Hess 55
Variazioni (24 – WoO 65) in re maggiore sul tema “Venni amore” di Righini – un enigma risolto
Hess 55 – Variazioni su Venni amore” di Vincenzo Righini, prima versione. Queste variazioni sono state pubblicate presso Götz a Mannheim nel 1791, ed erano dedicate alla contessa Hatzfeld. Questa prima versione dell’opera si dice che sia differente, nei suoi elementi essenziali, dall’ultima versione pubblicata nel 1801 [o nel 1802] per Traeg; comunque, non ne è stato ritrovato nessun esemplare. [Nel Kinsky/Halm, a p. 513, il pezzo è catalogato col numero di WoO 65; comunque questa doppia assegnazione di un numero di catalogo dovrebbe essere superata. Questi sono fondamentalmente lavori identici, non si tratta di prima e seconda versione. Scrive Cooper: “Per parecchi anni non vi è stata traccia di copie dell’edizione originale del 1791, e l’edizione più vecchia disponibile risaliva al 1802. Opinione comune era che Beethoven dovesse aver revisionato l’opera in quell’anno motivata dall’idea che egli non potesse aver scritto un lavoro di livello cosi avanzato prima del 1791. La scoperta dell’ edizione originale ha dimostrato che si erano sbagliati tutti, in quanto essa evidenziava che non erano state apportate modifiche alla seconda edizione e che dunque Beethoven aveva sviluppato il suo stile compositivo molto prima di quanto si fosse immaginato in precedenza.” Cfr. le note a p. 31 del booklet relativo al voi. 6 dell’edizione discografica Complete Beethoven Edition, pubblicata dalla Deutsche Grammophon. Si tenga anche presente che il Kinsky/Halm data il WoO 65 (Hess 55) al 1802, non al 1801; data, quest’ultima, che Hess probabilmente ha ripreso dal Nottebohm. In base alle informazioni del Thayer, si riteneva che l’edizione perduta del 1791 fosse stata pubblicata dall’editore Götz di Mannheim. Quando questa è stata scoperta si è appurato che era stata invece pubblicata dalla Schott di Magonza. Tale edizione è stata ritrovata nel fondo musicale del museo Gemeente, di Gravenhage in Olanda, da Clemens von Gleich, che ne era i il curatore. Il dott. von Gleich sostiene che l’esemplare è ora “conservato nel Nederlands Musiek Instituut a L’Aia che è ancora l’unica copia conosciuta di quest’edizione ] (Da “Il nuovo catalogo Hess delle opere di Beethoven)
Nota: grazie all’ interessamento della dott.ssa Paula Quint del Netherlands Music Institute abbiamo la possibilità di presentare l’ unico frontespizio conosciuto di questa primissima edizione. A Paula e al Netherlands Music Institute vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.
Beethoven scrisse le Variazioni Righini nel 1790-91, quando viveva ancora a Bonn. Nell’estate del 1791 il suo amico Franz Gerhard Wegeler commentò un’esibizione pubblica del giovane compositore (Biographische Notizen, Koblenz, 1838, pp. 16f) che sino ad allora, non avendo mai ascoltato un grande pianista, non era a conoscenza delle sfumature più fini dello strumento . Il suo modo di suonare era “duro e ruvido”. Durante un viaggio da Bonn a Mergentheim, dove risiedeva l’Elettore, Beethoven e la sua orchestra arrivarono a Aschaffenburg, dove fu presentato da Ries, Simrock ed i Romberg al pianista Franz Xaver Sterkel. Al pianoforte Sterkel diede un’esibizione leggera e piacevole e, secondo Ries padre, suonò leggiadramente, come “una signora”. Durante l’ esibizione Beethoven gli fu accanto, ritto in piedi, ascoltandolo attentamente.
Suonando a memoria dopo Sterkel, (che normalmente leggeva la musica dallo spartito) Beethoven imitò con apparente facilità lo stile leggiadro e galante che Sterkel aveva usato precedentemente.
Non si sa come Beethoven sia venuto a conoscenza del tema delle variazioni. Tra il 1787 e il 1792 Vincenzo Righini (1765-1812) fu direttore musicale di corte a Magonza. Nel 1788 l’editore Schott pubblicò le sue “XII Ariette Italienne”, “Venni Amore” è la dodicesima e ultima, (la potete vedere nella pagina delle 24 Variazioni WoO 65). Righini visitò la corte di Bonn nell’estate dello stesso anno, ma probabilmente in quell’occasione non mostrò a Beethoven quest’ arietta. Il tema originale di Righini comprende cinque variazioni, ma solo per voce. Queste variazioni non interessarono Beethoven, che si concentrò esclusivamente sull’accompagnamento del pianoforte. La composizione di Beethoven fu pubblicata il 13 agosto 1791, quando il Wiener Musikalische Magazin annunciò che erano disponibili le 24 Variazioni sul “Venni Amore”.
Questa primigenia edizione è stata a lungo ritenuta perduta sin quando Sieghard Brandenburg e Martin Staehelin non ne trovarono una copia nel 1984. La stampa Schott apparve probabilmente nella primavera del 1791, poiché la Musikalische Magazin afferma che le variazioni fossero già in commercio. La stampa di Traeg di Vienna del 1802 non è quindi una seconda edizione originale, come spesso si sostiene, né un adattamento riveduto da Beethoven, ma semplicemente una nuova edizione. Altre ristampe furono pubblicate da Cappi nel 1803-04 e da Simrock nel 1807.
Considerazione di
Per gentile concessione della dott.ssa Paula Quint e del Netherlands Music Institute