Opus 26 Sonata in si bemolle maggiore per pianoforte
I) Tema con variazioni – Andante – II) Scherzo. Allegro molto – III) Marcia funebre sulla morte di un Eroe – IV) Allegro
OPUS 26 – Sonata in La bemolle maggiore per pianoforte, op. 26, dedicata al principe Carl Lichnowsky, 1800-1801, pubblicata a Vienna, Cappi, marzo 1802. GA. n. 135 (serie 16/12) – B. 26 – KH. 26 – L. II, p. 42 – N. 26 – T. 88
Il manoscritto originale è conservato nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Gli abbozzi, contenuti nel quaderno Landsberg, sono riportati anche parzialmente dal Nottebohm e dal Prod’homme. Un appunto del tema dell’Andante intitolato “Sonate pour M”. è seguito da queste parole “… variée tutt’a fatto (sic) poi Minuetto o qualche altro pezzo caracteristica (sic), come per E. una Marcia in as moll” e poi questo “(otto battute di un movimento analogo a quello del Rondò finale)”. Può darsi che sia stato proprio il committente a chiedere l’inclusione di un qualche pezzo di colore (come la marcia, con imitazione di effetti di musica militare) e che lo stesso Beethoven abbia pensato poi di rendere ancora più «caratteristica» la sua opera dandole per primo tempo, invece di un Allegro in forma di sonata, un tema con variazioni (cosa del resto già conosciuta in sonate precedenti di altri autori).
La melodia dell’Andante, in cui il Frimmel trova delle analogie mozartiane, ha qualche affinità di condotta con quella del secondo tema, anch’esso in la bemolle, del largo della Sonata op. 7. Le prime due variazioni sono di una piacevole leggerezza; la terza, in minore, si raccoglie tutta nell’anelante ascesa della sua figura sincopata; la quarta, che torna al maggiore, è modellata sullo spunto tematico iniziale di tre note che sembra preludere al successivo Scherzo, nella quinta ed ultima la fioritura melodica diviene elemento sostanziale di magnificazione espressiva, sempre nell’atmosfera di dolcezza creata dal tema.
Degna di particolare nota nello scherzo è la seconda parte con il reiterato urto della figura di slancio in una resistenza armonica, decrescente dal forte al piano e al pianissimo, che si scioglie infine della ripresa della prima parte, ora più adorna e festosa. Nella fisionomia tranquilla del Trio, con il molle bilanciamento del suo tema legato, si insinua tuttavia un che di oscuro o misterioso.
Secondo il Ries, sarebbe stato il grande successo della marcia funebre dell’Achille di Paer ad indurre Beethoven a scrivere anche lui una pagina dello stesso genere.
Ma la notizia non si accorda con il fatto che la prima rappresentazione assoluta dell’Achille, allo Hoftheater di Vienna, ebbe luogo il 6 giugno 1801, quando la marcia di Beethoven esisteva già tutta, per lo meno in abbozzi, nel quaderno del 1800. Può darsi però che Beethoven abbia conosciuto l’opera del Paer, del quale era buon amico, anteriormente alla rappresentazione, in partitura o in riduzione per pianoforte; e che nel suddetto quaderno qualche cosa sia stata scritta o qualche pagina ritoccata o aggiunta anche dopo il 1800, cioè nel periodo corrente fra la data della prima rappresentazione del l’opera di Paer e quella della pubblicazione della Sonata (marzo 1802).
Qualcuno ha anche pensato che nelle memorie del Ries, scritte molti anni dopo l’avvenimento, Achille sia stato confuso con altra opera dello stesso maestro composta anteriormente (lo Czerny, che al riguardo fa anche lui, nei suoi ricordi, il nome del Paer, si limita a parlare genericamente di « un’opera»), Non sarebbe del resto assurdo pensare che tanto Beethoven quanto Paer si siano uniformati esternamente a qualche comune modello offerto dalla pratica della musica militare dell’epoca.
Nell’opera del Paer la marcia viene eseguita una prima volta dai soli strumenti a fiato e a percussione durante il corteo dei guerrieri greci che portano davanti alla tenda di Achille il cadavere di Patroclo, ucciso in combattimento da Ettore; ed è poi ripetuta, con partecipazione anche degli archi, durante la lamentazione di Achille. Ma, a parte ogni considerazione sugli elementi costruttivi tipici del genere, il valore della musica di Beethoven sta, piuttosto che nella imitazione, per quanto geniale, del tipo, nel ritrovamento in seno alla forma celebrativa «ufficiale» di una profonda espressività.
Nel 1814 lo stesso Beethoven trascrisse la marcia per orchestra, includendola fra i pezzi destinati alla musica di scena della “Leonora Prohaska” da lui apprestati per il dramma di Duncker. Con la denominazione di moto perpetuo o di studio non si spiega adeguatamente il carattere dell’Allegro finale, il cui giuoco di fantasia sprizza ogni momento fuori dalla ristretta cerchia di quei concetti scolastici e virtuosistici.
In sostanza la forma esterna, anche se qui si chiamino particolarmente in ballo tipi analoghi di composizioni di Cramer o di Clementi o di Paradisi, non ha soffocato la libertà d’immaginazione dell’artista, quale si rivela in tutti gli atteggiamenti dei tipi suddetti (passaggi, riprese, episodi) e nella rapida dissolvenza della conclusione.
