Beethoven a Vienna alla fine di ottobre 1802. Carl Czerny informò Gustav Nottebohm che tutte e tre le marce furono scritte a Vienna tra il novembre 1802 e l’aprile 1803 (Nottebohm/Landsberg 6 p. 77). Secondo Katherine Syer l’ affermazione potrebbe riferirsi anche a lavori di revisione (Syer/Landsberg6 p. 174).
La datazione di due marce all’anno 1802 è discutibile, alla luce degli studi sugli schizzi: Johnson, Tyson e Winter datano gli abbozzi, contenuti nel quaderno detto “Landsberg 6” all’estate 1803 col ragionamento che non vi è alcuna sovrapposizione temporale di uso con il precedente taccuino “Wielhorsky”. Questi studiosi presumono dunque – nonostante le prove di cui sopra – che le marce che Beethoven lasciò al conte Browne siano probabilmente altre composizioni oggi perdute e mai stampate (JTW p. I40f). Katherine Syer, tuttavia, trova una possibile spiegazione a questo fatto che gli schizzi contenuti nel “Landsberg 6” potrebbero essere stati scritti ben prima del periodo di utilizzo del quaderno, e quindi anche nel 1802 (Syer/Landsberg6 p. 168-181; cfr. anche LookwoodGosman/Landsberg 6) . Nel settembre 1803 Beethoven offrì Breitkopf & Härtel, tra le altre opere, le tre marce op. 45: „3) Drey Märsche zu Vier Händen, die leicht, aber doch nicht ganz klein sind, wovon aber der leztere so groß ist, daß er der Marsch dreyer Märsche heißen kann“ (BGA 158). Tuttavia, non è stato stipulato alcun contratto.
Dedica: Maria Josepha Hermenegild, Principessa Esterhazy von Galäntha, nata Principessa Liechtenstein, nata il 13 aprile 1768, e deceduta l’ 8 agosto 1845, figlia del principe Francesco Giuseppe del Liechtenstein (1726-1781) e della principessa Maria Leopoldine, nata contessa di Sternberg (1733-1800), sorella del feldmaresciallo principe Johann Joseph von Liechtenstein (1760-1836).
Il principe Esterhazy – datore di lavoro di Joseph Haydn dal 1794 – fu uno dei grandi mecenati delle arti e delle scienze nella monarchia asburgica, creò una biblioteca di circa 20.000 volumi, una collezione di dipinti e incisioni accessibile al pubblico e un gabinetto di minerali (BGA 291 Nota 1). Esterhazy era anche uno degli abbonati all’ Op. 1. Appartenne al “Theater-Unternehmung-Gesellschaft” (che comprendeva anche Joseph von Schwarzenberg e Franz Joseph Maximilian Lobkowitz oltre ai Conti Franz e Franz Nikolaus Esterhazy, Ferdinand Pälffy von Erdödy, Hieronymus Lodron e Stephan Zichy), che a gennaio 1807 assunse la direzione dei due teatri di corte (Burgtheater e Kärntnertortheater) nonché del Theater an der Wien presso cui Beethoven sperava di ottenere un impiego. In occasione dell’onomastico della moglie, Esterhazy ordinò la Messa in do maggiore op.86 a Beethoven, che fu eseguita il 13 settembre 1807. Nell’estate del 1804 l compositore visse nel complesso di appartamenti degli Esterhazy ai margini dello glacis di Alservorstadt, la “Rothen Haus”. Anche la casa di Walfischgasse 1087, dove Beethoven visse nell’inverno 1809/10, apparteneva a un membro della famiglia Esterhazy, il conte Nikolaus Esterhazy. Nel maggio 1823 Beethoven invitò il principe Esterhazy alla sottoscrizione per la Missa solemnis (BGA 1660), ma il principe rifiutò (BGA 1674). Prima esecuzione sconosciuta. Ferdinand Ries riferisce di un piccolo concerto presso il conte Browne, in cui Ries eseguì due marce, ma senza fornirne la data (Wegeler/ Ries p. 91f).
Abbozzi: PL-Kj, Mus. SM. autogr. Beethoven Landsberg 6 (“Eroica”), pp. 44-47 e 57-58. Datazione dubbia: ultimi mesi 1802 o estate 1803. Edizione originale 1804 (marzo). Vienna, Kunst- und Industrie-Comptoir (Bureau dArts et d’Industrie), VN/ PN 358. – Titolo: “TROIS GRANDES MARCHES / pour le Pianoforte, à quatre mains, / composées et dediées / à son Altesse, / Madame la Princesse regnante d’Esterhazy.
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