Biamonti 713 – Frammento per la contessa Erdödy, 19 dicembre 1819
Biamonti 713 – Frammento per la contessa Erdödy, 19 dicembre 1819. Si trova al termine di una brevissima lettera scritta da Beethoven alla contessa in quella data; ed è un’anticipazione in altra forma ritmica del canone “Glück zum neuen Jahr”, di cui al numero 716 (WoO 176). Pubblicato con la lettera da Kalischer (IV, pagina 50) e dalla Anderson (A, ILTE, pagina 952):
(986) Alla contessa Anna Marie Erdödy,
Vienna 19 dicembre 1819.
I miei auguri di tutto ciò che è buono e bello alla mia cara e diletta amica, che mi è preziosa, dal suo sincero amico ed ammiratore L. v. Beethoven.
In fretta, il 19 dicembre 1819.
Presto verrò io stesso.
(nota: Da una copia che si trova alla Stadtbibliothek di Vienna e da Schöne, n. 4, dove però la frase musicale è leggermente diversa.
Thayer:
er verehrte Thayer hatte allerdings den Gedankengefaßt, die Phantasie und Sonate Op. 27, 2 sei durch Seumes Beterin angeregt. Wer die Sonate mit diesem Gedicht vergleicht, wird bald inne werden, daß davon keine Rede sein kann; es kann nur eine Verwechslung vorliegen. Eher könnte man an die Phantasie Op. 77 denken. Kalischer, der den Irrtum Thayers zuerst richtig erkannte, dachte an das Cis moll-Quartett, dieses aber hätte Grosheim nicht im Sinne haben können, da es viel später geschrieben ist. Die Erörterung dieser Frage gehört an eine frühere Stelle; bei der Revision von Bd. II wird darauf zurückzukommen sein. –
Aus dem Monat Dezember stammt noch folgende kurze Zuschrift an die Gräfin Erdödy, die wir hier nach O. Jahns Abschrift mitteilen:
»An die Gräfin Marie Erdödy geb. Nizky. –
Alles Gute und Schöne meiner lieben verehrten mir theuren Freundin
von ihrem wahren
und Sie verehrenden Freunde L. v. Beethoven.
in Eil am 19. Dez. 1819
bald komme ich selbst
Die Noten sind in der uns vorliegenden Abschrift sein durchstrichen; Beethoven hat sie nachträglich zu einem Neujahrskanon erweitert:
Wenn wir nun fragen, woran Beethoven in all dieser Zeit arbeitete, so ist der Hauptteil unserer Antwort schon gegeben.
(Der Kanon steht in der neuen Gesamtausgabe Serie 23, Nr. 256 Nr. 6. Nohl, der N. Br. Nr. 226 das Briefchen abdruckt, das Notenbeispiel aber unrichtig gibt, erkannte nicht, daß das Thema dasselbe sei. Vgl. noch Schöne, Briefe an Gräfin Erdödy S. 18, wo die Noten auch nicht richtig sind. Zu dem Kanon bemerkt A. Fuchs: »Comp. für die Gräfin Erdödy. Wien 1819 am letzten Dezember.« »Von Beethovens Original copirt 29/1 1851.« Notteb. handschr. Zusatz zu Thayers chronol. Verz. S. 172. – Gräfin Erdödy war um jene Zeit in Wien. Im Konv. B. aus Anfang 1820 wird ihre Wohnung angemerkt: Kärntnerstraße 1138. 2 St. Im Juni 1820 schreibt er einmal selbst: »Nach der Erdödy fragen.«)
Scrive Riemann, nella parte della pagina che ci interessa: “La seguente breve lettera alla contessa Erdödy è del mese di dicembre, che condividiamo qui partendo dalla copia di O. Jahn: (segue testo)
Le note nella copia a nostra disposizione sono barrate; Beethoven le ampliò successivamente in un canone di Capodanno: (segue esempio del canone WoO 176). Nota: (Il canone si trova nella nuova Edizione Completa, Serie 23, n. 256 n. 6. Nohl, che N. Br. N. 226, ma fornisce un esempio musicale errato, non ha riconosciuto che il tema è lo stesso. Cfr. Schöne, Briefe an Gräfin Erdödy p. 18, dove anche le note sono errate. Per quanto riguarda il canone, A. Fuchs: “Comp. per la contessa Erdödy. Vienna 1819 l’ultimo di dicembre”. “Copiato dall’originale di Beethoven il 29/1 1851”. Notteb. aggiunta manoscritta al Thayer’s Chronol. La contessa Erdödy si trovava a Vienna in quel periodo. Nel Konv. B. dell’inizio del 1820 è annotato l’ indirizzo del suo appartamento: Kärntnerstraße 1138. 2 p. Nel giugno 1820, egli stesso scrive: “Chiedete di Erdödy”).
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