Titolo ufficiale: Opus 26 Sonate (As-dur) für Klavier Widmung: Karl Fürst von Lichnowsky NGA VII/2 AGA 135 = Serie 16/12 Beiname: Sonate mit dem Trauermarsch.
Creazione e pubblicazione: Gli abbozzi che ci sono pervenuti furono realizzati tra l’estate/autunno del 1800 e il marzo 1801. L’edizione originale fu pubblicata nel marzo 1802 da Giovanni Cappi a Vienna. E’ probabilmente erronea l’affermazione di Carl Czerny secondo cui Beethoven scrisse la marcia funebre „bei Gelegenheit eines damals sehr beliebten Trauermarsches von F. Paer geschrieben und der Sonate op. 26 beigefügt“ aneddoto riportato anche da Ferdinand Ries, (Wegeler/ Ries p. 80). La marcia funebre menzionata proviene dall’ultima opera di Ferdinando Paer composta a Vienna, “Achille” (PaWV 26). Tuttavia l’ opera fu rappresentata la prima volta nel 1801 al Kärntnertortheater (con tutta probabilità dopo la stesura degli abbozzi della sonata. Non si sa nulla delle trattative tra Beethoven e il primo editore consultato, ovvero Cappi.
Nella primavera del 1802, subito dopo la pubblicazione dell’edizione originale, Beethoven si lamentò con Hoffmeister & Kühnel di Lipsia sulla scarsa qualità dell’edizione Cappi. Hoffmeister pubblicò la propria edizione con la nota „Leipsic en Comission au Bureau de Musique“. Beethoven ne ricevette una copia nel luglio 1802 (BGA 79, 93, 100). Vari editori pubblicarono edizioni separate della marcia funebre, divenuta estremamente popolare già nello stesso anno in cui fu pubblicata la sonata. Beethoven orchestrò la marcia nel 1815 come parte delle musiche di scena per il dramma “Leonore Prohaska” di Johann Friedrich Leopold Duncker (vedere WoO 96 n. 4). Per la dedica vedere la dedica dell’ op. 1.
Prima esecuzione sconosciuta. Abbozzi DB, Mus. SM. autogr. Beethoven Landsberg 7, pp. 21, 54, 56f, 65?, 132-137, 158f, 180-182. Datazione: estate/autunno 1800 a marzo 1801, facsimile: SBB/ trscrizioni: Mikulicz/Landsberg7. Trascrizione in bella copia dell’opera: PL-Kj, Mus. SM. autogr. Beethoven Grasnick 12. Titolo: foglio 1recto “gran Sonata / da / Lv. Beethoven. / opera 26 [corretto da: 25]”, prima del 4a variazione “Sonate pour le Pianoforte composée par Louis van Beethoven oeuvre 25”. 16 fogli; foglio 1 recto titolo, 30 pagine di testo musicale foglio 1 versus—I6r, I6v vuoti. Carta: formato orizzontale, 23,5 x 32 cm, 8 righe. Provenienza: acquistato con il numero 116 dell’asta “Sucessione Beethoven” del 1827 da Tobias Haslinger, Vienna. – Carl Haslinger, Vienna. – Friedrich August Grasnick, Berlino. – Dal 1879 conservato alla Biblioteca statale prussiana di Berlino (catalogo/mostra Bonn 1890 n. 234: „Das lange Zeit verschollene Autograph wurde im Mai 1878 [von Dr. Erich Prieger] unter einem zusammengekehrten Haufen von alten Haushaltungsbüchern, von theologischer und medicinischer Maculatur versteckt gefunden und für die Königliche Bibliothek erworben.“ Facsimile: Prieger/Op26. — Jagellonica/online.
Prima edizione: 1802 (marzo). Vienna, Jean Cappi, VN/PN 880. – Titolo: “GRANDE SONATE / pour le Clavecin ou Forte-Piano / Composé et dédié / à Son Altesse Monseigneur le Prince / CHARLES de LICHNOWSKY / par / Lovis van Beethoven / Oeuvre 26. / à Vienne chez Jean Cappi / Sur la Place Sr Michel N° 5. / [r.:] 1 f 40. / 880.” – formato orizzontale. 19 pagine (p. 1 titolo). Sopra il 3° movimento, a p.12 in alto a sinistra: “MARCIA Funebre Sulla morte d’un Eroe“.
Opus 26 Sonata in si bemolle maggiore per pianoforte – risorse del CRM ed Internet
Tutto il quaderno di abbozzi dedicato alla Sonata Opus 26. Gli abbozzi contenuti nel quaderno detto Landsberg 7. La Marcia Funebre sulla morte di un Eroe suonata al funerale di Elisabetta II
Consiglio sulla pagina del Centro Ricerche Musicali:
Schizzenbuch zur As-dur Sonate op. 26 VON LUDWIG VAN BEETHOVEN
Verlag von Friedrich Cohen in Bonn 1895
Per gentile concessione della Staatsbibliothek zu Berlin Preußischer Kulturbesitz)